ATLANTA HAWKS (47-32): Il secondo posto nella Conference, attualmente occupato da Toronto (52-26), è ormai irraggiungibile (nonostante la vittoria Hawks nello scontro diretto di stanotte). L’obbiettivo è centrare il terzo gradino del podio, resistendo agli assalti di Celtics, Heat e Hornets.

Corsa a quattro incandescente, che Atlanta sta vincendo, almeno per ora, grazie anche all’ottimo momento di Jeff Teague, tornato a far la voce grossa, grossissima: nel mese di aprile, quasi 24 punti di media, con il 44,8% dal campo e il 44% dall’arco.

L’esaltante momento del play è riflesso di come gli uomini di Budenholzer stiano ritrovando gioco e verve, avvicinandosi molto alla celebratissima versione dell’anno passato. E il campo non può che premiare i miglioramenti: 4-2 negli ultimi quindici giorni, con le “accettabili” macchie delle sconfitte con Toronto e Cavaliers (tiratissima e all’overtime).

Lo spot di Atlanta negli imminenti playoff, comunque, è ancora tutto da definire. Potrebbe passare da terzo a sesto posto in un baleno, anche perché l’attendono tre sfide difficili: Boston, rivale diretta, Cleveland, magari con i rincalzi, e Washington, che potrebbe (anche se è complicato) essere ancora in corsa per la post-season.

 

MIAMI HEAT (46-32): Un passo dietro gli Hawks e con la “pazza idea” di agguantare il podio dell’Est. D’altronde è talmente vicino…

A favore degli Heat ci sono: risultati incoraggianti (cinque vittorie nelle ultime sette); Dragic e Richardson (rookie della settimana) ormai stabilmente ad alti livelli; gli acciaccati sempre più in forma (Bosh a parte); l’esperienza di Wade, Johnson e Coach Spoelstra.

Basterà? Difficile prevederlo, anche perché lo schedule non è morbidissimo: due gare in back-to-back con Orlando, che è fuori da tutto ma non “si prostra”, e le sfide con Boston e Detroit, entrambe motivate dalle rispettive corse al miglior posto possibile in graduatoria.

Tutto nel giro di pochi giorni, dunque. A prescindere da come finirà, una cosa è sicura: Miami arriva alla post-season in parabola ascendente. Chiunque la incrocerà dovrà avere il coltello ben saldo tra i denti.

 

CHARLOTTE HORNETS (45-33): Le mirabolanti imprese del mese di marzo (Clifford premiato come Coach del mese per la Eastern) sono difficilmente replicabili, ma il calendario ha aiutato Charlotte a proseguire su un trend confortante: incroci con Knicks, Nets, Bucks e Sixers (due in fila) archiviati con altrettante vittorie. Rendendo il bilancio positivo nonostante le cadute con le ben più quotate Detroit, Cleveland e Toronto. Per un “record bisettimanale” di 5-3 che mantiene la franchigia di Michael Jordan ancora in corsa addirittura per il terzo posto a Est.

Sarà dura, ma, sperando in qualche passo falso delle atre, tutto è possibile. Lo schedule di questa fine regular-season potrebbe continuare a dare una bella mano (Nets, Wizards, Celtics e Magic nelle ultime quattro).

E con un Kemba Walker in questa forma (sul loro sito gli Hornets hanno lanciato la sua candidatura a Most Improved Player), un Jefferson a suo agio dalla panchina e un Lin che spara ventelli come nulla fosse, sognare non è proibito.

 

WASHINGTON WIZARDS (38-40): I capitolini sono ancora invischiati nella lotta per l’ottavo posto a Est, ma le loro speranze si assottigliano giorno dopo giorno. Indiana (42-36) e Detroit (42-37) sembrano aver preso un margine minimo benché rassicurante, mentre Chicago (39-40) è a un tiro di schioppo, ma il nono posto servirebbe quanto il decimo.

Ecco John Wall, il nostro “hot” della settimana

E le ultime smorzano le già residue speranze: John Wall ha saltato la gara coi Nets (vinta anche un ottimo Sessions) per un problema al ginocchio e, stando alle parole di Wittman, potrebbe aver chiuso in anticipo la propria stagione. Una disgrazia (sportivamente parlando). Soprattutto a poche ore dallo “scontro diretto” coi Pistons.

Definitiva bandiera bianca? Potrebbe essere. D’altronde, anche con la propria stella in campo, Washington ha fatto ben poco per dare una definitiva sveglia alla sua annata: nelle ultime sei, tre vittorie e altrettante sconfitte. Troppo poco.

 

ORLANDO MAGIC (33-45): Nulla più da chiedere alla stagione, testa libera e voglia di vivere al meglio le ultime gare di un’annata altalenante ma con tanti risvolti positivi. Questa la condizione dei ragazzi di Skiles, che non regalano mai un match e lottano con chiunque, sino alla fine. Grande impegno e dedizione: così si spiega il record di 4-2 di questi ultimo quindici giorni, con le belle vittorie su Chicago, Pacers e Grizzlies. Chi si aspetta che Orlando sia ormai in vacanza, beh, si sbaglia di grosso.

Siano avvisati Heat e Hornets, la cui corsa al terzo posto di Conference passerà anche per le sfide con Vucevic e compagni. A proposito del serbo, esaltante il suo ritorno dopo lo stop: 20.7 punti e 9.7 rimbalzi di media nelle tre gare disputate in aprile.