Stefano Potì è uno degli elementi più esperti della Casa Euro. Ala piccola che non disdegna giocare sotto i tabelloni, è sbarcato a Taranto due stagioni or sono ed è diventato sin da subito uno degli elementi cardine del quintetto pugliese. Reduce da un grave infortunio che lo ha costretto a finire sotto i ferri a inizio 2015, è tornato alla grande e ora punta a condurre alla salvezza la sua squadra. E se possibile, anche ad alzare l’asticella.
Dopo aver rotto il ghiaccio con il Vasto, domenica è arrivata una vittoria pesante, quella con la Goldengas Senigallia, una delle pretendenti ai playoff. Com’è nato il vostro successo?
“Dal lavoro svolto durante la settimana e dalla brutta partita persa contro Martinafranca: abbiamo iniziato da lì, nonostante i problemi logistici (palaMazzola indisponibile, n.d.r.), reagendo alle difficoltà incontrate anche in campo”.
Qual è stata la chiave della vostra affermazione?
“Credo sia stato fondamentale partire bene, poi siamo stati bravi anche a controllare il risultato e le difficoltà trovate nel corso della serata. La fase difensiva è stata fondamentale: avevamo un piano partita preciso e lo abbiamo rispettato”.
In effetti il vostro approccio è stato bruciante: 31 punti segnati solo nel primo quarto…
“Le cose non succedono mai per caso, è stata una giornata particolarmente ispirata al tiro, la nostra voglia è stata ripagata”.
E poi avete approfittato di un super Circosta…
“Valerio è stata una chiave fondamentale per la vittoria: gli faccio i complimenti, è stato un grande, ma conosciamo tutti le sue qualità”.
Il vostro obiettivo è accontentarsi della salvezza, oppure potete permettervi di pensare a qualcosa in più?
“L’obiettivo è far bene, ovviamente, cercando di migliorare il nostro rendimento. Se poi dovessimo entrare tra le prime otto, saremmo molto più contenti!”.
Credi anche tu che il girone D sia spezzato in almeno tre tronconi? Ovvero le tre o quattro squadre più forti poi quelle che lottano per i playoff e per la salvezza?
“Penso che il nostro girone sia diviso in due parti: quattro squadre di livello superiore, almeno sulla carta, mentre il resto si gioca sia i playoff sia la salvezza. Un campionato equilibrato, insomma”.
Sei il capitano della Casa Euro, sai bene che in questa stagione ci sarà da lottare. Qual è il tuo ruolo nello spogliatoio? Cosa dici ai tuoi compagni di squadra, specie a quelli più giovani?
“Parto sempre dall’idea che il basket è uno sport in cui ci si diverte e dico sempre a tutti, ai giovani in special modo, di venire all’allenamento con entusiasmo e per divertirsi. Il basket non è solo un discorso fisico, conta anche la mentalità, quindi la concentrazione e la voglia sono le cose necessarie da mettere in campo”.
Com’è il rapporto di Taranto con la pallacanestro? È una città che ama la palla a spicchi?
“Un po’ come tutti i posti, anche Taranto è legata al risultato: più si vince e più si vede gente al palazzetto. E poi una squadra che lotta, si impegna e fa divertire, aiuta ad avvicinarsi e a restare vicini al nostro sport, al di là di quello che può essere il risultato”.
E se la Casa Euro si trasformasse in una ammazzagrandi? Avete già battuto Senigallia…
“Mah, perché no? Alla fine, come ho detto, giochiamo in un campionato equilibrato: se ci mettiamo la grinta di domenica e giochiamo con continuità, possiamo dare fastidio a molte delle nostre avversarie”.