Post un po’ fuori programma e di tipo più leggero. L’asse ala forte-pivot rimane comunque in cassetto per il prossimo post ”regolare”.

La schiacciata di Justice

L’idea mi è venuta questa mattina. Come per tantissime altre persone anche per me i momenti più produttivi sono quelli a cavallo del sonno, o subito prima di addormentarmi, o di mattina appena mi alzo e sbrigo le necessità mattutine che, come dicono gli sloveni, anche il Papa deve sbrigare da solo. Stamattina sotto la doccia mi è capitato di pensare a quel assoluto fenomeno della natura che risponde al nome di James Justice che avrete sicuramente visto vincere la gara delle schiacciate dei college. Per chi non lo avesse seguito trattasi di tombolotto dato ufficialmente per 5 piedi 9 pollici, pari a 1 e 75 scarsi, che gioca in un oscuro college del Tennessee, mi sembra (ma non ha importanza). Intervistato dalla giornalista che dichiarava 5 e 8 appariva comunque più piccolo di lei, per dire. Ebbene ‘sto qua ha vinto la gara delle schiacciate per acclamazione quando in finale ha fatto rimbalzare la palla per terra, è saltato, l’ha presa, se l’è passata sotto le gambe e poi l’ha schiacciata tipo tomahawk. O giù di lì. Se non credete o non lo avete visto guardatelo su You Tube e vedrete che non ho esagerato. Anzi, guardando la gara, mi sono meravigliato e fortemente vergognato di me stesso, perchè quando il nanetto ha tirato lo schiaccione sopra descritto sono saltato sulla poltrona ed ho tirato un urletto tipo quelli che tirano per contratto i miei illustri colleghi ogniqualvolta uno qualsiasi segna da due metri dopo arresto e tiro, fondamentale, come si sa, di difficoltà estrema. Essendo un tipo altamente introspettivo ed autocritico mi sono subito chiesto da dove provenisse la mia eccitazione visto che, come certamente avrete capito, la schiacciata è una delle conclusioni nel basket che meno mi emozionino. Anzi normalmente la odio perchè per un pigro come me (per cui fare fatica inutile è il sommo della tortura) appare estremamente fastidioso che uno sprechi quantità inutili di energia solamente in funzione dello spettacolo, quella stessa energia che potrebbe servirgli molto più proficuamente qualche secondo dopo in difesa. E invece per il nanetto mi sono esaltato. E sono arrivato alla conclusione che era proprio perchè era un nanetto, dotato di un’elevazione da ”freak”, 52 pollici, che tradotto nella nostra moneta vorrebbe dire 131/132 cm, per cui il suo gesto aveva un senso che trascendeva qualsiasi considerazione ”normale”. Era dunque uno spettacolo vero, perchè di tutti i nanetti del mondo penso che solo lui potesse metterlo in scena.

Ed allora la mia mente ha continuato a rimuginare e per prima cosa mi sono chiesto quanto potesse fare uno del genere su una pista di atletica nel salto in alto. Non lo so, ma questa considerazione mi ha portato inevitabilmente, dopo l’insaponata e prima del risciacquo, a ragionare sui primati mondiali attuali nei salti senza attrezzo, alto, lungo e triplo. Pensando che il primato mondiale di salto in alto rimane, correggettemi se sbaglio, sempre e ancora il 2 e 45 di Javier Sotomayor stabilito quando ero ancora giovane e che attualmente i titoli mondiali ed olimpici si vincono con misure che erano alla portata nella preistoria dell’atletica a gente come Stones e Wszczola, mi sono chiesto (maliziosamente e retoricamente, lo ammetto) come mai gli straordinari progressi fisici che l’umanità va compiendo verso un futuro di supermen sia limitato solo al basket e non tocchi la regina degli sport. Che pure, nelle debite proporzioni, oggigiorno fa guadagnare molto di più che non in passato e dunque, tutto sommato, uno dotato dovrebbe anche praticarla. Per cui mentre mi asciugavo godendo del benefico effetto dell’ultima passata con l’acqua gelida ho cominciato a sognare ad occhi aperti. E mi sono detto: se solo potessi essere per un giorno il re del mondo una delle cose futili che farei (dopo aver dato dignità e da mangiare a tutti i bambini del mondo come prima cosa, va da sè) sarebbe quella di interdire il basket a tutti i pipponi che schiacciano come ossessi nell’NBA, ma non hanno un’idea sparata di cosa sia il gioco del basket, con ciò inquinando in modo terminale il gioco che una volta era il più bello del mondo, e li inchioderei alla pista di atletica perchè finalmente si dedicassero allo sport fatto per loro, sport che potrebbe finalmente nobilitarli per quello che sono, cioè grandissimi atleti. E, onestamente, non vedo quale vergogna sarebbe se abbandonassero il basket che profanano ed andassero a dare nuova decisiva linfa alla, come detto, regina degli sport.

