Se fossimo chiamati a tramutare questa stagione in un libro, e se ogni partita ne meritasse una pagina importante, così come del resto è stato fino ad ora, anche Bari-Napoli non fa eccezione, pur non potendo scriverne il meglio che invece il solo campo ci ha trasmesso.

IL CONTESTO PRE-PARTITA

E questo perchè il basket non è soltanto il campo, ma anche quello che è preludio oppure fango rispetto a ciò che succede in campo, oltre i giocatori, che sono lì grazie a dirigenti, e oltre il fatto che, come i dirigenti, questi debbano essere sostenuti da tifosi e trovare sostegno nei tifosi. In effetti, se ci facciamo caso, ogni iniziativa della vita, ogni istituzione, ogni realtà presenta qualcosa attorno a sè, un contorno, una cornice che non può essere parte avulsa rispetto a quel centro di cose, e che a seconda delle occasioni, ne può essere parte integrante, a vantaggio o svantaggio di quel nucleo, che oggi è per noi il campo.

Da un lato dunque la partita, il giocato in senso lato, e questo ci ha detto che Napoli, dopo aver toccato il fondo di una dura settimana andando sotto per 40-26, al termine del primo tempo contro la Liomatic di coach Putignano, ha subito nella ripresa, e con gli uomini più rappresentativi (Musso e Iannilli), un vero atteso scatto d’orgoglio, la giusta scossa di adrenalina per ritrovare il battito appassionato della vittoria, un pò troppo compromesso  dalle ultime sconfitte rimediate contro San Severo e Torino. Possiamo dire che per emozioni vissute, conseguenze sul morale, questa vittoria tutta in rimonta può per noi rappresentare una seconda “Napoli -Ruvo”, riconsegnando mentalmente negli azzurri le mani del loro destino, d’ora in avanti.

Ciò che però accade fuori dal campo ci testimonia quanto il tifo cestistico, soprattutto in alcune sue frange limitate ma visibili, debba ancora crescere, e molto, per dare vita a un nuovo basket, un basket che, per rinascere, non può essere fatto soltanto di alcuni sforzi, o soltanto nuovi talenti, nuovi imprenditori, nuove strutture, ma richiede anche tifosi migliori, supponendo che il tifo sia stato quello visto al PalaFlorio l’altro ieri.

Non lo erano e non volevano cercare di esserlo alcuni presunti sostenitori della NB che, già provocati i baresi nel corso della partita, hanno poi affrontato le forze dell’ordine, con due agenti interessati da contusioni e traumi ; non lo erano quei baresi che, replicando alla provocazione, hanno risposto appesantendo le offese; non lo è sicuramente quel pregiudicato 24enne che, accusato per i reati di resistenza aggravata e lesioni a pubblici ufficiali, ha picchiato un agente della questura di Bari, usando anche una cinghia, e determinandone un trasposto d’urgenza al pronto soccorso, dove sono state riscontrate gravi lesioni alla testa, al polso e all’addome, con una prognosi di 25 giorni.

Un episodio del genere non fa altro che diffondere, ancora una volta, i tristi luoghi comuni che pendono sul conto dei tifosi di Napoli, e non possono non mettere in difficoltà quelle società la cui immagine all’esterno può essere seriamente macchiata da queste bande di teppisti, soprattutto quando queste società puntano tutto sulla novità e la discontinuità come Napoli e Bari: oggi stesso il Presidente Salvatore Calise, nella sua settimanale lettera aperta pubblicata su Napolibasketball.it, dichiara di aver pensato alle dimissioni a fronte di quanto accaduto.

Non vogliamo, con questo intervento, alzare la temperatura di un contesto già dilaniato da simili incidenti, e ai quali stavolta la società interessate hanno comunque reagito positivamente, diffondendo un comunicato estremamente condivisibile, ed esprimendo, sempre per bocca del Presidente partenopeo, il desiderio di organizzare al più presto una partita amichevole per rinsaldare l’amicizia tra il C.U.S. e la NB.

E’ comunque necessario riparlarne, soprattutto perchè chi scrive conosce i veri tifosi, quelli che si imbattono in lunghe trasferte sopportando spesso centinaia di chilometri, e quelli che sono, sinceramente, persone per bene e ammirevoli, non solo perchè consapevoli dei loro crediti, dei loro meriti, dei loro diritti, ma anche perché consce dei loro limiti, e delle loro responsabilità. Sanno quindi che tra quei limiti e quelle responsabilità ci sono l’ordine civile, la convivenza pacifica, e soprattutto un mandato non scritto, un mandato che nessuno ha vidimato o bollato a livello ufficiale,  ma che per prassi è sostanziale, da sempre: quello di dimostrare che Napoli è davvero altro, e meglio di come è dipinta nella bassa (ma anche popolare) speculazione mediatica.

