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Tornare a casa e adeguarsi alla routine quotidiana dopo un viaggio negli States è sempre cosa ardua, e non sto parlando del fuso; a dieci ore di aereo dal luogo dove si alza la palla a due, emozioni, sensazioni e anche il gioco arrivano come il deelay delle trasmissioni satellitari: un second dopo. Il nostro corpo è fisicamente tornato, l’anima no.

Comunque vi dobbiamo ancora il racconto delle ultime ore del nostro viaggio, prima dell’ultima sera, quella in cui abbiamo lasciato la nostra passione in stanza, per dedicarci a South Beach.

Dopo una lunga battaglia per trasferirsi dall’aeroporto all’appartamento, riusciamo a prendere un taxi per l’American Airlines Arena. A Miami, oltre alla temperatura mite, si notano molto più evidentemente il lusso e l’atmosfera che circonda i campioni in carica.

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WP_20130208_003Entriamo per goderci una di quelle partite che dovrebbe essere oltre il livello minimo della regular season ma, nonostante il rientro di tutti i Big dei Clippers, già alla fine del terzo quarto Lebron e soci avevano archiviato la pratica. James dal vivo amplifica quel concetto di dominio su tutto e tutti che si può notare anche dalla tv e, trentelleggiando senza forzare, guida gli Heat a una vittoria tanto schiacciante nel risultato quanto nel gioco. Il segreto di pulcinella di Lebron e il suo strapotere fisico sembrano notevolmente coadiuvati da una totale fiducia nei suoi mezzi tecnici (anche il tiro da tre!) e da un Dwyane Wade, fisicamente integro, che interpreta perfettamente il ruolo di miglior secondo violino della lega. Facile, direte voi, sarebbe il primo in almeno venticinque delle altre ventinove squadre in gioco; sicuramente, vi rispondiamo noi, ma tra il dire e il fare passa una sottile linea di adattamento che non sempre rispecchia i pronostici. Lakers docet.

Wade, oggi come ai tempi di Shaq, con il suo gioco senza palla e l’intelligenza di lasciare che Lebron si prenda le luci della ribalta, ha guadagnato il suo stesso stesso piano come importanza nello spogliatoio, raggiungendo quella maturità cestistica che può spingere questi Heat a vincere più volte il titolo nel futuro immediato.

I Clippers ci hanno deluso, anche se in una sola gara non si può emettere sentenza, almeno Jamal Crawford ci ha deliziato con il suo infinito bagaglio di soluzioni offensive, mentre sia CP3 che Blake Griffin hanno portato le loro controfigure sul campo da gioco.

 

Lasciamo il piano di sopra per toglierci i panni del reporter e indossare quelli del tifoso. Sabato 11 andava in scena il nostro primo incontro dal vivo con i Tar Hells di UNC: dopo più di quindici anni di corteggiamento non siamo stati in grado di garantire nessun genere di imparzialità.

Indossando una t-shirt non graditissima ai fans di Miami, ci presentiamo dopo un ora di viaggio tra taxi, mezzi pubblici e la classica camminata al campus di Miami University a Coral Glabes, dove è stato costruito il BankUnited Center.

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Il palazzo è piccolo, può contenere solo poco più di cinquemila persone e ricorda tanto la lega italiana, è colorato di arancione, non solo nella student section, ed è molto rumoroso. La partita è impreziosita dalla presenza nel pubblico di Lebron, Dwyane Wade e James Jones (ex alunno).

Gli Hurricanes, guidati da uno stratosferico Shane Larkin (18+9 assistenze con 5 triples), ben coadiuvato dai senior Kadji e Scott, che hanno fatturato entrambi 17 punti e tre conclusioni dalla lunga distanza, hanno letteralmente asfaltato i ragazzi di coach Roy Williams, giustificando nuovamente quel numerino che scrivono sulla ESPN di fianco. Oggi Miami (13-0 in ACC) vale il seed numero due del ranking AP.

Tra Miami abbiamo perso la testa per un altro senior, il centro con la passione per i cheeseburger Reggie Johnson (9.5+8.3 rebs), che con i suoi chilogrammi di muscoli (pochi) e ciccia (molta di più), ha letteralmente dominato in the paint.

Reggie Johnson

I nostri Tar Heels non sono mai stati veramente in partita, palesando i grandi limiti della squadra in stagione e soprattutto il prospetto NBA James Michael McAdoo (14.4+8.2) ha contribuito ad aumentare le perplessità sul suo futuro al piano di sopra (è il nuovo John Henson?). Difficile vederlo giocare da tre, ed è un po’ leggerino per fare la power forward, non sembra ancora aver troppa fiducia nei suoi confort spot e nel suo tiro.

Della giornata ricorderemo le 15 triples di questi Hurricanes che le giocate di UNC. Tornando alla ratio e valutando questo Larkin, consigliamo di tenere sotto osservazione Miami durante la follia marzulina; chimica di squadra, una notevole dose di esperienza, il tiro da tre e il talento di alcuni singoli potrebbe spingere i ragazzi di James Larranaga molto avanti nel torneo NCAA.

Con la delusione seguente alla sconfitta da digerire, è iniziata la visita del campus. La cura è stata meglio di qualsiasi medicina, non ci sono parole per commentare dove “studiano” questi ragazzi e, a parte il rischio di alligatori nei fiumi che circondano la zona, continuiamo a credere che l’esperienza  nei college americani sia unica, eccezionale e assolutamente da consigliare. Se masticate un po’ di inglese e ne avete la possibilità, anche solo per qualche mese d’estate, ci sbilanciamo per consigliarvela caldamente.

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WP_20130209_072Torniamo faticosamente a South Beach che, per quanto bella, non riesce a distoglierci la mente dal campus di Miami University, ma la nostra cena e soprattutto un cocktail dei loro, ci spinge a dimenticare…

Ci risvegliamo emotivamente a Dusseldorf, scendendo dal nostro aereo per prendere la coincidenza verso Milano, con una grande esperienza alle spalle, tanti ricordi (l’atmosfera durante l’inno nazionale su tutto) e il dispiacere perché comunque è finita.

see you soon

Schoolbus 5

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P.S. mancano solo due giorni alla deadline del mercato NBA, le voci sono molte e alcune veramente fantasiose, qualcosa sicuramente bolle in pentola e non ci stupiremmo se uno dei partenti alla fine sarà il poco citato Dwight Howard. Chiudiamo con gli auguri dei 50 anni al più grande di sempre, quello che ha aperto la strada e che ancora oggi, un po’ più vecchio e grasso, influisce su mondo NBA più di tutti. Happy b’day Sir.

httpv://www.youtube.com/watch?v=XPmPu-JxJ9A