TRIESTE – Turismo Friuli-Venezia Giulia (FVG) e la National Basketball Association (NBA) annunciano una partnership di marketing che vedrà la Regione impegnata a supportare gli eventi e lo sviluppo del basket, diventando la destinazione turistica ufficiale di NBA in Italia.

L'assessore Seganti, il Direttore Marketing dell'Agenzia Turismo FVG Gaetano e Katia Bassi

La partnership sarà effettiva a partire dal 20 aprile 2012 con il lancio dell’NBA Schools Cup, un torneo 3 contro 3 che coinvolgerà migliaia di scuole superiori (potranno registrarsi contattando Mediamakers srl all’indirizzo [email protected] oppure al numero 02.29512596) e sarà aperta a ragazzi e ragazze dai 14 ai 19 anni, terminando con una due giorni di finali a Trieste, in programma il 9 e 10 giugno.
Come destinazione turistica ufficiale di NBA in Italia, il Friuli-Venezia Giulia avrà visibilità nei prossimi eventi NBA in Italia. NBA e FVG lavoreranno insieme per offrire agli appassionati nella Regione e nel resto d’Italia l’esperienza NBA attraverso una serie di competizioni sul tema del basket e iniziative aperte a fan e famiglie.
Per saperne di più, abbiamo intervistato il massimo esponente di NBA Italia, Katia Bassi, approfondendo svolgimento e obbiettivi con un occhio alla stagione NBA in corso. Ecco cosa ci ha detto.

 

Come si svolgerà il progetto e quali sono gli obiettivi?

“Per cominciare oggi abbiamo ufficializzato la partnership con la Regione Friuli-Venezia Giulia, una partnership molto importante perché prevede le finali in Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste. Verrà organizzato un torneo scolastico con i ragazzi delle scuole superiori, che da domani potranno iscriversi tramite 2500 scuole italiane per arrivare ad un accorpamento di 16 fasi provinciali che determineranno le 48 squadre che disputeranno la finale a Trieste.”

Sono quindi previste tappe provinciali?

“Certo, ci saranno delle tappe provinciali, di cui vi daremo comunicazione appena avremo l’elenco definitivo, che andranno a sfociare nella finale”.

Quali numeri spera di raggiungere NBA Italia?

“I ragazzi coinvolti sono circa 75000, dei quali 9000 potranno giocare poiché è il numero massimo che possiamo accettare. Alla fine si arriverà ad un torneo 3 contro 3 con 48 squadre che andranno a comporre la rosa dei finalisti. E’ un progetto molto ambizioso che vuole coinvolgere le scuole italiane.”

Perché avete puntato proprio alle scuole superiori? C’è forse un vuoto da riempire di lega o federazione?

“No, assolutamente. Il target degli appassionati che seguono la NBA in Italia va dai 16 ai 34 anni, quindi per quanto ci riguarda, non avendo mai fatto attività trasversali sul territorio, abbiamo deciso di concentrarci sul nostro target privilegiato, persone che hanno una maggiore cognizione dei mezzi digitali e ci seguono con più assiduità. L’anno prossimo vorremmo allargare il raggio d’azione coinvolgendo i ragazzi attorno ai 12 anni.”

Il marchio NBA è una garanzia mondiale. Pensate che il progetto possa contribuire a rinvigorire il movimento cestistico italiano?

“E’ quello che auspichiamo, perché la mission della NBA è di contaminare in qualche modo il pubblico con il gioco del basket. Quello che vogliamo fare – e a questo riguardo voglio ringraziare i professori di educazione fisica, senza i quali questo progetto non sarebbe possibile – è indirizzare i giovani ad uno sport alternativo al calcio.”

Piazza dell'Unità a Trieste, una delle più suggestive d'Italia

Perché proprio il Friuli-Venezia Giulia e perché Trieste per la finale? Avete trovato i giusti interlocutori o è stata una vostra scelta?

“Entrambe le cose. Innanzitutto Piazza dell’Unità d’Italia ci sembra un teatro meraviglioso per un evento che coinvolga le scuole italiane. Inoltre c’è la vicina Slovenia, che ha un’enorme cultura di basket e auspichiamo venga coinvolta, ed il Friuli-Venezia Giulia è già uno dei partner ufficiali di NBA Italia. La scelta è stata il coronamento di una serie di elementi che vedevano Trieste come città privilegiata per quest’evento.”

Per concludere, una domanda più “vicina” al basket giocato. Quale bilancio può trarre per ora la NBA della stagione del lockout?

“Naturalmente il lockout è stato un periodo di difficoltà per tutti, ma in Italia abbiamo avuto un’esposizione sopra le righe perché se n’è parlato molto. Dal punto di vista squisitamente mediatico, quindi, ha dato una grande visibilità al marchio. Peraltro in Italia, essendo tutti i nostri eventi concentrati nel periodo primavera-estate, non abbiamo avvertito negativamente questo periodo di sosta poiché a dicembre è ripartito tutto, e le nostre attività di conseguenza.”

A giudicare da numeri e obiettivi dell’ambizioso progetto NBA Schools Cup, le attività di NBA Italia sembrano ripartite davvero alla grande.