In questi giorni tutta l’attenzione è giustamente rivolta a quello che sta succedendo in Emilia e nelle zone limitrofe, le immagini che arrivano sono sconvolgenti e inevitabilmente il basket passa in terzo piano.

L’ArcaAnthea Lucca infatti giocherà gara 1 martedi in casa con Mirandola ma è un’attesa diversa dalle altre, la squadra si allena e cerca di rimanere concentrata ma è ovvio che manchi quell’elettricità che contraddistingue solitamente queste vigilie.

Ne abbiamo approfittato per fare una chiacchierata con uno dei giocatori più esperti e rappresentativi del team, Diego Zivic, che con la sua personalità è stato in questi mesi uno dei trascinatori in campo e fuori.

Diego, in momenti come questi è difficile pensare al basket perché ci sono certe cose che ti impongono riflessioni più ampie.

“Pensare alle famiglie che in questi giorni hanno perso le case, ai morti fa certamente riflettere. Mi dispiace per quello che sta accadendo in quelle zone, non sempre capiamo quello che succede finché non ci tocca direttamente. A queste persone va la mia preghiera e la mia vicinanza in questo momento così diffile ma sono sicuro che troveranno la forza per risollevarsi”.

Anche se non sappiamo ancora quando, c’è comunque una finale da giocare. A fine gara con Bologna ti sei lasciato andare, quanto sono stati duri quei giorni, fatti di troppi discorsi in libertà?

“Le cose che avevo da dire le ho dette a chi di dovere. Un grande ringraziamento va a Dio che mi ha guidato e mi ha trasmesso una serenità che prima non sempre avevo. Sono un giocatore che in campo dà tutto e non quello che la gente ha detto di me, io lo so e di quei discorsi mi interessa poco. Certo è che, dopo anni in cui ho fatto anche cose sbagliate ma delle quali ho chiesto scusa, essere giudicato di nuovo in quella maniera è stata dura ma Dio mi ha davvero dato la forza necessaria”.

Passando alla gara, qual’è stata la chiave per vincere?

“Sicuramente l’assenza di Imbrò per loro ha influito, è mancato il loro leader e terminale offensivo e poi in campionato avevamo perso quindi qualcosa è venuto a mancare. Noi però siamo cresciuti come aveva chiesto il coach e siamo migliorati in quelle parti del gioco dove avevamo delle lacune. Questo miglioramento di squadra è stata la vera svolta”.

Finale inedita con Mirandola, sei sorpreso?

“Guardando la classifica si pensava che Legnano sarebbe salita come un tir. Mirandola però ha fatto un gran campionato, è una squadra di valore e si è presentata ai playoff in forma strepitosa pertanto non sono così sorpreso”.

Qualche anno fa hai detto “meglio protagonista in serie B che riserva degli americani in serie A”, lo pensi ancora? Hai qualche rimpianto?

“Credo di aver fatto le scelte giuste, ho fatto un’onesta carriera, ho potuto giocare e mi sono divertito e ribadisco, per quanto comunque non ne possa avere la riprova, che non rinnego alcuna scelta fatta”.

Fino a qui, c’è un immagine di questa stagione più significativa per te?

“L’abbraccio che ho dato a Roberto Russo quando sono tornato dalla visita di Perugia, dopo che il medico mi ha detto che in una ventina di giorni sarei potuto nuovamente scendere in campo. In quel gesto c’era la voglia di far capire che non lasciavo la squadra e che sarei rimasto con loro. E poi, comunque, è stato bello vedere durante l’anno la crescita del tifo, della società e di tutto l’ambiente lucchese intorno al basket”.