Dal nostro corrispondente

NEW YORK, NY – Come si dice? “Natale con i tuoi…”. Eh già, il 25 dicembre è la giornata dedicata alla famiglia. Ci si sveglia, si corre a vedere se anche quest’anno Babbo Natale si è ricordato di noi e ci si siede a tavola con tutti i parenti (proprio tutti, anche quelli che ci stanno antipatici). Poi, dopo quattro ore e quattro chili in più, ci si alza, ma solo per andare in salotto a giocare a tombola usando i fagioli per coprire i numeri usciti.

Il Barclays Center, alla luce del giorno perde un po' del suo fascino (Foto di Luca Weber)

Il Barclays Center, alla luce del giorno perde un po’ del suo fascino (Foto di Luca Weber)

Ma per chi vive a settemila chilometri da familiari ed amici il Natale potrebbe essere un giorno un po’ triste, un po’ malinconico e un po’ cupo. Forse, ma non a New York, e soprattutto non quando le sue due squadre giocano in casa (i Nets a mezzogiorno, i Knicks alle due e mezza). Perché, per chi come tutti noi ama questo gioco meraviglioso, la pallacanestro è un’altra grande famiglia.

E allora, con l’espressione felice di un bambino che ha ricevuto la Playstation 4, usciamo di casa verso le dieci del mattino. No, non ci vogliono due ore per andare a Brooklyn, ma nei giorni di festa, così come di domenica, la metropolitana perde molta della sua ben nota efficienza e diventa… terribile. Ed infatti, hanno ben pensato di trasformare la linea 2 da espressa a locale, ovvero che ferma in tutte le stazioni, che in soldoni significa metterci una vita! E quando,  finalmente, si sbuca dalla fermata di Atlantic Avenue ci si trova davanti un Barclays Center completamente diverso da quella splendida struttura che siamo abituati ad ammirare dopo il calar del sole. Il color ruggine non gli da merito, proprio no. Vabbé… meglio entrare.

Sbrigate le formalità dell’accredito e consumato il lauto pranzo natalizio che i Nets hanno messo a disposizione, è tempo di prendere posto in una desolata sezione stampa. Evidentemente ai giornalisti americani non piace molto l’idea di lavorare sotto le feste.

NETS vs BULLS – Happy Holidays Brooklyn! E pronti per questa partita che, quando il calendario è stato stilato, doveva rappresentare il top della eastern conference e che invece si presenta in tono dimesso. A causa delle pesanti assenze: infatti ai padroni di casa manca Brook Lopez, fuori per tutta la stagione, ed Adrei Kirilenko. Ma comunque la squadra di Jason Kidd non ha mai dato l’impressione di essere all’altezza delle aspettative prestagionali. Gli ospiti invece, che anche quest’anno dovranno fare a meno di

Bulls vs Nets, con le "magliette" del giorno di Natale (foto da ftw.usatoday.com)

Bulls vs Nets, con le “magliette” del giorno di Natale (foto da ftw.usatoday.com)

Derrik Rose, convivono con una stagione negativa di Joakim Noah (giocatore che sembra aver perso tutta la sua carica energetica) e con alcune discutibili scelte di mercato, come quella di privarsi del piccolo grande Nate Robinson e del nostro Belinelli, che tanto bene sta facendo in Texas.

Con l’ingresso in campo dei giocatori si capisce subito che non devono essere molto simpatici a Santa Klaus. Infatti sotto l’albero hanno trovato quelle orribili t-shirt con cui giocheranno quest’oggi. In realtà, tutte le squadre impegnate in questa giornata, indosseranno delle t-shirt in luogo delle tradizionali canottierie. Un esperimento della NBA quindi e che si spera tale rimanga.

L’inizio è quello classico dei matinee, con i giocatori ancora assonnati e gli spettatori ancora per strada. I soli Boozer e Williams sembrano aver digerito il cenone e dominano le loro squadre per energia e punti segnati.

