NAPOLI – Il momento che caratterizzerà le prossime ore è di quelli di svolta per la a stagione della BPMed Napoli, una BPMed che, sbancata ogni previsione pre-stagionale e ormai a un passo dalla matematica qualificazione ai play-off, si prepara a reagire alla dura sconfitta di Latina, imbattendosi così nel primo step del metaforico “tornello post-season” Ferentino-Matera: un doppio confronto che, oltre al già richiamato recupero di dopodomani contro gli amaranto di Gramenzi (e in terra ciociara), prevede un’altra sfida (quella con i sassesi) che sa comunque di rivalsa.
Napoli forse, come mai prima d’ora (e siamo certi che ci riuscirà), non dovrà trasmettere quello che è ormai l’argomento più dibattuto nella tifoseria: l’impressione di guardare già oltre, di sentirsi appagata, e di dover soltanto attendere la chiusura della regular season.
Su questa tema, ad essere onesti, ci sono un paio di dati di partenza che sembrano andare contro gli scettici. Innanzitutto il record di 21-5 con cui Napoli si presenta ad oggi, che testimonia semmai tutt’altro, e testimonia anzi che né i successi in serie e né i distacchi consistenti hanno compromesso il desiderio di spuntarla, sempre, comunque, e la recente vittoria di Recanati (poi vincente nelle ultime due giornate a Ferentino e con Capo d’Orlando) lo ha confermato.
C’è poi il trend delle avversarie più accreditate, alcune delle quali presto ritroveremo in Lombardia, e che anche nel loro caso ha conosciuto una piccola involuzione: nell’ultima giornata tre ottimi risultati per Napoli, con Casalpusterlengo e Santarcangelo che espugnano rispettivamente Trento e Trieste, lasciando la BPMed con sei punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici, ma soprattutto con che Pavia batte Omegna, che quindi rimane a + 4 con una partita giocata in più. Se aggiungiamo poi la sconfitta di dieci giorni fa subita da Torino (sempre contro l’Assigeco, ma a Codogno), nessuno in alto può considerarsi in forma smagliante.
Ma allora perché, quasi masochisticamente, si rimesta e rimestiamo ancora le mani su questo argomento “motivazione”, insistendovi? Perché forse i migliori risultati si ottengono guardando innanzitutto a sè stessi (come si fa da sempre in casa azzurra), e perché forse, grattando la superficie delle undici di fila, e nonostante questa flessione sembra molto simile a quella che, nel girone d’andata, tra Siena e Ferentino, determinò poi per Napoli la macchiolina della sua partenza immacolata, c’è qualcosa da analizzare, e non tanto rispetto a scelte passate (in larga maggioranza azzeccate), ma guardando al futuro.
Infatti, nel rapporto con le sconfitte subite del girone di andata, sembra esserci una differenza di caratteristiche: e lì, chiudendo un po’ a cerchio rispetto alle nostre premesse, non c’è solo l’ “acido lattico” di natura atletica (che ci può stare, stanti anche le corte rotazioni), e si deve ammettere che qualche stimolo in meno c’è, e che questa sensazione di soddisfazione, ben tenuta a freno fino a tre giorni fa nonostante qualche avvisaglia (quarti dispari a Recanati e primo tempo con Chieti), si è manifestata oltre al calo fisiologico, diventando contro Latina predominante dal secondo quarto in avanti. Da questi, forse, gli unici ad apparire immuni sono sembrati proprio i tasselli fino ad oggi più in ombra del quintetto azzurro: Simone Lenardon e Andrea Iannilli, che, pur nei loro limiti e in condizioni tattiche non agevoli (soprattutto l’ex Veroli), sono stati gli unici a lottare davvero sul parquet del PalaBianchini.
La sconfitta in terra pontina, con tutte le attenuanti e i fattori che possono avervi influenzato, ci trasmette quindi indicazioni utili su come poter migliorare, e sin dai prossimi match, che per giunta ci offrono possibili contendenti nello scenario dei play-off. Matera e Ferentino infatti, al di là dei loro percorsi tormentati, sono sulla carta due grandi, e con le grandi Napoli ha saputo spuntarla solo grazie alla granitica difesa di scuola bartocciana, e spesso senza Musso. Infatti, nelle sfide più emozionanti di questa stagione, come quelle disputate contro Torino, Omegna e Capo d’Orlando, “El Gatito” è stato spesso marginalizzato dalle difese, creando per Napoli un vuoto di soluzioni abbastanza evidente negli ultimi impegni, con tante palle perse.
