Paul George (Getty Images)

Paul George (Getty Images)

Dopo la prima convocazione in carriera all’All-Star Game, Paul George vede ripagata la sua grande stagione anche con la conquista del premio di “Most Improved Player” della regular season NBA. Beneficiando degli spazi creati dalla lunga assenza per infortunio di Danny Granger, la decima scelta assoluta del draft 2010 ha ritoccato sensibilmente verso l’alto tutte le principali voci statistiche.

Entrato in stagione con medie in carriera di 10.0 punti, 4.7 rimbalzi, 2.4 assist e 1.3 recuperi, ha infatti prodotto 17.4 punti a serata col ricco contorno di 7.6 rimbalzi, 4.7 assist e 1.8 palle rubate. Unico giocatore della lega a collezionare almeno 140 recuperi e 50 stoppate, ha dimostrato di avere la qualità non comune di poter incidere e letteralmente dominare una partita su entrambi i lati del campo, confermandola anche nella prima sfida di playoffs contro Atlanta quando ha archiviato addirittura una tripla-doppia pur tirando solo 3/13 su azione.

Fondamentale per i risultati, terzo posto ad est e titolo divisionale nella Central, e per gli equilibri del quintetto di coach Vogel, George ha ottenuto dalle votazioni 311 punti su un massimo possibile di 1080, precedendo nell’ordine Greivis Vasquez (146), Larry Sanders (141), Nikola Vucevic (109) e Jrue Holiday (102). E, considerato che la prossima settimana compirà appena 23 anni, promette di non fermarsi molto presto.

Nel frattempo, tra le squadre che i playoffs possono solo guardarli in televisione, Charlotte ha deciso di dare il benservito a coach Mike Dunlap. La decisione è emersa dopo il colloquio di bilancio della stagione tenutosi tra il presidente Rod Higgins, il g.m. Rick Cho e lo stesso Dunlap, che si separa in maniera morbida dall’organizzazione, pagando il record negativo di 21 vittorie e 61 sconfitte, ottenuto – a sua parziale scusante – in una situazione di franchigia tutt’altro che semplice.