LeBron James, ben difeso da Leonard (Foto: hngn.com)

LeBron James, ben difeso da Leonard (Foto: hngn.com)

Miami Heat@San Antonio Spurs 1-2

La partita

Le Finali NBA cambiano scenario. Si passa dalle spiagge di Miami al River Walk di San Antonio, dalle caipirinhe dei locali alla moda di Southbeach ai burritos texani, dalla “Casa Blanca” dell’American Airlines Arena alla marea nera dell’A&T Center. Nera come la serata dei Miami Heat che sono incappati nella loro peggior partita, e con lo scarto maggiore, di questi playoffs. La partita inizia in sostanziale equilibrio. A cavallo tra il primo e secondo quarto, lo scarto tra le due squadre è di soli 4 punti. Gary Neal inizia a scaldare i motori e mette un paio di triple che, insieme al momento migliore in attacco di Duncan della partita, regala il primo vantaggio in doppia cifra agli Spurs. Spoelstra mette in campo Mike Miller che piazza tre triple consecutive e inizia un parziale di 12-1 che pareggia la partita a quota 44 con 37 secondi da giocare. Qui arriva il momento di svolta della partita. Ginobili serve Parker all’angolo che mette una tripla fondamentale e poi il miracolo di Neal sulla sirena di metà tempo ricaccia gli Heat negli spogliatoi con uno sguardo che è tutto un programma. Il terzo quarto è devastante. Con Tony Parker negli spogliatoi per il riacutizzarsi del problema al bicipite femorale che lo “rallenta” dall’inizio dei playoffs, una grandinata di triple di Danny Green e Gary Neal (16 triple per gli Spurs, record ogni epoca nelle Finals ndr) schianta le speranze Heat che vanno a scontrarsi con l’incredibile difesa di San Antonio. Kawhi Leonard ha il compito di marcare LeBron James con incredibili risultati. La difesa di squadra di San Antonio non lascia spazio alle penetrazioni di James che è costretto a tirare da fuori il pitturato con scarsi risultato (23.3% in queste Finals ndr). Leonard recupera da solo 4 palloni che vengono trasformati in punti in contropiede. Miami è senza idee. Spoelstra aspetta invano cinque minuti magici del suo numero 6 che, questa volta, delude le aspettative. La partita finisce ufficiosamente con ancora 8 minuti da giocare quando Tracy McGrady fa la sua seconda apparizione alle Finals (ancora nessun punto per McGrady ma 3 assist e 3 rimbalzi ndr).

La mappa di tiro dal 3 dei San Antonio Spurs in Gara 3 (nba.com/stats)

La mappa di tiro dal 3 dei San Antonio Spurs in Gara 3 (nba.com/stats)

La serie

Spoelstra è visibilemente preoccupato in sala stampa: “Non riuscivo a riconoscere la mia squadra in campo. Non è così che giochiamo”. Il filippino più famoso del basket ha ragione. Questi non sono gli Heat che abbiamo imparato a conoscere nelle ultime due stagioni. Questo non è il LeBron James che ci aspettavamo. Palla in mano per 8 secondi ad aspettare che succeda qualcosa e jumper dai 6 metri: non proprio la circolazione di palla o le corse in contropiede che ci aspettavamo dai campioni in carica. Mario “Rio” Chalmers, un fattore importantissimo nella vittoria di Miami in Gara 2, ha chiuso con 0 punti e un solo assist. Nel terzo quarto, momento di maggiore difficoltà per la sua squadra, Chalmers si trovava a dover iniziare l’azione di attacco e rimaneva fermo a palleggiare al vertice dell’area come se fosse in stato di trance, impressionato da quanto stava succedendo. La panchina di Miami ha chiuso con 19 punti contro i 24 del solo Gary Neal. Dwayne Wade ha cercato di mandare dei segnali alla sua squadra durante la partita. DWade gioca sul dolore di un ginocchio malandato però ieri sera ha provato a scuotere i suoi ragazzi. LeBron ha detto ai giornalisti, in modo piuttosto colorito, che non è contento della sua partita: “Sto giocando di M..da!”. Ci aspettiamo un cambiamento di rotta che vada oltre il pensiero: “Eh, ma gli Spurs non possono tirare con il 50% da 3 per tutte le Finals!”. Perché no?! I tiri da 3 degli Spurs hanno un criterio. Sono tiri in ritmo presi con coscienza. “Let it Fly!” è diventato il motto nelle stanze dei bottoni a San Antonio. “Se avete un buon tiro, con spazio e in ritmo, lasciatelo andare, appunto, “Let it fly”. A fare il resto per Popovich e compagni è la difesa. LeBron James lotta per tutta la partita contro 3 giocatori e i recuperi sugli scarichi sono perfetti. Ci vorrà ben altro per i Miami Heat per sperare di vincere Gara 4 che, viste le premesse, diventa fondamentale per pensare di poter portare a casa il secondo anello consecutivo per i campioni in carica.

Tony Parker

Tony Parker

Head-to-head

Il primo faccia a faccia da analizzare è tutto interno agli Spurs. Tony Parker, nella giornata di ieri, si è sottoposto a risonanza magnetica per valutare l’entità dei danni al bicipite femorale. Il referto parla di un’infiammazione alla coscia che potrebbe tenere in panchina il numero 9 in gara 4. Si valuterà prima della palla a due ma Ginobili dovrà essere pronto a partire titolare e a riempire lo spazio del franco-belga.

Mario Chalmers potrebbe soffrire questo cambio di rotta e la marcatura di Ginobili, normalmente affidata a Wade, potrebbe essere affidata proprio all’alascano.

La sfida tra i tiratori è ancora più affascinante. Mike Miller è tornato a disposizione di Spoelstra, Ray Allen viene da una gara 3 molto difficile (solo 4 punti per lui ndr), mentre dal lato Spurs, Danny Green e Gary Neal vengono da una gara da 52 punti combinati.

L’ultimo faccia a faccio, quello che probabilmente sta decidendo la serie, è quello tra Kahwi Leonard e LeBron James. Leonard sta facendo un’incredibile difesa su James che non riesce a trovare le misure sulle braccia lunghissime del suo avversario. La sfida tra i due deciderà l’andamento della serie.


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