Simone Pianigiani ha costruito un gruppo solito sulle difficoltà (foto S. Paolella 2013)

Dal nostro inviato a Capodistria

Più che una manifestazione sportiva di alto livello questi Europei si stanno trasformando per chi scrive in un trattato di psicologia e sociologia avanzate, tanti sono i temi in gioco e i potenziali spunti di riflessione. La pallacanestro è uno sport estremamente veloce e dinamico, che vive di inerzia e ritmo, pertanto chi controlla questi due aspetti, aldilà dei meri aspetti tecnici, ha le maggiori possibilità di portarsi a casa la vittoria. In quest’ottica il lavoro fatto da Simone Pianigiani su un gruppo azzurro pronto per un tour a Medjugorje e reduce da un cammino di preparazione piuttosto stentato ha quasi del taumaturgico.

O forse, riprendendo il filo del ragionamento fatto dal mai banale Tavcar nel suo ultimo articolo, ha radici sociologiche e culturali. Storicamente come popolo abbiamo sempre reso al meglio quando messi in condizioni di difficoltà, con le spalle al muro, quasi se le condizioni al contorno provanti inneschino un meccanismo di sopravvivenza e riscatto. L’ambito sportivo non fa che confermare questa teoria, se pensiamo che due dei più grandi successi della storia dello sport azzurro  come i mondiali di calcio vinti nel 1982 e nel 2006 nacquero da situazioni di estrema difficoltà, con il movimento calcistico ridotto a macerie da scandali e comportamenti illeciti. Per la pallacanestro vale lo stesso, come dimostra il biennio d’oro 2003-2004 dove conquistammo bronzo europeo e argento olimpico con un team dalla spiccata mentalità operaia.

Questo gruppo azzurro 2013 potrebbe aver trovato quella stessa quadra, con gli uomini di maggior talento a fungere da traino inventandosi anche gregari all’occorrenza e giocatori di rotazione ad ergersi eroi di giornata di volta in volta. Nell’incontro con la Turchia è stato il turno della “linea verde” con Melli e Gentile a fare a fette rispettivamente un pacchetto lunghi ed esterni di dimensioni titaniche, senza aggiungere il terzo quarto disumano di Pietro Aradori. Se il clima dentro e fuori lo spogliatoio rimarrà questo, l’impressione è che la fase ad eliminazione diretta possa essere un traguardo meno impossibile di quando gli azzurri hanno iniziato il percorso di preparazione a questo Eurobasket.

Bogdan Tanjević

Bogdan Tanjević

La Turchia sembra invece affrontare il problema esattamente opposto, con un gruppo fatto di stelle e dal talento fisico tecnico per arrivare in zona medaglie ma completamente svuotato dal punto di vista mentale. Basti pensare che per convincere Asik a raggiungere il ritiro della nazionale in preparazione all’Europeo è dovuto intervenire direttamente il primo ministro. Con tali premesse anche un santone della pallacanestro Europea come Tanjevic è apparso inerme, tanto che nella conferenza stampa post partita ha affermato candidamente di non riuscire a capire i fattori scatenanti di un approccio così molle e disinteressato alla competizione. La sfida alla Grecia di questa sera sarà in questo senso decisiva per i suoi, che hanno ormai un piede e mezzo fuori dall’Europeo.

Proprio la Grecia di Trichieri veleggia invece spedita verso la seconda fase, mostrando un gioco essenziale, fatto di utilizzo centellinato del Pick and Roll, spaziature,  quasi un ritorno alle origini del gioco nella sua semplice essenza. Gli ellenici hanno dato prova di grande solidità, ed anche sul piano psicologico in panchina siede un allenatore in grado di toccare le giuste corde. Ai nostri microfoni Trinchieri ha affrontato i temi della successiva sfida con la Turchia, da lui definita “bestia ferita”, ma sempre con la consueta dose di buonsenso e serenità.

L’entusiasmo di Finlandia e Svezia, e l’insospettabile calore delle proprie tifoserie ha colorato gli spalti di un Bonifika mai del tutto pieno, nonostante la presenza della nazionale azzurra. A questo proposito il giusto plauso va dato ad una macchina organizzativa al momento perfettamente oliata, con un esercito di volontari entusiasti e cordiali, per un inizio di Europeo davvero molto promettente.