Billy Hunter

Ne abbiamo sentito parlare a lungo durante gli interminabili mesi del lockout. Ora l’associazione dei giocatori NBA, ovvero la NBPA, torna a fare notizia, per la grande confusione che sembra regnare su di essa e per la netta divisione che si è creata tra il direttore esecutivo Billy Hunter e il presidente Derek Fisher. La scissione, già manifestatasi durante il lockout e ormai apparsa in tutta la sua forza, sta portando di fatto alla nascita di due schieramenti diversi. Hunter, alla guida del comitato esecutivo, ha ottenuto la votazione unanime degli 8 membri a favore della volontà di forzare l’uscita di scena di Fisher. Ma la richiesta di dimissioni è stata respinta con decisione dalla guardia attualmente ai Thunder che in un comunicato diffuso via mail ha manifestato la propria delusione ma anche la propria rabbia: “Io e molti altri siamo davvero delusi dal comitato esecutivo. Hanno chiesto le mie dimissioni e dimostrato di voler proteggere i loro interessi anziché quelli dei giocatori che siamo stati eletti a rappresentare e difendere: questo è molto triste”.

“Ho cercato di far capire gli obblighi morali e legali che abbiamo in qualità di dirigenti dell’unione. Purtroppo però il comitato ha deciso di condurre un attacco personale nei miei confronti per spostare l’attenzione dal vero problema, dalla verità” ha fatto sapere Fisher, spiegando quanto sia urgente “ordinare e far eseguire una revisione esterna e indipendente sui conti e le finanze della NBPA”. Già, perché l’ex giocatore dei Lakers ritiene che nella gestione di Hunter non ci sia sufficiente trasparenza a livello finanziario e quindi un controllo esterno potrebbe fare chiarezza e aiutare a riportare l’ordine nell’associazione. A questo scopo, ha rifiutato di dare le dimissioni e sta lavorando per creare una propria coalizione di giocatori, con cui opporsi alle iniziative di colui che era a tratti già apparso come “rivale” durante il lockout.

Derek Fisher (foto Getty)

Il comitato esecutivo – formato da Maurice Evans, Chris Paul, Keyon Dooling, James Jones, Matt Bonner, Roger Mason, Theo Ratliff e Etan Thomas – invece si è schierato contro la revisione dei conti e, tramite il team legale, ha fatto sapere a tutti i giocatori che “non è necessaria perché da un controllo indipendente, svolto di recente sulle finanze della NBPA, non è sorto alcun problema”. Ora, non è dato sapere quanto sia recente questo controllo (alcune indiscrezioni parlano di febbraio), però è vero che inizialmente il comitato si era espresso a favore della richiesta di Fisher. Poi invece, sulla spinta di Hunter e della sua idea che Fisher fosse motivato solo da ragioni personali e non realmente utili all’unione (accuse di questo genere ricorrono già da mesi, anche se nessuno è mai entrato nel dettaglio), ha cambiato opinione.

Sembra proprio che si stia creando una divisione abbastanza netta anche tra i giocatori. Molti avrebbero già espresso il proprio sostegno alla politica di Fisher, vedendo di buon occhio una mossa che può essere utile anche dal punto di vista dell’immagine. In questi termini, non sembra invece essere popolarissimo Hunter, anche per il comunicato usato per spiegare la richiesta di dimissioni di Fisher: “Il comitato esecutivo ha basato la propria decisione su numerose situazioni occorse negli ultimi sei mesi in cui Fisher si è reso protagonista di comportamenti dannosi per l’unione, comprese iniziative in contrasto con i migliori interessi dei giocatori durante le trattative per il nuovo contratto collettivo, il rifiuto a seguire la Costituzione della NBPA e il mancato rispetto dei doveri del presidente dell’unione”. La spiegazione data al comitato circa i gravi sospetti di “nepotismo e fondi neri sono state convincenti”, in base a quanto detto da Maurice Evans, vice presidente dell’associazione, ma questa fretta di attaccare Fisher non ha convinto molti giocatori e agenti. “Col comitato c’è riuscito, ma in giro per la lega non avrà il supporto ampio che è abituato ad avere” ha dichiarato un agente, che ha parlato in condizioni di anonimato.

La NBPA cercherà nelle prossime settimane di risolvere una situazione che appare alquanto ingarbugliata, anche perché c’è chi spinge per l’elezione del nuovo presidente (che potrebbe essere Chris Paul) e chi vorrebbe trovare un sostituto per Hunter. In ogni caso il tentativo di rinforzare e migliorare l’unione andrà avanti soprattutto nella offseason, come confermato da Evans: “Adesso siamo focalizzati sulla nostra attività di giocatori e non vogliamo che questa diventi una distrazione eccessiva dalla splendida stagione in corso. Quest’estate poi lavoreremo per migliorare l’associazione e il suo funzionamento, perché vogliamo che diventi la migliore in tutti gli sport”.