Nello stesso tempo non siamo retorici: sappiamo che la piaga del tifo violento in Italia non si estinguerà qui, purtroppo, ma si spera che a fronte di nuovi episodi (che, realisticamente, stando così le cose, ci possiamo attendere), non si esiti a cogliere queste occasioni problematiche, e di riflessione, convertendole semmai in momenti che non siano solo di repressione, ma anche di prevenzione condivisa: in questo senso non possono bastare i DASPO, i provvedimenti cautelari, le sole misure di allontanamento, ma anche un “agire con i tifosi”, un confronto vero e realistico tra istituzioni e gruppi organizzati, un momento di franchezza per farsì che tutti reputino lo scontro irragionevole,  ma soprattutto ingiusto per chi nel basket ci crede, come tutti noi.

L’AVVERSARIO – TREVIGLIO

Passiamo quindi all’analisi del prossimo avversario della BPMed: un avversario decisamente in ritmo (6 vinte nelle ultime 8), di grande impatto sotto le plance, e che la BPMed, di scena col vestito da sera del posticipo (Sportitalia 2, lunedì sera, ore 21), e stante così il bracket play-off, potrebbe persino ritrovarsi nei quarti se, fantacestisticamente, sconfiggesse negli ottavi la PMS Torino (con cui attualmente condivide il secondo posto nella Divisione Nord-Ovest, a quota 38 punti).

Si tratta della Co.Mark Treviglio, che dopo la meravigliosa stagione scorsa chiusa solo in semifinale play-off per merito di Ostuni, sembra sulle orme del convincente cammino dello scorso anno, dopo aver deciso di affidare la panchina ad un allenatore estremamente giovane ma anche terribilmente preparato come Adriano Vertemati. Dopo 5 anni passati alla Benetton Treviso sia come allenatore delle giovanili (lo scorso anno nelle finali disputate a Cividale del Friuli si è laureato coach campione d’Italia con l’under 19 ) sia come prezioso assistente della prima squadra da quest’estate è il timoniere della Blu Basket : una squadra dall’età media giovanissima (costruita l’estate scorsa con ben 8 under e 2 soli senior ) ma che sa assolutamente il fatto suo.

Infatt,i se potevano pesare la successione a Simone Lottici, i tanti i movimenti di qualità in uscita (Milani,Castelli, De Min e il figliol prodigo Marino), la trattenuta di Zanella (il cui infortunio a febbraio-marzo ha fatto richiamare Marino, di ritorno dalla gita in Legadue Ostuni-Forlì) e il riminese Vitale, assieme all’ingresso di due giovani preziosi come Cazzolato e Fabi hanno invece fatto sperare (e nei fatti confermato) un ruolino di marcia da stagione serena, senza tentennamenti, e che semmai potrebbe godere di impennate, approfittando degli exploit di una linea verde fra le più corpose (ed efficaci) della DNA.

TREVIGLIO – LA STORIA

La Treviglio Basket nasce nel 1971 all’interno dell’Oratorio Salesiano con il nome di Or.Sa Treviglio e nel 1982 conquista la serie B. Nel 1986, dall’unione di forze con l’Osio Sotto, nasce una nuova realtà, la Bergamasca Country Basket Treviglio. Dopo la disputa di quattro play off consecutivi con esito negativo, nella stagione 1993/4 conquista la B d’Eccellenza a Modena, contro il Campi Bisenzio. Da sempre il settore giovanile ha prodotto ottimi elementi come Alberto Rossini (play-maker della Nazionale), Marco Sambugaro (campione d’Italia con Siena), Andrea Conti (campione europeo Cadetti), Luca Gamba (campione Mondiale Militare), Codevilla, Degli Agosti, Brioschi, Guerci, Colonnello ed il risultato più prestigioso lo conquista nel 1995 con il 2° posto assoluto alle spalle della Virtus Bologna alle finali Allievi Nazionali. Nella stagione 1999/2000 cambia nuovamente denominazione e torna a chiamarsi semplicemente Treviglio Basket. Per due volte ha sfiorato la promozione in Legadue raggiungendo la semifinale play off, uscendo di scena prima contro Cento poi, l’anno scorso contro Trapani. Nella stagione 2005/6 è arrivata alla Finalissima per la Legadue, cedendo solo alla forte Spar Scavolini Pesaro, dopo aver sconfitto le quotate Brindisi e Patti. Nell’estate 2006 cambia ragione sociale, trasformandosi in Società Dilettantistica a Responsabilità Limitata, dopo l’allargamento della compagine societaria ad altri imprenditori ed il cambio di denominazione (da Treviglio Basket a Blu Basket).

