In queste dense settimane abbiamo spesso parlato di tecnica, di rotazioni, di scelte strategiche, di aiuti, spaziature e di tiri costruiti, ma nella vittoria di ieri nel primo infrasettimanale di Fabriano (la quarta in campionato, la dodicesima in stagione) è servita soprattutto la caparbietà nel non dire mai basta, nonostante la mani quadrate dal perimetro, l’ispirazione di Stanic, l’incontenibiltà di Iardella dalla distanza e l’esperienza di Gigena nel rintuzzare gli ospiti fin quando ha potuto, e cioè dal 57-46 da cui pi è scaturito il 20-6 che invertito le sorti del match, confermando i limiti di un organico con under dalla ottima materia grezza, in particolare Sgobba e Trapella, ma che al momento topico sono decisamente collassati.Bartocci può ormai affidarsi senza incertezze alla costante solidità in copertura di Gatti e Iannilli, anche se per loro non si è trattato della loro miglior serata sul piano realizzativo, piano su cui invece Musso, ormai stabile assist-man, non ha lasciato amaro in bocca, soprattutto nel parziale che nell’ultimo quarto ha sorprendentmente riaperto le ostilità. A favore poi del centro romano si aggiunga l’ottima capacità di sopperire al vuoto offensivo del primo tempo con quell’ ottimo spirito di gruppo  resosi anche decisivo nelle fasi conclusive, fasi in cui oltre alla regia e ai recuperi di Lenardon, non è mancato il contributo di un Rizzitiello che, falloso al tiro nei primi 20′ dominati da Trapella, si è finalmente riscoperto come uomo d’area e validissimo condottiero da sotto le plance.

Se c’è infine una conseguenza di questa prova che può davvero rincuorarci, essa consiste nei dubbi che Bartocci potrebbe maturare su come gestire le rotazioni under di un roster dove, tra un Rotondo perdente con Sgobba e un Sabbatino ancora troppo incerto, spuntano un Mariani tutto coraggio dopo una striscia opacissima al tiro quanto un Nicola Bastone che da 3/4 scaltro e orgoglioso ha saputo difendere la causa in un momento in cui anche il suo miglior rematore, Bernardo Musso, sembrava irrimediabilmente a secco.

Questo andrà certamente evitato nella prova di domenica (PalaBarbuto,ore 18), in cui tra la BPMed e la sua cinquina di lusso si frappone una realtà ormai storica e tradizionale di questi lidi cestistici:l’Adriatica Ruvo di Puglia. Conosciamo dunque meglio un luogo in cui il pane e il basket non è soltanto un vuoto slogan pubblicitario, ma una filosofia di vita.

RUVO:LA STORIA. Una filosofia di vita di cui Gianluca Basile (ex stella della Fortitudo e del Barcellona oggi rincasata a Cantù) ne è certamente un degno emblema, e di cui nè un segno tangibile questa società, nata nell’estate del 2008 dalla scissione della Pallacanestro Fiore di Puglia, a sua autrice della prima delle due rilevanti promozioni della pallacanestro ruvese, avvenuta nel 2002 in Serie B Dilettanti. Nel 2009, nonostante il settimo posto con l’uscita dai playoff nei quarti di finale, c’è il passaggio nel vertice del dilettantismo grazie al ripescaggio di Casalpusterlengo in Legadue. Da allora, etichettata da tutti come matricola senza speranze, di strada ne è stata percorsa, e degnamente, prima con la comodissima salvezza di due anni fa, culminata nel quarto di finale play-off contro la futura promossa San Severo, poi con una scorsa stagione da “primato invernale” e terzo posto in stagione regolare, a cui seguì un’egregia semifinale play-off persa  in 4 gare contro Ostuni, poi ripescata in Legadue.

RUVO:IL CONTESTO E LA SQUADRA. Un risultato che tuttavia, nonostante sia il più soddisfacente nella breve storia di questa compagine, non ha impedito malumori e delusioni da cui comunque si è riusciti a ripartire con dignità, forti del seguito oceanico del PalaColombo, di una saggia panchina come quella del varesino Giulio Cadeo, ma soprattutto di una  società solida ed ambiziosa, che vuole trovare coerenza in risultati diversi da quelli che fino ad ora l’hanno segnata: 4 sconfitte su 4 incontri, di cui tre disputati in casa, rispettivamente contro Omegna,Casalpusterlengo e Recanati: uno smacco da cui ci riprendere al più presto, trovando a Napoli lo slancio per azzannare un calendario più favorevole di qui a fine mese (trasferta a Santarcangelo e casalinga meno proibitiva contro Firenze). Questo possibilmente con l’ausilio di Cristian Villani: infatti proprio l’assenza del pugliese D.O.C. classe ’82 (consacrato a Potenza e poi con la finale promozione di Forlì due anni fa) potrebbe incanalare il match su un binario più favorevole ai partenopei, che si ritroverebbero senza un avversario che si esalta nei pressi del canestro ma che in carriera ha già dimostrato scarsa integrità fisica (la scorsa stagione diversi infortuni – uno di questi sempre alla prima  di campionato – ne hanno condizionato le prestazioni a Latina, dove non ha brillato: 11,6 punti con 3,3 rimbalzi e 2,8 perse, nonostante il 57% da 2 e i 3,1 assist).

