Miami Heat @ San Antonio Spurs 98-96 (serie 1-1)

L’impressione era che sarebbe stata una serie lunga, e le prime battute, per ora, non smentiscono i pronostici: gli Heat espugnano San Antonio in gara 2, in una gara combattuta e in equilibrio fino alla fine, e tornano ora a Miami sull’1-1, pronti a sfruttare al meglio il fattore campo.

LeBron James, vero incubo per Kawhi Leonard (Foto: rantsports.com)

LeBron James, vero incubo per Kawhi Leonard (Foto: rantsports.com)

L’inizio di gara è targato Spurs, che cercano e concludono soluzioni semplici, mentre Miami segna solo 2 punti in quasi 3 minuti, perdendo nel frattempo già un paio di palloni. LeBron James ci mette 7 minuti a trovare la via del canestro (pareggio 15-15), mentre Tim Duncan sembra ispirato come in gara 1 e ha già 9 punti all’attivo nei primi 5 minuti, e con il passare dei minuti iniziano a ingranare anche i suoi compagni, con Parker, Leonard e Ginobili che portano gli Spurs a +11 all’inizio del secondo quarto (19-30).

Miami prova ad alzare l’aggressività in difesa, e la mossa dà i suoi frutti, con un break di 9-0 che in pochissimo tempo riporta gli Heat a -2 e poi, a 5 minuti dall’intervallo, dopo un fallo tecnico fischiato a Duncan, arriva il sorpasso, con il 34-33 firmato da James dopo rimbalzo offensivo. Poco dopo, una chiaro “flop” di Wade (Ginobili gli sfiora la palla, lui reagisce come se avesse preso un colpo al volto), costringe Popovich a far sedere l’argentino, che aveva appena ridato respiro ai suoi con 4 punti in fila; ci pensa però Parker a continuare l’opera (36-41). Miami però resiste anche a questo assalto e si va all’intervallo in perfetta parità (43-43), con Duncan, calato parecchio dopo l’avvio fulminante, a sbagliare due volte sulla sirena il facile appoggio del +2.

Dopo tre minuti nella ripresa Miami torna a mettere la testa avanti, ma San Antonio non ci mette a molto a tornare a +6 (56-62) con i tiri da lontano di Ginobili e Leonard. In quel momento, però, inizia lo show di LeBron James, che firma da solo un parziale di 8-0 (64-62) e costringe Popovich al timeout con poco meno di 5 minuti sul cronometro del terzo quarto. Ma James continua a segnare da fuori (69-64) e San Antonio prova a rispondere con la sua arma migliore, ovvero la capacità di cercare e trovare buoni tiri per canestri “facili”: un assist di Splitter per Ginobili e due triple di Mills ridanno così il vantaggio ai padroni di casa (73-74).

Pesanti gli errori di Duncan e Parker dalla lunetta nell'ultimo quarto (Foto: fansided.com)

Pesanti gli errori di Duncan e Parker dalla lunetta nell’ultimo quarto (Foto: fansided.com)

Nell’ultimo periodo cala un po’ il ritmo, soprattutto in confronto al terzo quarto (chiuso 34-35), ma il punteggio continua a rimanere in bilico tra le due squadre; a 6:43 dal termine, sul -2, Chalmers penetra e tira una gomitata nello stomaco a Parker: il fallo, rivisto dagli arbitri al replay, costa al play di Miami un “Flagrant 1”, che dà due liberi e il possesso agli Spurs. Parker però sbaglia entrambi i liberi e, nel possesso successivo, Duncan ne guadagna altri due, ma anche lui li sbaglia entrambi: così, una potenziale azione da 4 (o addirittura) 5 punti non ne frutta nemmeno uno, e Miami ne approfitta come meglio non potrebbe: James piazza la tripla del sorpasso e poi i due liberi del +3 (90-87) a 5 minuti dalla fine, Diaw pareggia nuovamente con una tripla, e poco dopo un altro tiro da tre, di Parker, riporta gli Spurs avanti di 1 (92-93); ma a 1:18 dalla sirena Bosh segna dall’angolo la tripla del +2 Heat e nell’azione successiva Ginobili e Duncan combinano per una palla persa. James guadagna un fallo e fa solo 1/2, ma è ancora Ginobili a sbagliare, col il ferro che sputa il tiro del -1 e Diaw che non riesce a salvare la palla dopo averla toccata a rimbalzo. Nell’ultima azione, Bosh batte Duncan dal palleggio e serve un assist per un canestro facilissimo di Wade (98-93). Con 9 secondi sul cronometro, dopo il timeout gli Spurs non riescono nemmeno a trovare un tiro rapido, e la partita si chiude con l’inutile tripla di Ginobili per il 98-96 finale.

Ancora James, qui in schiacciata (Foto: usatoday.com)

Ancora James, qui in schiacciata (Foto: usatoday.com)

MVP. LeBron James inizia la sua gara con 0/3 al tiro e 3 palle perse nei primi minuti; poi, praticamente, non sbaglia più nulla: 35 punti con 14/22 dal campo, 10 rimbalzi, 3 assist e, soprattutto, le giocate “giuste” quando più contava.

LVP. Se l’MVP è chiaro, è difficile trovare un “colpevole” tra gli Spurs: i numeri condannerebbero Marco Belinelli (solo 3 punti con 1/5 al tiro in 22 minuti), ma non è un giocatore “chiave” nella serie, e per questo non si “merita” il titolo di peggiore. I Big Three, dal canto loro, danno indubbiamente il loro contributo, segnando una ventina di punti a testa con percentuali attorno al 50%. Ma sono comunque loro a mancare nel finale: sanguinosi i due errori dalla lunetta di Parker dopo il Flagrant Foul di Chalmers; altrettanto sanguinosi quelli di Duncan, che poi con Ginobili nel finale non riesce più a trovare il bandolo della matassa.

On Fire. C. Bosh (MIA, 18 pts, 6/11 FG), D. Wade (MIA, 14 pts, 7 reb, 4 ast), T. Duncan (SAS, 18 pts, 15 reb), T. Parker (SAS, 21 pts, 7 ast), M. Ginobili (SAS, 19 pts, 4 ast), B. Diaw (SAS, 7 pts, 10 reb, 5 ast).

Losing Effort. Si veda alla voce “LVP”: i Big Three, “colpevoli” nel finale, sono comunque protagonisti per tutta la partita ed è grazie a loro se gli Spurs sono arrivati a giocarsi la vittoria negli ultimi minuti.

The Unexpected. Ormai non è più una novità, ma continua a sorprendere Rashard Lewis, che, dopo due stagioni a scaldare la panchina, nelle ultime partite sembra tornato quello chiamato all’All-Star Game cinque anni fa. Anche in questa gara 2, l’ex Magic contribuisce con 14 punti in 26 minuti, con 5/9 dal campo.

The Stat. Sono le percentuali a dire parecchio di questa partita: Miami inizia male, ma chiude sopra il 50% (37/70), mentre San Antonio sfiora appena il 44% (36/82). Ma, soprattutto, sono i tiri liberi a condannare gli Spurs, che tirano male (12/20) e, soprattutto, solo 2/6 nell’ultimo quarto, con l’ultimo viaggio in lunetta a sei minuti e mezzo dal termine.

Milestone. Tim Duncan ha fatto registrare la 157º doppia doppia in carriera nei playoff, raggiungendo Magic Johnson al primo posto della speciale classifica.