NBA: Memphis Grizzlies at Portland Trail Blazers

Wes Matthews: la sua stagione è già finita.

UPS&DOWN – Dopo qualche tentennamento nel post – All Star Game, i Trail Blazers (44-21) sono lentamente tornati alla “normalità”. Le cifre, anche se inferiori rispetto ai mesi scorsi, hanno ricominciato a sorridere alla banda Stotts. La dirigenza, dal canto suo, ha fatto quel che doveva per rafforzare la franchigia. Afflalo, infatti, era l’uomo che mancava per tappare una delle falle più lampanti di questa squadra: la panchina. L’ex Nuggets ha portato esperienza, punti ed efficacia, regalando ai titolari minuti preziosi di respiro. Questo, ahimè, prima della notizia del grave infortunio di Wes Matthews: pedina fondamentale dello scacchiere Blazers e tra le migliori e più completi esterni della Lega. Va da sé che Afflalo slitti in quintetto. Arron ha, forse, più istinto offensivo, ma l’intelligenza, il tiro e la solidità di Matthews sono insostituibili. Un pericoloso doppio salto all’indietro, che ha rischiato di rovinare il giocattolino di Stotts in vista de playoff. Tuttavia, dopo qualche match di assestamento, i Blazers sono tornati a viaggiare: nelle ultime dieci partite 8 vittorie e 2 sconfitte.

In quest’ultimo mese, Thunder fa rima con Westbrook. Con Durant ancora ai box, OKC (37-30) si è affidata al suo #0, che con un periodo monstre ha aiutato la sua squadra a rimanere aggrappata alla zona playoff, ingaggiando un duello all’ultimo sangue con i Pelicans di Davis. Coach Brooks si è giovato anche dei tanti, rivoluzionari e azzeccati cambi del mercato. Out Reggie Jackson e Perkins; dentro Singler, Kanter e D.J. Augustin. A conti fatti, un affare. Perché sono giocatori più altruisti, operai e meno ingombranti. Sul piano strategico e tattico, inoltre, stanno regalando soluzioni interessanti: Singler, sempre appostato sul lato debole, allarga le difese e regala spaziature; Kanter, che conferma le buone indicazioni del periodo Jazz, ha dato profondità e concretezza al reparto lunghi; Augustin, infine, ha preso il posto di Jackson, con quel pizzico di intelligenza e umiltà che non guastano mai. Le ultime settimane sono servite per lavorare sulla nuova amalgama, ma, nonostante i lavori in corso, i passi avanti sono già piuttosto evidenti, anche se, per essere onesti, ci si aspettava qualcosa in più.

I Jazz (30-36) hanno continuato il loro processo di crescita e ora sono una delle squadre più calde del momento: striscia aperta di 8W consecutive; record di 9-1 nelle ultime 10. Perso Kanter, non hanno subito contraccolpi, forse perché la soluzione era già in casa. Rudy Gobert, ormai guardiano del pitturato più che credibile, ha preso il posto del turco senza fare una piega. Ultimamente in quintetto hanno trovato sempre più spazio anche Ingles, Exum e Hood: ulteriore conferma di come Snyder stia virando verso un line-up che gli possa garantire più equilibrio e solidità difensiva possibile. Non a caso, i Jazz del post-ASG hanno scalato le classifiche di rendimento difensivo. Non male se si pensa che Utah è la squadra più giovane dell’intera Lega.

Danilo Gallinari

Danilo Gallinari ha finalmente trovato continuità.

Anche i Denver Nuggets (26-42) hanno di recente ritrovato il sorriso. La svolta è coincisa con il cambio di guida tecnica. Che la franchigia fosse caduta in un tunnel senza uscita se ne erano accorti tutti, dagli addetti ai lavori ai giocatori stessi. Infine, l’ha compreso anche la dirigenza. Rimosso Brian Shaw, che ha pagato, più che altro, il fatto di non avere un’idea chiara di come impostare gioco e squadra, il timone è stato affidato, almeno sino a fine stagione, a Melvin Hunt. Sotto il timone del nuovo coach, la franchigia del Colorado ha ritrovato orgoglio e vitalità: 9 partite totali, 6 vittorie e 3 sconfitte. Altri cambiamenti sono arrivati dal mercato, con, su tutti, la partenza di Afflalo, sostituito in quintetto da Will Barton. In tutto ciò, il Gallo è tornato. Risolti i problemi fisici che ne hanno minato l’efficienza, Danilo è tornato leader: nelle ultime 17 apparizioni, 30’ di media, ben 17 punti e 4.4 rimbalzi.

