Dal nostro corrispondente

New York Knicks-Atlanta Hawks 90-110

Il momento dell'inno (Foto di Luca Weber)

Il momento dell’inno (Foto di Luca Weber)

NEW YORK, NY Un sabato sera qualunque nella grande mela. Times Square superaffollata e nemmeno un posto a sedere sulla famosa scalinata. Tempi di attesa biblici ovunque servano da mangiare, dalla fancy steakhouse di Hell’s Kitchen alla pizzeria al taglio di Joe nel West Village (quella dove lavorava il giovane Spiderman). Taxi liberi più difficili da trovare di un afroamericano in Montana e signorine senza calze ed in gonna corta a sfidare il meno uno per entrare nel locale più cool del Meatpacking District. Un sabato sera che durerà fino alle prime luci del mattino per tutti quelli che avranno perso l’ultimo autobus per il New Jersey e che si risveglieranno senza ricordare nulla della nottata appena trascorsa. Ma in questo sabato sera, fra la settima e la trentaquattresima oltre ai ragazzotti pronti a vivere tutto quello che questa grande città ha da offrire ci sono i papà che portano i figli (tanto domani niente scuola) alla loro prima partita NBA. Della squadra della loro città e che presto avrà un posto speciale nel loro cuore. E forse per loro non è un sabato qualunque.

Benvenuti al Madison Square Garden, l’arena più famosa del mondo, dove stasera i padroni di casa, reduci dalla sconfitta di misura con Houston, affrontano gli Altanta Hawks che arrivano dalla vittoria di Philadelphia di meno di ventiquattro ore fa. È il secondo scontro in pochi giorni fra le due squadre dopo la partita di mercoledì in Georgia quando furono i Knicks ad avere la meglio per 95-91.

IL GAME – In pregara Woodson, annunciando l’assenza di Metta World Peace per un dolore al ginocchio sinistro, comunica che fra i titolari parte ancora J.R. Smith (con Melo da quattro e il Mago in mezzo). Si punta quindi sul quintetto piccolo. Nessuna novità per gli ospiti, da tenere d’occhio Jeff Teague autore di 33 punti ieri sera contro Philly.

Knickerbocker che giocano in arancione, Hawks in rosso. Non il sistema migliore per distinguere i giocatori soprattutto in tv ed al

Knicks in maglia arancio (Foto USA today)

Knicks in maglia arancio (Foto USA today)

computer. Scelta di sicuro carattere commerciale, ma forse la nuova jersey andrebbe usata in trasferta. La NBA che dice?

Inizio dai ritmi lenti con le due squadre che non corrono (nemmeno un contropiede nel quarto di avvio) ma passeggiano da un lato all’altro e proseguono appaiate per i primi 12 minuti. All’inizio della seconda frazione sono gli ospiti, con un parziale di 12-3 (34-26) ha dare la prima accelerata alla gara.

I padroni di casa rimangono comunque in linea di galleggiamento nonostante i tanti tiri non contestati di Atlanta che non affondano il colpo commettendo molti errori gratuiti. Il Mago si fa vedere soprattutto in difesa con una gran stoppata più recupero a metà del secondo quarto sulla penetrazione di Carrol. Ormai tutte le buone giocate del romano sono salutate con un’ovazione dal pubblico, segno di un legame che si va sempre più cementando. Fa un po’ più di fatica invece in attacco dove segna solo dalla lunetta (5 punti) e trovando il primo canestro (che vale tre) dal campo solamente a tre minuti dalla fine.

Carmelo Anthony, nonostante un inizio molto tranquillo, si dimostra il primo nella speciale categoria di prendere i rimbalzi sui propri errori ed a metà partita è già in doppia doppia con 14 punti e 10 rimbalzi. I newyorkesi tornano negli spogliatoi sotto 54-47.

Ma quando le squadre rientrano sul parquet inizia il “J.R. Smith Show”, in negativo però. Tanti, troppi isolamenti per il numero 8 che non è in serata (chiuderà con un inguardabile 3 su 18). Certo, non è colpa di Woodson, ma quando un tuo giocatore tira così male forse è il caso di fermarlo. E dagli spalti iniziano a cantare “Fire Woodson” [licenziare Woodson].

Kyle Korver (Foto/John Bazemore)

Kyle Korver (Foto/John Bazemore)

All’inizio dell’ultimo quarto, per la serie “Siamo un po’ tutti Klaus Dibiasi” incredibile tuffo di Ayon che si lascia cadere come una mela un po’ troppo matura (che di sicuro gli costerà la multa) ma che trae gli arbitri in inganno. Pochi secondi dopo ad Andrea viene fischiano un altrettanto ridicolo fallo tecnico. È la scintilla che finalmente sveglia i New York Knicks. Due triple di Shumpert e 4 punti di Melo riportano a contatto (-2) i padroni di casa proprio nel momento in cui gli avversari sembravano scappare via. Ma Mike Woodson decide di fare riposare Anthony e Bargnani e gli Hawks si riprendono il palcoscenico. Salgono in cattedra il bombardiere Kyle Korver (due triple, una delle quali con un gioco da 4), Paul Millsap e Jeff Teague che, con le loro penetrazioni, riportano immediatamente il loro vantaggio in doppia cifra.

Ai Knicks non riesce la contro-reazione e piano la partita scivola via senza che riescano/provino più a riprenderla.

I tifosi, ancora una volta, iniziano a lasciare il Garden a cinque minuti dalla fine (in verità con la partita già abbondantemente finita) con la testa bassa e senza nemmeno più la voglia di lamentarsi.

LOCKER ROOM – Clima triste ed a tratti nervoso negli spogliatoio con Kenyon Martin si rende protagonista di uno spiacevole episodio quando insulta un giornalista spagnolo “reo” di essersi avvicinato troppo al suo armadietto. Risposte sussurrate e quasi identiche per Melo, Shumpert e Stat che sostengono quanto sia necessario parlarsi e cercare quell’unità di gruppo che sicuramente sembra smarrita sul rettangolo di gioco.

Al coach è fatto invece notare come i parziali negativi siano arrivati all’inizio dei quarti pari quando Melo e l’azzurro sedevano in panchina. La sua risposta è stata un poco convinto “Devo far giocare tutti”.

POLLICE ALZATO –  Per l’ennesima ottima prova di Andrea Bargnani (16 punti e 9 rimbalzi) che prosegue la sua personale striscia positiva.

Le City Dancers ridotte a lanciare t-shirt

Le City Dancers ridotte a lanciare t-shirt

POLLICE VERSO – Perché ancora una volta le City Dancers non hanno ballato. Mentre due sono state le esibizioni dei City Kids ed una delle Rockettes in prestito dal consociato Radio City Music Hall. Forse al proprietario non piaceranno, ma gli oltre diciannovemila sugli spalti e tutti quelli seduti nella media row le vorrebbero rivedere. James Dolan, sia gentile!

I Knicks e Bargnani sono attesi martedì a Detroit per il derby con Datome, gli Hawks lunedì sera a casa dei campioni in carica.

New York Knicks: C. Anthony 23, A. Bargnani 16. Rim (48): C. Anthony 12, A. Bargnani 9. Ass (19): R. Felton 5.

Atlanta Hawks: J. Teague 16, K. Korver 15. Rim (36): P. Millsap 13. Ass (20): P. Millsap 5.