TREVIGLIO – IL ROSTER

Come detto le scelte invece della dirigenza trevigliese nel mercato estivo è stata coraggiosa, con la conferma di due soli “senior” (l’ala Vitale ex Veroli e Palestrina di cui parleremo, con l’ala/centro Zanella), e una politica di concreti investimenti sui giovani, con un Under 23 (Jacopo Borra,classe 1990 alto 215 cm,giocatore che ha già odororato l’odore di promozione due anni fra con l’Amori Bologna, ma che si allontana molto poco dall’area dei tre secondi cercando falli e contatti sotto le plance), e tanti giovani prospetti come Planezio e Marulli, rispettivamente ala e play classe’91 entrambi cresciuti nel vivaio della Blu Orobica.

Pericolo numero uno con la maglia del team dell’area bergamasca, è Tommaso Marino. Il senese con passato ad Omegna e Porto Torres risulta il più profilico dal punto di vista realizzativo, scrivendo a referto 15.3 ppg in 32.9 minuti di parquet, condita da ben 5 assist smezzati ai compagni di squadra in ogni match. E’ la mente lavoratrice dei prossimi avversari dei partenopei e il suo impatto in termini di personalità e gestione del ritmo di gara emerge in ogni partita. Alle sue spalle agisce l’under Roberto Marulli, classe 91 in grado di realizzare 4.2 ppg in 18.6 minuti di impiego e registrando il 68% dalla linea della carità. Nel reparto esterni, con particolare duttilità tattica troviamo il classe 89 Nicolò Cazzolato, play-guardia in grado di segnare 9.8 ppg in 28.7 minuti di campo a gara e riportando il 78% ai tiri liberi. Come compagni di reparto la Blu Basket esibisce Simone Tomasini e Augustin Fabi. Il primo, altro play-guardia del 1993, infla quasi 2 punti a partita in scarsi 8 minuti di impiego e CoachVertemati dimostra di farne un uso centellinato, al fine di non compiere passi troppo lunghi che potrebbe inficiare la maturazione del ragazzo. Fabi è una guardia – ala dall’ottima vena realizzativa e di fondamentale iportanza nei giochi offensivi dei lombardi. e’ in grado di realizzare 11.4 ppg in 28.5 disputati a contesa, contornati da 2 assist e 3 rimbalzi catturati Il roster profondo di Treviglio si configura come tra i più forniti della categoria anche nello spot di ala piccola con la coppia Andrea Vitale – Marco Planezio che con una certa facilità hanno dimostrato nell’arco dell’intera stagione di andare con facilità a bersaglio. Il primo, riminise doc, ne mette 13.1 ad allacciata di scarpa in 28.5 di utilizzo conditi da 3.9 rimbalzi a gara e l’89% dalla linea del tiro libero. PerPlanezio, classe 91 di 197 cm, ce ne sono 6.3 ppg a referto in 22.7 di impiego. Sotto le plance Gatti & co dovranno vedersela con il trio Zanella – Borra -Molinaro. Il primo, mantovano con passato a Lumezzane e ad Ancona, è un’ala – pivot da 10.6 ppg in 28.5 disputati a gara e 5 rimbalzi acciufatti a contesa. Jacopo Borra, torinese del 90 registra una media realizzativa di 10.7 ppg in 28.5 minuti di utilizzo con ben 8.0 rimbalzi conquistati a partita e il 62% dalla lunetta. Lorenzo Molinaro, classe 92 di S.Daniele del Friuli, ne infilza 2.7 a gara in 9.2 di utilizzo e contribuisce alla causa della Co.Mark con 2 rimbalzi acciuffati a gara e l’80% al tiro dalla distanza breve.

I ragazzi di coach Bartocci, forti del secondo posto in graduatoria matematicamente già acquisito potranno giocare una gara in completa scioltezza mentale e senza il peso di dover vincere a tutti i costi una partita che si presenta di difficile interpretazione e dal risultato finale impronosticabile. Con la speranza che sia già alle spalle l’impresa compiuta giovedì sera al PalaFlorio di Bari, la truppa azzurra andrà in campo con il solo pensiero di mettere in mostra la pallacanestro che ci ha abituato a vedere nel corso dell’intera stagione, provando a non prendersi ulteriori rischi fisici in vista di una post-season che si preannuncerà calda ed agguerrita.