La festa di SMU (Fred Beckham, AP)

La festa di SMU (Fred Beckham, AP)

Come era prevedibile, la finale del torneo di conference della American ha visto sfidarsi Southern Methodist e Connecticut, ovvero la squadra più in forma e migliore al momento contro quella di miglior tradizione, oltre che campione in carica. Il fatto che i Mustangs siano una minaccia reale per la strada verso Indianapolis sta tanto nella guida tecnica di Larry Brown quanto nei singoli atleti, in particolare Kennedy, Moreira e Cunningham. Per ora il tabellone li oppone a UCLA, mentre potenzialmente gli avversari potrebbero essere Iowa, Gonzaga e Duke, Ovviamente si tratta di discorsi ipotetici, perché si sa che basta una tradizione a questo punto e la stagione può svanire in un amen.
Per contro, gli Huskies dovranno accontentarsi del NIT, il ché è da considerarsi un mezzo fallimento dopo il titolo conquistato nel 2014. Ma la squadra di Ollie in questa annata ha avuto troppi alti e bassi, ha sofferto qualche pausa di troppo e dunque a questo giro starà fuori. Al contrario di Cincinnati, che dovrà vedersela contro Purdue, e se vince molto probabilmente avrà contro Kentucky. Come dire, un bel battesimo del fuoco.
Semifinali

SMU 69 – 56 Temple
La prima semifinale vede inizialmente prevalere gli Owls, che guidati da uno strepitoso Jesse Morgan partono forte e dopo nove minuti sono in vantaggio con un importante +8. I Mustangs però non fanno mai scappare gli uomini di Dunphy , e con Brown e Cunningham rosicchiano il margine, subito ampliato di nuovo però dai liberi di Enechionyia. A questo punto si accendono i due Moore e Moreira, e all’intervallo il vantaggio di Temple è solo +2.
Ad inizio ripresa ambedue le squadre partono forte, si rispondono colpo su colpo, ma è SMU ha trovare il vantaggio grazie al jumper di Kennedy. Da lì in poi gli atleti di Larry Brown prendono il largo, il fattore M (Moore, Manuel, Moreira) è ancora decisivo e quando Cummings e DeCosey provano a ricucire Kennedy è implacabile nell’impedirgli di tornare a contatto. Nelle ultime fasi del match gli Owls sbagliano troppo, mentre Cunningham e Brown non si lasciano sfuggire l’occasione di mettere in ghiaccio la gara. Malgrado gli ultimi lay up della speranza di Coleman vince SMU per 69 – 56.

Tulsa 42 – 47 Connecticut
La partita con il punteggio più basso dell’intera competizione vede prevalere gli Huskies contro una Tulsa che manda a referto sei uomini su sette, e tutti con almeno quattro punti.
E dire che sono proprio i Golden Hurricane a costruire un primo importante allungo al debutto del match, con un 7 – 0 che significa guai per Connecticut. I campioni NCAA in carica non ci stanno, e in un batter di ciglia si portano avanti grazie al duo Purvis – Boatright. Il contro – parziale di Tulsa porta le firme di Woodward ed Harrison, e all’intervallo gli uomini dell’Oklahoma sono sul +4.
Alla ripresa delle ostilità, il canovaccio non cambia e vede sempre gli stessi protagonisti, Nolan e Calhoun sono fondamentali nel permettere ai loro di restare in scia, e quando Purvis e Boatright tornano a ruggire l’attacco dei Golden Hurricane si spegne. La tripla del primo vuol dire sorpasso, i quattro liberi di fila del secondo vittoria, mentre Woodward ed Harrison sbagliano quando più conta. Mandando così Connecticut in finale, malgrado l’ottima partita disputata da Tulsa.

Finale
SMU 62 – 54 Connecticut
L’atto conclusivo della manifestazione è un inno al gioco di squadra contro uno splendida ma in fin dei conti inutile prestazione individuale: da una parte l’attacco dei Mustangs distribuito, che trova ben 29 punti dalla panchina, gli stessi che Purvis di Connecticut segna da solo, peraltro segnati a buoi ampiamente già scappati
L’incontro è di per sé già scritto nel primo tempo, con Moreira e Kennedy ad aprire le danze, Moore a cesellare e gli Huskies a inseguire col fiato corto, provando a tirare da tre anche quando si capisce che non è serata. Alla pausa luna il vantaggio SMU è +12 e tale più o meno rimarrà fino alla fine, quando alla festa si aggiungono tutti, da Cunningham ai due Moore, da Emelogu a Sterling Brown. E mentre Hamilton e Purvis provano a tenere a galla la nave che affonda, a Southern Methodist si fa festa, per un torneo NCAA finalmente ottenuto dopo 22 anni. Questa volta, è d’obbligo andare oltre il primo turno.