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Oltre 21 punti di media a partita. Con annesso il titolo, sia pur momentaneo, di top scorer del girone D. E che non sembri frutto di un caso perché Lorenzo Tortù, ala pivot classe 1993 in forza all’EcoelpidenseStella Porto Sant’Elpidio, non è certo l’ultimo arrivato. I tre anni alla Vuelle Pesaro sono serviti, è evidente. Ora manca solo la consacrazione, ma la strada intrapresa sembra quella giusta.

Lorenzo, partiamo dalla tua ultima fatica, ovvero il blitz operato a Valmontone. Cosa puoi raccontarci riguardo alla prima vittoria esterna del tuo quintetto?
“Abbiamo iniziato subito forte, con il piede giusto, cosa che ci era riuscita solo con Giulianova fino a ora. Poi, nel secondo tempo, i nostri avversari sono diventati più aggressivi e con qualche canestro si sono fatti sotto. Alla fine, però, siamo riusciti a trovare punti importanti e la nostra buona difesa ci ha consentito di portate la vittoria a casa. Comunque, quello di Valmontone è un campo molto difficile da espugnare, penso che nessuno avrà vita facile sul loro parquet”.
La partita è stata anche un po’ spigolosa, non è così?
“Il nervosismo è salito quando le due squadre hanno iniziato a difendere in maniera più aggressiva, e quando si gioca con una diretta concorrente per la salvezza può capitare che la partita diventi dura. L’unica cosa che posso dire è che l’espulsione di De Leo è stata un po’ esagerata”.
Il tuo inizio di stagione è stato folgorante, sei contento del modo in cui ti stai esprimendo sul campo?
“Generalmente sono molto critico nei miei confronti: preferisco dire che sono contento del fatto che sto giocando. Dopo diversi anni di panchina in serie A, mi mancava troppo giocare, sentire la partita e tutte le sensazioni che si provano. Quest’anno devo dimostrare il mio valore, Porto Sant’Elpidio è il miglior posto per riuscirci, spero sia il mio trampolino di lancio”.

Lorenzo Tortù ai tempi di Pesaro

Lorenzo Tortù ai tempi di Pesaro

Giochi sotto i tabelloni, stai facendo un pensierino al ruolo di ala piccola?
Non mi dispiacerebbe provare a giocare in spot tre, però faccio quello che mi dice l’allenatore e quel che serve alla squadra. L’importante è giocare!”.
Qual è l’obiettivo della tua EcoelpidienseStella?
“La salvezza. Però posso dire che, a parte due o tre roster costruiti per vincere, tutte le altre possono dire la loro. Non vedo squadre tappetino, i miei compagni mi hanno confermato che il livello è molto più alto rispetto agli altri anni”.
Sei reduce da tre stagioni a Pesaro, sponda Vuelle: che tipo di esperienza è stata? E cosa ti manca della serie A?
“L’anno scorso abbiamo raggiunto la salvezza al fotofinish grazie soprattutto al gruppo che si era creato nello spogliatoio. Mi capitava spesso di marcare Ross e di individualità così ne ho viste poche. Della massima serie mi manca la fisicità dei contatti, e poi allenarsi con gente di alto livello è sempre un ottimo stimolo per migliorare”.
Anche tuo padre, Roberto, è stato un buon giocatore di basket: ti dà dei consigli?
Papà, dopo le partite, tende a sottolineare le cose che ho sbagliato e quelle che posso migliorare. Poi, certo, quando me lo merito mi dice anche che son bravo!”.