L’amoeba defense è un particolare tipo di difesa, mix di man-to-man e zona, che consiste nel posizionare un giocatore sulla punta dell’area e i restanti quattro giocatori alle sue spalle, in modo che formino uno schema a diamante (1-1-3). I due giocatori più veloci, di solito le guardie, si posizionano sopra la linea del tiro libero, mentre uno dei lunghi rimane a difesa del canestro. Le due ali, invece, occupano i gomiti (diagramma A: la difesa, in azzurro, si dispone a diamante).

Diagramma A: la formazione iniziale dell'amoeba defense

Diagramma A: la formazione iniziale dell’amoeba defense

 

In base alle scelte dell’attacco, l’amoeba si adeguerà. “Amoeba”, infatti, deriva dal greco antico ἀμοιβή: “cambio, trasformazione”.

Primo caso: passaggio all’ala (diagramma B). Nel caso l’attaccante in punta (O1) decida di passare all’ala (O2), il difensore X1 sprinterà immediatamente per chiudere sul ricevitore. Se O2 comincia a portar palla, X3 porta il raddoppio, mentre X5 e X4 ruotano, in modo che X4 si ritrovi a presidio del pitturato.

AmoebaB

A questo punto la difesa si ritroverà come descritto nel diagramma C. Così facendo, se l’attacco cercherà un passaggio interno o un cambio di lato, è probabile che i difensori, che ormai hanno chiuso ogni linea di scarico, riescano a intercettarlo. Invece, nel caso gli attaccanti decidano di tornare da O1, la difesa tornerà nella sua formazione originaria, sempre cercando di sporcare le linee di passaggio.

AmoebaC

Secondo caso: passaggio nell’angolo (diagramma D). Con palla scaricata da O2 a O4, l’attaccante in angolo, X5 è chiamato alla chiusura su O4. Intanto, X3, applicando un “taglio a X” dietro a X5, ne prenderà la posizione difensiva. Nel frattempo, O4, che vedrà lo spazio lasciato momentaneamente libero da X5, cercherà lo scarico pe O5, senza accorgersi dell’arrivo di X3. Quest’ultimo, dunque, potrà cercare di intercettare la palla e far partire il contropiede. In tutto ciò, X2 cercherà di occupare la linea di passaggio per l’ala.

AmoebaD

Terzo caso: ribaltamento di lato (schema E). Se O4, accortosi di essere chiuso nell’angolo, cercherà di ribaltare il lato d’attacco, X4 scivolerà su O3, X5 prenderà il posto di X4, X2 occuperà il post alto e X1 tenterà di porsi sulla linea di passaggio tra O3 e O1.

AmoebaE

A prescindere dai singoli casi, l’obiettivo è quello di forzare l’avversario a giocare negli angoli, dove la difesa può facilmente intrappolare l’attaccante, cercando di anticipare, deviare o intercettare i passaggi. Questa tattica, difatti, viene utilizzata quando si vuole limitare un giocatore particolarmente bravo nel post-up, visto che si ritroverà sempre raddoppiato.

Come ogni tipo di difesa, ha i suoi pro e i suoi contro. Nel migliore dei casi, la squadra che attacca, obbligata a giocare negli angoli, sarà costretta a forzare passaggi e tiri a bassa percentuale, favorendo le veloci ripartenze degli avversari. Al contrario, un attacco intelligente può sfuggire all’amoeba cercando in tutti i modi di evitare gli angoli del campo, per non ritrovarsi senza scampo. Inoltre, visto che buona parte del successo dell’amoeba si basa sulla capacità di sporcare e intercettare le linee di passaggio, va da sé che ogni tentativo di anticipo sbagliato possa regalare all’attaccante facili conclusioni.

Proprio per il fatto di essere un’arma a doppio taglio, non sono molte le squadre che applicano con costanza questo tipo di difesa. E’ molto più facile che questa sia utilizzata solo in alcuni particolari frangenti della partita.

C’è chi comunque, ha fondato I propri successi sull’amoeba: i Running Rebels dell’Università del Nevada Las Vegas (UNLV), che nel 1990, guidati dai futuri NBA Larry Johnson e Greg Anthony, conquistarono il titolo NCAA.

Quei Rebels erano allenati da Jerry Tarkanian, che tra i suoi assistenti aveva Tim Grgurich, ovvero uno di coloro che perfezionarono l’amoeba. Infatti, l’invenzione di questa tattica si deve a Fran Webster, assistant coach dei Pittsburg Panthers, che, guarda caso, negli anni settanta ebbero come head coach prima Charles Ridl e poi proprio Tim Grgurich.

 

I precedenti appuntamenti di Catch this?:

“50-40-90 club”


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