Quanto alla struttura del roster hanno inciso pesanti novità rispetto alla scorsa stagione, soprattutto in uscita cessioni eccellenti a vantaggio delle concorrenti (Zerini,Bonfiglio,Pilotti e Ihedioha). Ciononostante, e soprattutto a dispetto di queste prime giornate, i pugliesi  si attestano per noi su un possibile obiettivo play-off. Lo si intuisce dalla prima importante novità in casa biancoblu, Rino Tomasiello: il play, bandiera per anni della Virtus Siena , è stato contattato anche da Napoli nella sua rifondazione, soprattutto per il suo essere giocatore di grande esperienza per la categoria, con mano sempre calda e la possibilità di vestire anche il ruolo di guardia: il rendimento è in crescendo, come testimonia la sfida coriacea contro Recanati (prima doppia cifra dell’anno, 16+11 accanto a 5 rimbalzi e 6 falli subiti nonstante alcuni problemi fisici), ma l’impatto contro le grandi è stato trascurabile e al momento gli 8,3 punti  con 3,3 recuperate  e 4,3 falli subiti non hanno instillato il vero valore aggiunto alla manovra ruvese.

Altra colonna portante dell’organico è Gints Antrops, ala lettone classe ’82 che pur provenendo da una stagione tribolata, iniziata ad Ozzano e proseguita a Rieti, dove la sua squadra è retrocessa al termine del campionato,non ha ancora trovato in Puglia le giuste premesse per tornare ai tempi d’oro di Trapani e Potenza: nelle prime 4 una sola partita in linea con le aspettative (alla seconda contro Casalpusterlengo, persa clamorosamente negli ultimi due minuti), e un 13,8 + 6,8 di media che, sporcato dalle 5 palle perse a partita, scaturisce anche da un inquietante 18% dall’arco.

A dare poi manforte nella costruzione della manovra, i pugliesi hanno confermato  Davide Bonacini, al secondo anno in maglia biancoblu: con gli 8.6 punti e 2.5 palle recuperate a partita della scorsa stagione l’emiliano è stato promosso all’interpretazione un ruolo da protagonista fino ad ora però assolto con dignità, distinguendosi anche come buon difensore, oltre che come attento passatore  (pesano il 9% da 3 e le 3 palle perse a partita, ciononostante 3,3 recuperate , 8,3 punti col 65% da 2 e 2,8 assist).

Al suo fianco potremmo trovare Daniele Merletto, playmaker classe ’93 proveniente dalla Virtus Matera, con cui ha fatto intravedere grandi potenzialità al momento però non ancora apprezzabili in toto . Nel reparto guardie Ruvo poi punta su un’altra scommessa che risponde al nome di Gianluca Valesin, classe ’92 proveniente da Caorle, dove si è messo in mostra la scorsa stagione; inoltre proviene dal settore giovanile di Treviso, marchio da sempre garanzia di qualità.

Sotto canestro troviamo quindi Frederic Emejuru (’88, ex Barcellona) e Marco Tagliabue (2,07 classe ’86), che sono stati chiamati a dare il giusto peso ai pugliesi. Quanto al 23enne di Roma,proveniente anch’egli dalla disastrosa stagione in terra pontina, c’è un rendimento che per la sua fisictà è ben al di sotto dei suoi standard potenziali (6,5 + 3,5 con 38% dalla lunetta e appena 3,5 rimbalzi in 22′ di utilizzo medio); Tagliabue invece torna nel dilettantismo dopo ben 5 anni trascorsi in Legadue con le casacche di Casale e Jesi, ed è risultato più che pronto nel mettersi in luce anche al piano inferiore, nonostante la leggera flessione contro Recanati: ci riferiamo al dodicesimo scorer della conference con 15,5 punti e 7,25 rimbalzi , a cui aggiungere il 48% dal campo, i 3,8 falli subiti e una resa affidabile da sotto ferro che andrà contenuta. Sempre dalla Legadue, sponda Reggio Emilia, arriva in prestito  Simone Zanotti (’92), ala pivot di 206 cm alla ricerca di minuti importanti in un campionato tosto e competitivo . A completare poi  il  roster  troviamo lo stabiese ex Gragnano Pasquale  De Martino (5,7 punti con 1,3 rimbalzi e 1,7 assist in 3 partite giocate a 20′),  Giuseppe De Leo e  Tommaso Laquintana, già nell’orbita di Teramo.

RUVO:LA TATTICA .Quanto al modello di gioco seguito dai pugliesi possiamo senz’altro dedurre che la loro filosofia si articola tutta sull’asse dell’aggressività immediata e la dichiarata propensione all’ attacco: le partenze infatti sono sempre state piuttosto brillanti, quindi servirà una gestione accorta e a bassissimo ritmo dei primi possessi. Dall’arco feriscono decisamente poco, quindi va prestata molta attenzione alle loro possibili soluzioni in mis-match,in particolare quelle di Tomasiello e Tagliabue, ma dai 6,75 resti la massima attenzione a lasciare Antrops piedi per terra. Massima cura occorrerà sia nel portare palla oltre metà campo sia nella precisione linee di passaggio offensive: i registi sono verti specialisti nei furi e i loro recuperi sono sempre in agguato.

Per il momento l’apporto under sembra limitato , e tra i senior vanno rimarcate  l’energia e l’intensità di Antrops così come il tonnellaggio di Tagliabue (da osservare il confronto diretto con Iannilli), mentre Emejuru vive di vere e proprie fiammate, quindi con un ponderato aumento delle rotazioni si potrebbe trovare il primo varco per l’affermazione nel match.

Circa la difesa osserviamo una abituale difesa a uomo che, condita di raddoppi e accenni al press, ha fruttato molto contro Recanati,e specialmente su Evangelisti:questo dovrebbe portare i pugliesi ad abbadonare qualsiasi zona che inneschi i nostri in un pronto riscatto rispetto agli errori di ieri, errori che speriamo e vogliamo stentino a riproporsi presso il pubblico di Fuorigrotta.