Dal nostro corrispondente

New York Knicks-Philadelphia 76ers 106-110

NEW YORK, NY – Quando nevica  le città diventano silenziose. Quasi che tutti vogliano godersi in silenzio lo spettacolo meraviglioso che la natura regala. E allora la gente sembra camminare in punta di piedi, gli automobilisti non usano più il clacson e nessuno urla più per strada. E la città che non dorme mai non fa eccezione, anzi, per una volta si prende il giorno libero. La città, ma non il Madison Square Garden che, anche stasera, è pieno. Nonostante tutto.

Nonostante i Knicks, dopo un inizio di 2014 che lasciava bene sperare, siano ripiombati nel baratro. Nonostante l’imbarazzante sconfitta del derby di lunedì. Nonostante Carmelo Anthony appaia ogni giorno più lontano e nonostante il Mago sia stato risucchiato dalla squadra, nel girone dalla mediocrità.

Michael Carter-Williams, ancora un'ottima prestazione per il Rookie di Philly

Michael Carter-Williams, ancora un’ottima prestazione per il Rookie di Philly

Ma stasera c’è l’ennesima occasione per rifarsi, l’ennesima occasione per uscire da quel luogo buoi e rivedere un po’ di luce. Ci sono i 76ers in una sfida della Atlantic Division, 76ers che arrivano a questa partita con sole tre vittorie nelle ultime dieci disputate e che, dopo un incoraggiante inizio, guardano tutti dal basso dell’ultimo posto.

I Knicks accantonano l’esperimento del doppio play (Felton+Prigioni) e rimettono Shumpert a fianco del ex North Carolina. Gli ospiti hanno fra i partenti quel Carter-Williams che ben conosce il parquet dell’arena più famosa del mondo, avendoci giocato (e perso in finale) lo scorso torneo della Big East, quando ancora era un Orangeman.

LA PARTITA – L’inizio è scoraggiante. Con i padroni di casa che in difesa (soprattutto sui pick and roll) ci capiscono poco, e che, in attacco, sono lasciati “soli” da un Anthony stranamente tranquillo (solo 1 punto segnato nei primi 12 minuti). Dall’altra parte si mette in evidenza Evan Turner oltre al talento cristallino di Michael Carter-Williams. E la fine del primo quarto vede gli ospiti in vantaggio 33-26.

Diventano 5 i punti di distacco al riposo lungo. Knicks che si attaccano al risveglio di Melo (14 punti per lui), ai 13 del Mago ed ai 12 di Shumpert. Il resto è notte fonda. Ma New York è migliore di così. Certo, non è la squadra dell’anno scorso (non tanto per il roster, quanto per il rendimento dei singoli), ma di sicuro può dare di più.

LA RIPRESA – Redbull a manetta per i newyorkesi durante l’intervallo, e, in due minuti, riagguantano Philly e la costringono al timeout. Effetto energetico che dura poco però, ed i padroni di casa ripiombano nel luogo buio. Certo, se difendi in questo modo, se concedi 41 rimbalzi in trentasei minuti, non puoi aspettarti altro.

Ma quando si tocca il fondo si può solo risalire. Ed i Knicks, ad inizio dell’ultimo quarto, piazzano un parziale di 10-0 che scatena i tifosi del Garden. Ma, se ad ogni parziale corrisponde un contro parziale, i 76ers affondano un 12-2 che li riporta in testa a cinque minuti dalla fine.

Mike Woodson, poche idee e confuse (Foto di Jessica Hill)

Mike Woodson, poche idee e confuse (Foto di Jessica Hill)

È un vantaggio minimo, facilmente colmabile. Sì, ma non per i Knicks di stasera, non per i Knicks di questa stagione, che chiudono un’altra, ingloriosa, serata sconfitti 110-106.

QUINTETTO DIFESIVO – In conferenza stampa, Mike Woodson ha dichiarato di avere tenuto in panchina il mago per tutto il quarto finale, perché voleva in campo un quintetto più difensivo. Ma quando i tuoi avversari fanno quello che vogliono sotto canestro (54 rimbalzi), lasciare fuori uno che aveva difeso bene ed assestato 4 stoppate, non è una grande idea.

 

New York Knicks: C. Anthony 28, A. Bargnani 20. Reb (39): T. Chandler 14, I. Shumpert 8. Ast (24): R. Felton 8.

Philadelphia 76ers: E. Turner 34, M. Carter-Williams 19. Reb (54): M. Carter-Williams 12, E. Turner 11. Ast (28): M. Carter-Williams 7.