A questo vuoto (a cui peraltro si uniscono le frequenti amnesie difensive dei nostri piccoli), hanno compensato le fiammate da playground di “lupin” Sabbatino, i grandi miglioramenti nella difesa a zona, l’ormai consueto tiro da tre, la buona verve in uno contro uno di Gatti e Rizzitiello, la copertura a rimbalzo e l’uso di Iannilli da perno tattico a centro area. Questo non vuol dire poco, anzi, ma i target azzurri, proprio visti i risultati e ciò che gli altri sanno esprimere, possono e devono giustificare un salto di qualità, offrendo qualcosa di più.
Cosa fare dunque? Anzitutto capire che, sin da domani, bisogna mettere in conto uno scenario che non è certo, non è sicuro, e anzi speriamo non si realizzi mai, ma che comunque è plausibile, nella prospettiva di Legnano e soprattutto dei play-off: Musso è un mattatore e un’agonista, quindi è lecito pensare che i raddoppi, le chiusure, e i contatti (anche proibiti) degli avversari saranno tutti per lui. Per questo bisogna pensare a qualcosa di alternativo, a un piano B che, mettendo a sistema quelle tante qualità e quei talenti evidenti di cui la squadra dispone, armonizzi il tutto, dando più garanzie di gioco rispetto a quello attuale, magari anche grazie al contributo di un innesto, un due/tre che sappia dare più di un fiato a Musso e Rizzitiello.
Su questo la dirigenza è intervenuta con coraggio, ingaggiando Alessandro Porfido: ragazzo piuttosto giovane (appena 18 anni, compiuti a dicembre), e che, forte di un’ottima scuola cestistica, si è fatto valere prima a livello under 17 (in coppia con Dario Cefarelli), quindi quest’anno su due fronti: a Giugliano, in DNB, senza vittorie ma con buone cifre, maturate soprattutto nei confronti con le formazioni più quotate del girone C (Agrigento, Reggio Calabria, Potenza, Scauri), quindi nel campionato Under 21, dove si è distinto proprio il mese scorso con una prova da ben 84 punti. A lui spetterà un compito ambizioso: quello di dare valore aggiunto, impatto, minuti e freschezza senza alterare gli equilibri comunque efficaci che fino ad oggi si sono consolidati all’interno di questo gruppo, e in questo l’esperienza e l’appeal umano di coach Bartocci saranno essenziali.
Per concludere quindi questa introduzione un appello ai tifosi: non occultiamo le mancanze, non giustifichiamo tutto, bandendo ogni servilismo di facciata, ma non accendiamo neanche l’atmosfera, non crediamo sempre e solo a quello che vogliamo credere a seconda delle convenienze. Non facciamo insomma prevalere del tutto l’istinto rispetto alla riflessione, rendendo improvvisamente il bianco tutto nero e viceversa, in base al pensiero dominante.
La stagione è ancora lunga, e se è vero che nulla può essere dato per scontato (nessuno lo farà), è altrettanto vero che non si sarebbe qui se qualcosa non fosse stato già fatto: qualcosa di grande, e in prospettiva molto ambizioso, per cambiare una cultura cestistica che in questa città resta ancora di nicchia, e soprattutto poco sentita dal nostro ceto politico.
IL MATCH
Se Napoli però si dilania in discorsi validi fino a un certo punto, l’avversario di domani è di quelli ostici, arcigni, rognosi.
Il prossimo team che ospiterà gli azzurri nel recupero di campionato del 1 Marzo, dopo il rinvio per le avverse condizioni atmosferiche, è come detto la FMC Ferentino. La squadra del Presidente Igino Ficchi è stato costruita, dal super-duo di allenatori Franco Gramenzi – Agostino Origlio, con una logica e un obiettivo ben preciso: il salto di categoria! E’ pur vero che spese folli e fuori mercato non assicurano matematicamente la promozione nella serie superiore, difatti le aspettative dell’ambiente laziale sarebbero state maggiori, rispetto a quanto i granata hanno dato finora, come del resto accade da tre anni a questa parte: la cessione di Bonfiglio, in questo senso, accanto al taglio di Ianes rappresentano il fallimento sostanziale di questa linea, alla cui ripresa di certo non contribuiscono un rendimento fuori casa da squadra salvezza e tonfi casalinghi come quello registrato due settimane fa contro Recanati. Va comunque detto che la FMC deve recuperare anche altre gare, altre due oltre a quella con i partenopei, e i play-off restano decisamente alla portata degli alabardati ciociari, unici fino ad oggi in grado di sbancare il PalaBarbuto.