Febbraio di grandi come back anche in quel di Minnesota (14-52). Ricky Rubio ha ridato regia, genio e imprevedibilità al team, Kevin Martin una bocca da fuoco alternativa a Wiggins, soprattutto dopo che Williams è andato agli Hornets. Ma il ritorno più importante, anche solo mediaticamente, è quello di Kevin Garnett, che, dopo gli anni a Boston e Brooklyn, ha riabbracciato la terra dei laghi. The Big Ticket non è più quello di una volta, ma ciò che quest’immenso campione può dare a una squadra piena zeppa di ragazzotti potrà rivelarsi fondamentale.

HOT – Pochi dubbi, anzi, nessuno, su chi sia il più caldo dell’ultimo mese. Russell Westbrook è stato il migliore non solo della Division, ma dell’intera Lega. Cifre spaventose quelle del #0, che lo hanno rimesso in corsa per il titolo di MVP (forse in ritardo) e gli hanno fatto bussare alle porte della storia. Nominato miglior giocatore di Febbraio (in cui ha inanellato 6 prestazioni da almeno 20 punti, 10 assist e 5 rimbalzi), ha vinto per due volte il titolo di Man of The Week, nelle settimane tra il 2 e il 9 Febbraio e tra il 2 e il 9 Marzo. In tutto ciò, otto triple-doppie. Westbrook “rischia” seriamente di essere il migliore anche di Marzo, i cui sta viaggiando in triple-doppia di media: 33.6 punti, 10.3 rimbalzi e 10 assist. Alieno!

NOT – Jameer Nelson ha cominciato la sua stagione con i Mavericks (23 presenze a 7.3 di media), è transitato per Boston (6 presenze con 4.8 punti), e da 26 partite veste la maglia Nuggets. Coinvolto nella crisi dei Nuggets di Shaw, non gli ha giovato il cambio di allenatore (che, invece ha dato qualcosa in più alla squadra). Lontano parente del Nelson di Orlando, sgomita per ritagliarsi un minutaggio decente e un posto in quintetto. I numeri, però non sono dalla sua: 8 punti, 1.7 rimbalzi e 4 assist in 21’ di media.

UNEXPECTED – Protagonista dell’ottimo momento dei suoi Jazz, Rodney Hood, rookie da Duke, sta vivendo un ottimo Marzo: 13 punti, 2 rimbalzi e 1.8 assist in poco meno di 24 minuti di media. Nel post-ASG si mantiene sugli 11 punti, 2 rimbalzi e 1.5 assist di media, mentre prima delle kermesse di New York si fermava a 5.3 punti.

STATS – Come anticipato, i Jazz sono la squadra del momento. Buona parte del merito sta nei miglioramenti difensivi. Dalla metà di Febbraio, i Jazz concedono solo 83 punti ogni 100 possessi (98 nel pre-ASG). Ciò li ha portati a essere la formazione con il miglior defensive rating stagionale dell’intero lotto (95).

INJURIES – Jusuf Nurkic, lungo dei Nuggets, dovrà star fuori “indefinitely” per un problema alla caviglia. Al contrario, è certo che Shabazz Muhammad salterà il resto della stagione, causa la rottura del dito. Stessa sorte per Wes Matthews che, come ben noto, si è rotto il tendine d’achille.
Continua il periodo jellato dei Thunder: Durant dovrebbe tornare entro una o due settimane, mentre è notizia di ieri l’infortunio al ginocchio di Ibaka. Non si conoscono i suoi tempi di recupero.


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