1010513_10151595826298463_72645896_nSe la prestazione di Dwyane Wade è stata la storia di gara 4, Manu Ginobili è il protagonista (quasi) assoluto di gara 5. Tutti lo invocavano e l’argentino, da campione qual è, non ha tradito le attese. E’ la sua presenza nel quintetto titolare la prima sorpresa della splendida serata dell’At&T Center, mentre Coach Spo continua a proporre Mike Miller sin da subito, per la seconda gara consecutiva. L’inizio è , come naturale che sia, tutto targato Manu Ginobili, con 3 assist e 7 punti, ma che non basta visto che Miami fa di tutto per correre: grazie alla freschezza di LeBron James e di un sempre più redivivo Wade resistono e rimangono a galla (anche con una serie di liberi frutto delle devastanti ripartenze della squadra di coach Spoelstra). Nonostante questo gli Spurs chiudono sul +13 il primo quarto, frutto delle grandi penetrazioni di Tony Parker, che approfitta della presenza di Norris Cole, vittima sacrificale di giornata, e della vena di Danny Green, che come al solito “bombarda” dalla linea dei tre punti. Con la 20esima e 21esima tripla della sua serie regala ai suoi il 42-26, con gli Heat che sembrano incapaci di reagire (18 errori su 25 tentativi fino a quel momento). Ma il parziale di 12-0, condito da un paio di autocanestri Spurs, che riapre completamente la gara, ci dice di quanto siano presenti con la testa questi Heat, guidati dal dominio di LeBron nel finale di tempo. Ma, nonostante l’ottimo inizio difensivo di Miami, gli Spurs riescono con 5 punti in fila a riportarsi sul +6: è qui che arriva la quarta tripla della gara di Danny Green, che stabilisce un nuovo record nella storia delle finali NBA, 23 triple a segno.

La gara comincia a sentire il peso dell’importanza che riveste. Nel terzo quarto l’intensità sala ancora di livello, e le squadre navigano separate da pochi punti per tutto il terzo periodo. Miami gioca bene e, grazie alla costanza con la quale cerca di sfruttare i mismatch derivanti dai cambi difensivi, arriva fino al meno 1, dopo un parziale di 7-0 che però viene “ucciso” dal solito Danny Green e da 5 punti in fila di Manu Ginobili. E’ il momento decisivo della partita, che vede gli Spurs andare all’ultimo intervallo con un parziale devastante di 10-0. Parziale che continua anche nel quarto periodo, quando in soli due minuti e mezzo Spoelstra è costretto a chiamare ben due timeout, dopo aver visto la sua squadra sprofondare sul meno 19. Miami ha qualche sussulto nel finale, prima con 7 punti di fila di Ray Allen, che dimezza lo svantaggio, e poi grazie a qualche palla persa di troppo dei padroni di casa. A 2 minuti dalla fine Miami si ritrova sul meno 8, ma il canestro di Parker e la tripla seguente del solito Green, suggellano la vittoria di San Antonio, che è ora a 1 soltanto dal tornare ad essere campione NBA.  

Miami Heat @ San Antonio Spurs 104-114 (3-2 Spurs nella serie)

MVP: Manu Ginobili è per una volta tornato ad essere quello che conosciamo. Detta la linea Spurs per la serata con canestri bellissimi (appunto, alla Ginobili) e soprattuto decisivi, con la sua solita efficace gestione del pick & roll e una quantità di giocate che non gli vedevamo fare da tempo. Era quello che tutti gli chiedevano e lui ha fatto il suo lavoro: i 24 punti sono il suo season high, conditi dalla bellezza di 10 assist. Non sappiamo se in gara 6 lo rivedremo cosi, ma siamo contenti di aver rivisto ancora una volta il vero Manu Ginobili. Fenomeno.

LVP: LeBron James chiude con una prestazione da 25 punti, ma considerando quello che ci si aspetta da lui non potremmo considerarla sufficiente. Fra terzo e quarto periodo (fino al fallo e canestro a 3 minuti dalla fine) sbaglia 9 tentativi dal campo di fila e ne mette a segno soltanto 2: una tripla a inizio terzo quarto e il già citato gioco da tre punti a gara ormai decisa. Inusuali anche i tre errori in campo aperto, che costano punti alla sua squadra. Il suo plus/minus è -9, il che significa quasi automaticamente sconfitta Heat.

On fire: Danny Green è ormai una certezza di questi playoffs e di questa serie. I suoi 24 punti vengono da una prestazione incredibile dalla linea dei tre punti: un 6/10 che gli vale il record di maggior numero di triple segnato in una serie finale superando Ray Allen. Ed è ancora più incredibile il fatto che gli Heat non riescano ancora a contenerlo, se è vero che più di una volta si è ritrovato a tirare da solo con il primo difensore a metri di distanza. Ma non dobbiamo registrare soltanto la sua prestazione al tiro, se è vero che è riuscito in un paio di occasioni a fermare il contropiede solitamente devastante di Miami, chiudendo anche con tre stoppate. Prezioso.

Losing Effort: Ray Allen. E’ naturale che da uno come lui ci si aspetti sempre qualcosa come in gara 5. Ma per varie vicissitudini, in questi playoffs lo abbiamo visto in poche occasioni come stanotte. Ben due giocate da 4 punti, con un perfetto 4-4 da tre punti, sono il contorno di una prestazione importante da 21 punti in 30 minuti di utilizzo. Inaspettato, ma purtroppo per Miami, vano.

Stats of the night: 17 punti, 7/10 dal campo, 12 rimbalzi e 3 stoppate in 38 minuti. La gara di Tim Duncan è passata un pò sotto traccia, ma non potrebbe essere raccontata meglio da queste statistiche. Decisivo in vari momenti della gara con dei canestri che hanno fatto ricordare ai nostalgici il primo Duncan. Redivivo e fondamentale.