I laziali sono guidati in cabina di regia da un uomo dalla grandissima esperienza che risponde al nome di Francesco Guarino. Trattasi di un play-guardia del ’79, che ha girato l’Italia cestistica vestendo le maglie di Forlì, Treviglio, Veroli, Barcellona e Trapani. Si sta esprimendo come sempre sui suoi standard in questa stagione di DNA con 11.5 realizzati in 30.6 minuti disputati, 3.4 assist confezionati per i compagni e un eloquente 13.0 di valutazione media. E’ la luce e l’uomo di maggiore responsabilità nei momenti topici della gara e costiuirà una bruttissima gatta da pelare per il play azzurro Lenardon. Alle sue spalle agisce un altro over di provata esperienza in categoria come Fabio Marcante, classe 80, ex Omegna, che in 24.1 minuti di impiego contribuisce con 6.3 punti a partita realizzati e un 80% ai tiri dalla linea della carità in evidenza, oltre che 1.9 assist al servizio dei compagni. L’under “privilegiato”, classe 90 e natìo di Ancona, in crescita alle spalle di questi due elementi modello è Lorenzo Panzini che in 18.8 di utilizzo ne mette 5.8 a gara, con quasi un assist a partita e un memorabile high stagionale di 16 punti nella gara contro la Spes Fabriano.
Nel reparto esterni figurano nomi di valore come Francesco Ihedioha e Manuel Carrizo, e alter ego under di sicure prospettive come Salvatore Parrillo e Vincenzo Roffi. Il primo, natìo di Massa, classe 86, ala piccola “coloured”, con grandi doti atletiche e fisiche che si traducono 10.5 refertati in 25.6 minuti di impiego, 6.5 rimbalzi catturati a gara e ben 1.8 recuperate a partita. L’altro talento da tenere necessariamente a bada e che metterà a dura prova le doti difensive di Rizzitiello & co, è il sopracitato Carrizo. Sono 14.3 i punti messi a segno dall’ala piccola passaportata da Santa Rosa, “pampa Argentina”, in 25.9 minuti di impiego a gara col 82% ai tiri liberi e 4.4 rimbalzi catturati a gara: sul suo rendimento ha pesato un brutto infortunio rimediato lo scorso novembre, ma i punti stanno gradualmente tornando. Quanto a Parrillo, parliamo di un giovanotto di 190 cm, classe 92, di Benevento, da 8.6 ad allacciata di scarpe in 25.9 di impiego insieme a Vincenzo Roffi, classe 94, guardia-ala piccola di Anagni, costituiscono una coppia under di sicuro affidamento già in questo campionato e per gli anni avvenire.
Il pacchetto lunghi dei laziali è altrettanto fornito, al pari degli altri reparti, di elementi di assoluto livello mixato all’esperienza necessaria per fare bene in un campionato lungo e complesso come questo. I nomi pesanti, depennato Ianes (a sua volta rimpiazzato con l’ex Sant’Antimo Pippo Gagliardo, con rendimento in crescia), sono quelli Antonio Iannuzzi e Luca Pongetta. Antonio Iannuzzi, centrone under del 91 di Avellino, che in 18.6 minuti di utilizzo ne realizza 8.9 a partita, con circa 7.4 rimbalzi conquistati a gara e un interessante 56% ai liberi, e Luca Pongetta, under ala grande, classe 90, di Marino, che in 13.1 disputati e 3.5 realizzati a partita e un 54% ai tiri totali, sono giocatori che stanno crescendo molto rapidamente, compiendo una maturazione fulminea grazie alla possibilità di vedere il campo in una categoria che permette loro di formarsi con celerità esponenziale al fine di calcare parquet sempre più importanti nel prossimo futuro.
Insomma Napoli dovrà nel prossimo turno di campionato riprendersi i due punti persi in casa e provare a fare la festa ai granata in una trasferta difficile come sarà quella del Palasport di Via Aldo Moro. Dalla sua il team caro al Presidente Calise ha l’appoggio fondamentale dei supporters al seguito, nell’intenzione di tentare l’impresa in terra laziale. Gli ingredienti per una partita ad alto tasso spettacolare ci sono tutti.