Dal nostro corrispondente

New York Knicks-Utah Jazz 113-84

NEW YORK, NY Uno splendido cielo sereno ed una temperatura primaverile regalano ai newyorkesi un bellissimo sabato. Ma verso sera, nuvole nere gonfie di cattivi presagi, appaiono nel cielo di midtown: i Knicks giocheranno stasera senza le loro due superstar.

Benvenuti al Madison Square Garden, l’arena più famosa del mondo, dove stasera i New York Knicks, reduci dalla sconfitta all’ultimo respiro contro Oklahoma City, ospitano gli Utah Jazz che, dopo aver perso a Chicago, vedono sempre più a rischio il loro ottavo posto nella Western Conference e la relativa partecipazione ai playoff.

Amar'e Stoudemire salterà le prossime sei settimane (Foto: bleacherreport.com)

Amar’e Stoudemire rientrerà solo per i playoff (Foto: bleacherreport.com)

Come accennato grossi problemi di formazione per i padroni di casa: infatti oltre a Carmelo Anthony, che salta la sua terza partita consecutiva dopo l’infortunio accusato nella vittoriosa trasferta di Cleveland, coach Woodson dovrà fare a meno, purtroppo fino alla fine della regular season, di Amar’e Stoudemire che, nell’allenamento del mattino, ha rimediato anche lui un problema al ginocchio destro.

A dare la notizia è stato lo stesso ex allenatore degli Atlanta Hawks: È la perdita più grossa che potessimo avere — ha dichiarato nella conferenza stampa pre-partita — ma possiamo solamente aspettarlo continuando la nostra stagione senza piangerci addosso”. Ha anche aggiunto che toccherà a Camby, Thomas e Martin dividersi l’onere di sopperire all’assenza di Stat.

Alla palla a due New York si presenta con Raymond Felton, James White, Tyson Chandler, Iman Shumpert e Kurt Thomas. Per i Jazz saranno DeMarre Carrol, Mo Williams, Randy Foye, Derrick Favors e Al Jefferson ad iniziare la partita.

I primi minuti sono decisamente complicati per i Knicks: Felton e Shumpert litigano col pallone e Utah mette a segno 11 punti in due minuti. Time out obbligato per coach Woody che vuole parlarci su. Ed evidentemente trova le parole giuste perché al rientro in campo la squadra appare completamente trasformata e realizza 19 punti lasciandone solamente 2 agli avversari. Le assenze di Stat e Melo si potranno anche far sentire in attacco ma i loro sostituti sono sicuramente più aggressivi in difesa e si vede: Utah non ha un tiro facile che sia uno grazie ai blitz degli indiavolati Knickerbockers in continuo raddoppio sul portatore di palla. E se poi anche Steve Novak, che nella vita sa solamente tirare (peraltro molto bene) con i piedi ben piantati a terra, si permette un palleggio con arresto e tiro ed una penetrazione con appoggio al tabellone, forse le nuvole sopra il Garden non sono così scure.

Kenyon Martin, che sembra essersi levato di dosso la ruggine dei mesi di inattività, si cala perfettamente nella parte di vice-Amar’e con due poderose schiacciate entrambe imbeccate da Smith.

Gordon Hayward (AP Photo/George Nikitin)

Gordon Hayward (AP Photo/George Nikitin)

Ma i Jazz non ci stanno a recitare la parte dello sparring partner e ribattono colpo su colpo soprattutto con Gordon Hayward: l’ex giocatore di Butler infatti realizza il suo quinto e sesto punto con un jump shot che riavvicina il punteggio (25-21) alla fine del primo quarto di gioco.

A metà della seconda frazione New York però prova la fuga: la penetrazione di J.R. si conclude con una prepotente schiacciata, seguita da tre, come al solito micidiali, triple di Novak e poi ancora da una bomba ed un jumper di Felton. 15 punti di parziale, con i Knicks che vanno a +16. E giocano bene, molto bene: gli attacchi sono puliti e ben distribuiti ma è soprattutto la difesa ad impressionare: sembrano affamati, cattivi e ancora più uniti del solito.

C’è anche il tempo per uno spettacolare alley oop di Prigioni per Chandler subito prima del riposo lungo con i Jazz che portano negli spogliatoi un passivo di 17 punti (55-38).

Il secondo tempo inizia con gli spalti mezzi vuoti, segno evidente che i nuovi ristoranti del Garden sono particolarmente apprezzati, e con New York che non si ferma anzi: un nuovo parziale di 14-4 porta il distacco ad un imbarazzante +26. Ok, passi la grande difesa della squadra di casa, la stanchezza per la tiratissima sfida di ieri e  la scarsa vena offensiva di Al Jefferson, ma 42 punti che i Jazz hanno a referto dopo mezzora di gioco sono davvero pochi.

Utah non è fisicamente in grado di reggere il confronto con questi Knicks e coach Corbin si risiede in panchina accettando la sconfitta ancora prima dell’ultimo riposo.

Curioso episodio è quello che vede protagonista Kurt Thomas: una sua conclusione dalla media distanza non raggiunge nemmeno il ferro: il più classico degli errori che normalmente, nelle arene avversarie, viene salutato dal coro “air ball – air baaall” ma che, in una partita come questa, passa praticamente inosservato a tutti ma non al giocatore più vecchio della lega il quale, inferocito, rientra in panchina rifiutando l’high-five dei compagni e lanciando lontano l’asciugamano offertogli dall’addetto.

NYK - Utah

Il Garden, come sempre tutto esaurito quando giocano i Knicks

L’ultimo quarto è la festa delle riserve con Smith e Novak che, partecipando alla sagra del tiro da tre, migliorano le proprie statistiche dando vita ad un interessante duello, molto apprezzato dal pubblico di casa, per il titolo di top scorer dell’incontro (alla fine la spunterà il tatuato 24-20).

New York supera indenne questa partita senza i suoi giocatori più rappresentativi. Ora si profila una lunga trasferta ad ovest anche per lasciare spazio al torneo della Big East Conference che pure quest’anno ha sede qui al Madison. Il prossimo appuntamento è per lunedì contro i Golden State di quel Stephen Curry che una decina di giorni fa è entrato nella storia proprio affrontando i Knicks.

Utah confermando il suo mal di trasferta (lontano dalla EnergySolutions Arena ha collezionato solamente dieci vittorie) ha quarantotto ore di riposo prima di rientrare fra le mura amica per la sfida con Detroit.

Negli spogliatoi James White ha dichiarato ai taccuini di Dailybasket.it: Sono contento di questa mia stagione a New York soprattutto adesso che parto nel quintetto titolare. Ancora una volta vorrei salutare e ringraziare i tifosi italiani per i due splendidi anni (a Sassari e Pesaro n.d.r.) passati da voi.

 

New York Knicks: J.R. Smith 24, S. Novak 20. Reb (39): T. Chandler 9, K. Martin 6, J.R. Smith 6. Ast (21): R. Felton 4.

Utah Jazz: A. Burks 14, G. Hayward 13. Reb (40): E. Kanter 7, Ma. Williams 7. Ast (13): Mo Williams.


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