9634Una partita da vincere per regalare la prima gioia ai tifosi del PalaRisorgimento e proseguire lungo il sentiero tracciato contro Empoli. Domani (ore 18) la Naturino affronta tra le mura amiche la Bama Altopascio, squadra toscana ancora a secco di vittorie dopo le prime tre giornate del girone C del campionato di Dnc. In casa Virtus c’è ansia per le condizioni di Lorenzo Baldoni, che ha un dolore al collo ma che alla fine stringerà i denti per essere in campo. A parlare della prestazione di Empoli e a presentare il match di domani è Giorgio Contigiani.

Giorgio, cosa è cambiato dalle prime due sconfitte alla vittoria contro Empoli di sabato scorso?

Sicuramente il rientro di Tessitore ci ha dato una grossa mano. Il break è arrivato con lui in campo. Poi di sicuro c’è stata più lucidità nel capire e gestire i momenti difficili dell’incontro, come ad esempio non era successo contro Monsummano. Conoscersi di più fa la differenza.

Oggi arriva Altopascio. Conosci i toscani? Che partita ti aspetti?

Non conosco la squadra, ho visto il roster ma non ho mai affrontato nessuno di loro. Io preferisco guardare in casa nostra. Un po’ di benzina ed un po’ di coesione sono mancate nelle prime partite, con un roster pieno di giovani siamo un po’ corti nelle rotazioni per cui lavorare bene, con intensità è fondamentale. Trovare continuità è prerogativa delle squadre che giocano da molto insieme, guardiamo avanti con fiducia.

Dopo le prime tre uscite, che campionato stai trovando?

Tutti mi dicevano che la Dnc doveva essere un campionato in cui avrei sentito molto la differenza rispetto agli anni scorsi in Dnb. Ma a me sembra di ottimo livello, finora abbiamo trovato tutte buone squadre. Magari c’è meno fisicità, come normale scendendo di categoria, ma il livello non è basso. Quello che cambia è che avendo meno informazioni sulle varie squadre sei portato a pensare che si tratti di formazioni meno temibili. Ma non è assolutamente così.

Dopo anni di Dnb, sei tornato a calcare i parquet della Dnc. Quali stimoli e aspettative ti hanno spinto a fare questa scelta?

Venivo da un anno molto difficile per mille motivi, per cui ci tenevo a dimostrare di essere ancora un giocatore importante per questi livelli. Poi il fatto che mi fosse chiesto un ruolo di punto di riferimento dopo anni al fianco di compagni più importanti mi stimola molto. Non solo per essere un riferimento in mezzo al campo, ma anche in mezzo alla settimana con i ragazzi più giovani. Non ultimo, il fatto di poter contribuire a rilanciare un ambiente come quello di Civitanova dove non avevo mai giocato.