Lo starting five dei Nuggets (AP Photo/David Zalubowski)

Ancora un’eliminazione al primo turno di playoff, dopo una rimonta sotto 3-1 con i Lakers e una gara 7 allo Staples Center equilibrata fino all’ultimo quarto. È dal 2009 che la squadra di George Karl non passa il primo ostacolo della post-season e quella formazione è stata completamente rivoluzionata. Prima lo storico addio a Carmelo Anthony e a Chauncey Billups, poi ulteriori aggiustamenti come lo scambio che ha portato l’appena riconfermato Nenè ai Wizards ed infine nel corso di questa estate l’arrivo di Andre Iguodala nella trade a quattro che ha visto l’approdo di Dwight Howard ai Lakers. La mossa del general manager Masai Ujiri potrebbe aver dato quel pizzico di talento in più per trovare la quadratura del cerchio, perché Iguodala, uomo da 15.3 punti, 5.8 rimbalzi, 4.9 assist e 1.8 recuperi di media in carriera, ha una buona esperienza anche nei playoffs, è uno dei migliori difensori sulla palla della NBA e in una franchigia che subisce troppo nella propria metà campo (101.2 punti subiti di media lo scorso anno, penultimi nella lega) è oro colato.

Ty Lawson (AP Photo/Darren Abate)

Roster
Squadra bilanciata e profonda con almeno due cambi per ogni ruolo. L’arrivo di Iguodala è coinciso con la partenza di Arron Afflalo, buon difensore e miglior tiratore dei Nuggets dal perimetro nella scorsa stagione e di Al Harrington, un addio sicuramente visto di buon occhio dall’ambiente, considerando carattere, età e contratto. Non sono più presenti nemmeno Chris Andersen, su cui è stata usata la “amnesty clause” dopo che era finito ai margini delle rotazioni e Rudy Fernandez, ritornato in terra spagnola al Real Madrid. Dunque, per quanto riguarda lo starting five, Ty Lawson partirà come point guard, Andre Iguodala sarà probabilmente dirottato come shooting guard in modo da poter schierare Danilo Gallinari come small forward. Reparto interni con Kenneth Faried, grande sorpresa della passata stagione e atteso alla consacrazione, e JaVale McGee. La “second unit” include il riconfermato Andre Miller, veterano dalla lunga esperienza e buon assist-man, come cambio di Lawson, Corey Brewer, Wilson Chandler ed i rookies Quincy Miller e Evan Fournier come cambi a rotazione di Iguodala e Gallinari. Anthony Randolph, firmato nel corso dell’estate, Kosta Koufos e Timofey Mozgov saranno le riserve dei lunghi.

Andre Iguodala (Photo by Garrett W. Ellwood/NBAE via Getty Images)

Prospettive
Il record in regular season di George Karl alla guida dei Nuggets parla di 366 vittorie e 232 sconfitte (61%), di 8 apparizioni ai playoffs, ma solo di un passaggio del primo turno nel 2009 con annessa sconfitta alle Western Conference Finals. Questo è l’anno giusto per dimostrare che si può andare lontano anche senza una vera e propria superstar. Il tasso di atletismo e di versatilità è elevato, l’aspetto difensivo va migliorato e l’arrivo di Iguodala è importante in quest’ottica. Si continuerà ad avere tanta transizione, ad attaccare le linee di passaggio, a segnare tanto (104.1 punti segnati lo scorso anno, migliore attacco NBA), a muovere tanto la palla e a costruire facili conclusioni. Ci vorrà decisione a rimbalzo, non c’è un vero e proprio big man capace di giocare in post basso, spetterà a Faried e a McGee farsi valere. Il roster è profondo e per 82 partite sarà importante dare spazio a tutti, per migliorare affiatamento e alchimia di squadra. Ma cosa succederà in caso di sfide equilibrate? La squadra è piena di realizzatori, ma non ce n’è uno che supera gli altri nettamente. Lawson è il migliore realizzatore della squadra, ma non è un tiratore puro, Iguodala non è noto per essere il giocatore dell’ultimo tiro, della giocata offensiva decisiva. Potrebbero presentarsi questi problemi nel corso della stagione o anche solo ai playoffs e la storia insegna che, senza una vera star, gli anelli non si vincono. Ma con un roster così ricco di buone pedine di scambio senza ingaggi esagerati, si potrà sempre tentare di sondare il mercato durante la stagione oppure aspettare la prossima estate per trovare un “franchise player”.

Pronostico
Almeno 50 vittorie, 2°posto nella NorthWest Division, qualificazione ai playoffs con vantaggio del fattore campo e passaggio del primo turno ampiamente alla portata. Semifinali di Conference.