Le Brooklynettes, in versione natalizia (Foto di Luca Weber)

Le Brooklynettes, in versione natalizia (Foto di Luca Weber)

Un po’ di entusiasmo provano a portarlo le Brooklynettes, con una coreografia natalizia, nell’intervallo fra i primi due quarti. E mentre le cheerleader ballano, Kevin Garnett, con molta pazienza, tenta di spiegare a Reggie Evans alcuni movimenti offensivi. Perché, se l’ex Clippers e Raptors, di sicuro non farà rimpiangere Lopez come rimbalzista, qualche problema in più ce l’ha in fase realizzativa.

Ed un primo tempo dai ritmi molto lenti si chiude in sostanziale equilibrio (41-38).

Diverso invece il terzo quarto. Quasi imbarazzante per i padroni di casa che subiscono 36 punti e che gettano alle ortiche la loro partita, rendendo però molto più semplice la scelta di molti in sala stampa. E allora via, di ritorno “in città” (così i newyorkesi chiamamo Manhattan), mentre alla Barclays si giocano gli ultimi dodici minuti di puro garbage time, con i Bulls che festeggiano il loro Natale in panchina e con i Nets, con la testa china come i bambini che hanno ricevuto solo il carbone.

KNICKS vs THUNDER –  Merry Christmas dal Madison Square Garden, l’arena più famosa del mondo, dove, all’ingresso in sala stampa, arrivano subito le brutte notizie. I Knicks, che recuperano Kenyon Martin, dovranno fare a meno di Carmelo Anthony e Raymond Felton, oltre a Metta World Peace e Pablo Prigioni. E se già sembrava difficile, ora è ai limiti dell’impossibile. Quintetto quindi con Udrih in regia e Smith al posto di Melo.

L’inizio è divertente con lo sloveno ex Milano e Shumpert che divertono con azioni da showtime, con Hardaway Jr. che segna una tripla da dieci metri e con Bargnani (QUI i suoi auguri ai lettori) preciso e concentrato molto più che nelle ultimi uscite. E poi c’è J.R. che, dopo il suo terrificante inizio di stagione, sembra aver ripreso un po’ il ritmo, ed è da subito il miglior marcatore dei suoi.

Anche il GardenVision del MSG festeggia il Natale (Foto di Luca Weber)

Anche il GardenVision del MSG festeggia il Natale (Foto di Luca Weber)

Ma i Thunder però sono forti, tanto forti, troppi forti. E, seppure con al massimo la terza ingranata (ma non mancano alcune azioni spettacolari), all’inizio della seconda frazione sono già in vantaggio di 15 punti (con Kevin Durant a quota 16). Distanza che rimarrà pressoché invariata fino alla fine del primo tempo (60-46), quando arrivano anche i primi buuuuu dal pubblico. Ma a New York, di questi tempi, non fanno più notizia.

Stesso discorso il secondo tempo, con Oklahoma City che, con disarmante facilità, aumenta il proprio vantaggio ancora con Durant, che si permette penetrazioni da guardia, con Ibaka che segna da tutte le posizioni e con Westbrook che, prima aiuta gli addetti nella pulizia del parquet, e poi piazza una silente ma tramortente tripla-doppia.

E anche su questa sponda dell’East River l’ultima frazione è di pura accademia, con il secondo (o forse anche terzo) quintetto degli ospiti che porta il vantaggio vicino ai 30 punti.

Ha fatto bene la NBA a far giocare oggi le due della Grande Mela, perché erano davvero in vena di regali. Sembra un tunnel senza fine quello percorso dalle newyorkesi, ma oggi è Natale e Woodson e Kidd ci penseranno da domani. Sempre che domani siano ancora sulle loro panchine.

 

Brooklyn Nets-Chicago Bulls 78-95

Brooklyn Nets: D. Williams, 18, M. Teletovic 17. Reb (39): R. Evans 13, K. Garnett 7. Ast (11): D. Williams 4.

Chicago Bulls: T. Gibson 20, J. Buttler 15. Reb (45): T. Gibson 8, J. Noah 8. Ast (20): D.J. Augustin 5.

 

New York Knicks-Oklahoma City Thunder 94-123

New York Knicks: A. Stoudemire 22, T. Hardaway Jr. 21. Reb (42): T. Chandler 9, I. Shumpert 7. Ast (23): B. Udrih 6.

Oklahoma City Thunder: K. Durant 29 , S. Ibaka 24. Reb (46): R. Westbrook 13, K. Durant 7.  Ast (32):  R. Westbrook 10.