Carmelo Anthony (AP Photo/Henny Ray Abrams)

Dal nostro inviato

Dopo la grande vittoria contro Miami è arrivato il momento del primo matinée stagionale al Madison Square Garden di New York. Gli avversari dei Knicks sono i Philadelphia 76ers, una squadra giovane che viene dalla vittoria all’esordio stagionale contro i Denver Nuggets, ma che deve continuare a fare a meno del grande innesto estivo, quell’Andrew Bynum arrivato dai Lakers portando in eredità i soliti problemi al ginocchio.

I quintetti sono quelli annunciati, con Jason Richardson titolare per coach Collins, ma che deve subito uscire dal campo per una distorsione alla caviglia. La partenza è molto divertente e lo testimonia il punteggio di 19-12 per i Knicks con 5.22 da giocare nel primo tempo. Le squadre sembrano avere deciso di non difendere, e i Knicks, che già vengono da una prestazione al tiro straordinaria contro gli Heat, non si lasciano pregare. Ronnie Brewer, di nuovo in quintetto, è il più attivo dei suoi, ma anche Melo Anthony sembra voler riprendere da dove aveva lasciato venerdì sera, con energia e tiro da tre.

Il finale di quarto vede i Knicks sempre saldamente davanti, e si vedono i primi isolamenti di Melo contro Thaddeus Young. La velocità delle due squadre fa divertire il pubblico, favorito anche dai pochi falli commessi: il tiro libero sbagliato da Melo sul finale di tempo regala un rimbalzo offensivo trasformato in tripla dal solito Steve Novak.

I Knicks prendono così 10 punti di vantaggio e subito dopo l’inizio del secondo periodo, con coach Collins costretto a richiamare i suoi. É infatti JR Smith, insieme al solito energico Brewer, a dare il contributo che tutti i tifosi di casa si aspettano dall’ex Denver, con 4 veloci punti per il 39-29 New York, momento di gara in cui risalta il fallo antisportivo fischiato a Kurt Thomas per un brutto intervento (alla Kurt Thomas) su Evan Turner.

Il giropalla dei Knicks sembra non soffrire di incostanza, capace sempre di trovare l’uomo giusto con almeno 2 metri di spazio: è nuovamente il turno del solito noto Novak, che segna la sua seconda tripla e porta i suoi sul +11. Un periodo di gioco in cui risalta il duello più affascinante della gara, senza dubbio quello già citato fra Young e Melo, con quest’ultimo che fa impazzire il pubblico dopo una virata spalle a canestro capace di mandare l’avversario completamente dall’altra parte, come un portiere spiazzato su calcio di rigore (canestro del 46-39).

Jrue Holiday (AP Photo/Henny Ray Abrams)

I presupposti sono i migliori per i Knicks, “unselfish”, bravi a contenere la velocità dei giovani Sixers e con un Anthony che sembra davvero un giocatore più maturo, pronto a fare il salto di qualità definitivo. La determinazione della squadra di coach Woodson è tanta e lo dimostra anche il fallo tecnico fischiato contro Melo con la sua squadra avanti di 14, segnale importante che differenzia queste prime uscite di New York rispetto alla squadra svogliata vista in passato. Giustamente non si può dare la vittoria per scontata, e i Sixers, nonostante un pessimo Evan Turner che segna il suo primo canestro dal campo solo contro una grande difesa di Melo, si rifanno sotto e chiudono il terzo periodo sotto la doppia cifra di svantaggio (75-66).

L’ultimo quarto comincia sotto il segno delle triple, ben tre, di JR Smith, bravissimo uscendo dalla panchina. I Sixers ci provano solamente con le azioni individuali dei vari Holiday e Young e si ritrovano sotto di 17 punti: a 7 minuti dalla sirena conclusiva il punteggio è 88-71. Poco dopo, in maniera molto prematura, i tifosi di casa cominciano a invocare Rasheed Wallace, come se fosse uno Scalabrine qualunque, anche se probabilmente non siamo ancora in un vero e proprio “garbage time” a -11. L’ex Boston regala un emozione ai suoi tifosi, segnando in isolamento nel mismatch con Nick Young. Dalla panchina cominciano ad alzarsi le “riserve”, momento che significa game over. Finisce 100-84. Il risultato è a favore dei New York Knicks, che grazie ad un altra solida prestazione offensiva ma a tratti anche difensiva, si sbarazzano quasi facilmente dei Philadelphia 76ers, fra i quali risaltano i soli Thaddeus Young (16 p.) e l’ottimo ma a volte poco lucido Holiday (27 p.). Per New York è la prima volta in 14 anni che arrivano due vittorie nelle prime due gare della stagione, risultato raggiunto grazie al solito Melo, autore di 27 punti, aiutato dalla grande prestazione di JR Smith (20 punti con un ottimo 8/15 dal campo).

L’appuntamento per i tifosi di casa è per venerdì quando al Garden arriveranno i Dallas Mavericks.