E allora, continuando a sognare mi sono detto: qualcuno al mondo un po’ più alto di Justice con la stessa elevazione ci sarà pure. Anzi, probabilmente nell’NBA ce ne sono tanti. Già detto di Griffin che sarebbe il dominatore storico del decathlon, basta vedere le gare delle schicciate per capire che sono in tanti a portare il baricentro ben oltre i 2 metri e mezzo. Va da sé presumere dunque che il limite attuale del record del mondo di salto in alto sia attorno ai 255-260. Inciso: qualcuno potrebbe dire: vedi che ti stai dando la zappa sui piedi e che il progresso atletico c’è stato realmente? Risposta immediata: cito un’intervista apparsa anni annorum fa sul Giorno del grandissimo coach di Mennea Vittori che a precisa domanda rispose: “I record attuali nell’atletica sono fasulli perché quelli che potrebbero batterli facilmente giocano tutti a basket.” Già allora. Dr.J? Thompson? Larry Nance? Chi li ricorda? Tornando a bomba: nel salto in lungo basta avere in mente le famose schiacciate prima di Dr.J e poi di Michael Jordan con stacco sulla linea di tiro libero. Avendo in vita mia dipinto un’infinità di volte sul nostro campetto le righe del campo di basket e ricordando che la linea del tiro libero si trova a 4 e 20 dal canestro, che il tabellone è 1 metro e 20 dalla linea di fondo e che ambedue i suddetti atterrarono circa mezzo metro dietro la linea di fondo, un semplice calcolo permette di assodare che saltarono in lungo sui 6 metri e 20 andando nel frattempo a schiacciare, dunque con parabola altissima. E non occorre essere Newton per capire che con una parabola più adatta già allora, senza alcun allenamento specifico, erano capaci di salti attorno agli 8 metri. Aggiungendo l’allenamento, trovando gente più adatta muscolarmente al salto in lungo, non credo sia troppo azzardato supporre che salti attorno ai 9 metri, 9 metri e 20 dovrebbero essere routine. Come ritengo che nel triplo una misura più adatta alle capacità attuali degli atleti sia attorno ai 19 metri, per essere ancora cauto.

Sogni mattutini? Molto probabilmente sì. Però ero lo stesso curioso di metterli nero su bianco anche per vedere se c’è qualcuno che la pensa più o meno come me, ma soprattutto per confrontare le mie opinioni magari con qualcuno più versato nelle cose dell’atletica che potrebbe dare un apporto ben più specifico e circostanziato nonché suffragato da prove sia teoriche che empiriche. E magari dirmi che sto dicendo un mucchio di sciocchezze. Spero proprio di no, perché allora la mia speranza di liberarmi dai talenti dell’atletica piombati per caso a far danni sui campi di basket riceverebbe un durissimo colpo e dovrei rassegnarmi al fato che da qui alla fine dei miei giorni dovrò continuare a sorbirmeli.