Kawhi Leonard non ha sbagliato gara 1 ed è stato decisivo per la vittoria dei suoi (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Kawhi Leonard (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)

Qual è il giocatore che sotto i 23 anni ha il maggior numero di partite di playoff in cui tira dal campo almeno con il 50%, da tre con almeno il 40%, prende almeno 5 rimbalzi e gioca almeno 20 minuti?

Molti di voi avranno risposto LeBron James, entrato da liceale nella lega e da subito giocatore dominante nei numeri. Altri avranno risposto Kobe Bryant, altro liceale con numeri importanti fin da giovanissimo. Invece la risposta è leggermente sorprendente. Con 17 gare con le caratteristiche scritte sopra, infatti, spicca nella classifica Kawhi Leonard.

L’ala degli Spurs, alla terza stagione nella lega e con 23 anni ancora da compiere (li farà il 29 giugno prossimo), è, statistiche alla mano, uno dei giocatori più efficaci della lega e con 47 partite di playoffs giocate sicuramente uno dei più esperti alla sua età, in linea con due “mammasantissima” che fin da giovani hanno calcato i parquet dei playoffs NBA: Kevin Durant, secondo in questa classifica con 11 gare su 43 sfide di playoffs disputate, e LeBron James, più indietro in classifica con 6 gare (al pari di Kobe Bryant) su 46 disputate.

Soprattutto, a detta di molti compagni di squadra, è un ragazzo d’oro e molto credente tanto da entrare nelle grazie di un coach come Popovich che non si è mai contraddistinto troppo per essere un allenatore amante dei giovani, lo ha già definito come “la prossima faccia degli Spurs” grazie alla sua applicazione in palestra e alla sua etica lavorativa, trasmessagli da papà Mark. Quel papà Mark che nel 2008, quando Kawhi aveva appena 16 anni, è stato barbaramente ucciso a colpi di pistola nel suo autolavaggio.

Il fallo intenzionale che la vita ha riservato a Kawhi però lo ha reso più forte e deciso a migliorarsi, tanto che a San Diego State non era raro che si svegliasse alle 5 del mattino per andarsi ad allenare prima delle lezioni. Allenamenti e dedizione che ne hanno fatto il giocatore che è ora.

Kawhi nasce prettamente come difensore. Ai tempi del college, infatti la comparison che andava per la maggiore era quella con Shawn Marion. Per questo motivo coach Popovich ha scelto di puntare su di lui, appropriandosi della scelta dei Pacers e sacrificando George Hill, in quella stagione una delle armi tattiche più importanti del suo scacchiere. Il suo arrivo, pensava lo staff tecnico degli Spurs, avrebbe permesso di avere un’arma in più per contrastare Kevin Durant, contro il quale San Antonio avrebbe dovuto necessariamente fare i conti per il dominio ad Ovest. La comparison con Marion però era tale anche per la poca attitudine al tiro da parte del giocatore di Dallas (per la verità più brutto da vedere che scarso di efficacia).

Leonard però ha saputo probabilmente superare anche le migliori aspettative e già al terzo anno nella lega ha superato ogni scetticismo iniziale ed è diventato un tiratore di tutto rispetto, come dimostra la sua mappa di tiro stagionale, praticamente intonsa. La cosa che colpisce maggiormente è la distribuzione dei tiri, praticamente simile in tutte le zone del campo indipendentemente dalla destra e dalla sinistra, sintomatico del fatto che le difese difficilmente possono scegliere di concedergli una mano piuttosto che l’altra.

Leonard Shotchart 2013-2014

Quello che colpisce è la crescita avuta anche solo rispetto alla stagione passata, che come si vede dalla figura sotto, lo vedeva ancora piuttosto impreciso da oltre l’arco a meno di alcune comfort zone.

Leonard Shotchart 2012-2013

Il suo miglioramento al tiro non ha però inficiato la sua efficacia difensiva. Negli attuali playoffs infatti il suo Net Rating, ovvero la differenza tra i punti segnati e quelli concessi sui 100 possessi, è 16,8 che gli vale il secondo posto in una classifica che vede dominare gli uomini di Popovich.

net rating Kawhi Leonard

Oltre a questo, dove Kawhi fa ulteriormente la differenza è a rimbalzo.

Nella stagione scorsa, ai playoffs, è stato capace di raccoglierne 9 di media pari al 14.2% dei rimbalzi a disposizione, dato confermato in parte anche ai playoff di quest’anno, dove raccoglie al momento 7.4 rimbalzi (12.7% disponibili) e andando in ognuna delle 13 gare giocate finora sempre sopra i 5 rimbalzi. Merito della sua capacità di posizionamento, certo, ma anche e soprattutto delle sue braccia lunghissime e delle sue mani “oversize, caratteristica quest’ultima molto importante per un giocatore spesso costretto a giocare palloni raccolti dalla spazzatura.

Un giocatore dunque che si sta dimostrando un’arma totale e che potrebbe davvero fare la fortuna di questi Spurs alla caccia dell’anello.