LeBron James inarrestabile al tiro in Gara 2

LeBron James inarrestabile al tiro in Gara 2

I Miami Heat dopo aver sfiorato il colpaccio in Gara 1 ritrovano il miglior LeBron James possibile e sbancano l’AT&T Center di San Antonio portando la serie in parità. Partita vibrante, che ha visto le due squadre scambiarsi la leadership dell’incontro per ben 17 volte, e talmente equilibrata che è stata in parità in 12 occasioni nell’arco dei 48 minuti. Sono state quindi le singole giocate e i singoli episodi a modellare le sorti della partita, come i 4 tiri liberi a fila sbagliati dagli Spurs o il canestro clutch da tre punti di Chris Bosh a 1 minuto dalla fine.

UPS

LeBron James. In gara 1 i crampi lo hanno costretto a lasciare alimentando le congetture degli hater sulla sua tenacia, ma in Gara 2 LeBron James non ha avuto nessun tipo di problema e si è preso la rivincita su chi dubitava della sua capacità di essere decisivo. Ha segnato 35 punti, conditi da 10 rimbalzi con un 14/22 dal campo. Nel primo quarto ha segnato la miseria di 2 punti con 1/4 al tiro, nel secondo quarto ha iniziato a attaccare il canestro con ferocia ed ha chiuso con 6/9 al ferro. Ma il vero capolavoro lo ha fatto nel terzo periodo in cui ha segnato 14 punti con 5/7 al tiro e una sfuriata di 12 punti quasi consecutivi che ha portato gli Heat dal -5 al +5 nel giro di 3 minuti. Il suo secondo tempo parla inoltre di un 8/11 al tiro, senza nessuna conclusione al ferro, suddiviso in 5/8 dal midrange e 3/3 da tre punti. Nel finale una sua chiusura difensiva su Tony Parker e il suo assist per la tripla di Chris Bosh sono state le giocate decisive che hanno permesso agli Heat di strappare l’1-1 nella serie.

Chris Bosh. Erik Spoelstra lo ricorda sempre a tutti – “lo ripeto da 4 anni, Chris è il nostro giocatore strategicamente più importante” – dopo che i media lo circondano e gli chiedono dell’impatto che ha Chris Bosh nelle partite degli Heat. L’ex Raptors è la chiave per decifrare i Miami Heat, il giocatore che apre gli spazi a LeBron James e Dwyane Wade, che ha saputo adattarsi a un ruolo di secondo piano ma che non disdegna di mettere la sua firma sulle giocate più importanti della partite. In Gara 2 ha piazzato la tripla che ha cambiato il corso della partita a 1:18 dal termine sul 95-93 Heat e 50 secondi dopo ha bruciato Tim Duncan in penetrazione per servire a Dwyane Wade l’assist che ha sigillato la vittoria. Ha chiuso la partita con 18 punti e soli 3 rimbalzi, ma è la bestia nera degli Spurs, che tra stagione regolare e le prime due gare di finale ha castigato con un 32/48 dal campo e un 6/10 da tre.

La Difesa Heat. In gara 1 gli Heat avevano concesso 48 punti in vernice e il 58% complessivo dal campo agli Spurs. In gara 2 le cose sono andate diversamente, con la difesa di Miami che ha permesso solo 34 punti in area e il 44% al tiro. San Antonio ha avuto enormi difficoltà a trovare punti ravvicinati da chiunque non fosse Tony Parker, Tim Duncan o Manu Ginobili e solo il tiro da tre, sporadicamente tra l’altro, ha permesso ai padroni di casa di accendere il pubblico. La strategia difensiva degli Heat è cambiata nel corso della partita: per 3 quarti e mezzo hanno attuato la solita difesa aggressiva sul pick & roll, poi Erik Spoesltra ha ordinato ai suoi di cambiare marcatura su ogni pick & roll costringendo l’attacco degli Spurs a trovare tiri difficili e sofferti allo scadere dei 24 secondi, senza permettere a Parker e Ginobili di mettere piede in area.

DOWNS

I 4 tiri liberi sbagliati dagli Spurs. I San Antonio Spurs hanno chiuso Gara 2 con 12/20 al tiro, un 60% che in una finale NBA non è ammissibile. Ma quelli che hanno pesato maggiormente sono stati i 4 tiri liberi consecutivi sbagliati, 2 da Parker e 2 da Duncan nel cuore dell’ultimo periodo. Sull’87-85 Spurs a 6:43 dal termine, Mario Chalmers ha commesso un flagrant su Tony Parker colpendo il francese al costato durante una penetrazione in attacco. Parker ha sbagliato entrambi i liberi, gli Spurs hanno rimesso in gioco la palla e 9 secondi dopo Tim Duncan è andato in lunetta a seguito di un fallo di James per un altro 0/2 dalla linea della carità. Da quel momento in poi gli Spurs hanno perso la lucidità, James di lì a poco avrebbe messo la bomba del sorpasso ribaltando l’inerzia della partita.

Kawhi Leonard. Le cifre non lo condannano, perchè alla fine ha fatto registrare una prova da 9 punti con 2/3 da tre punti, 2 rimbalzi e 3 assist, ma i San Antonio Spurs si aspettano molto di più da Kawhi Leonard, giocatore che nelle scorse Finals mise in enorme difficoltà LeBron James su ambo i lati del campo. Il suo contributo non si valuta dai punti che segna o i rimbalzi che prende, ma dalla capacità di stare incollato al suo uomo in difesa e alla piccole cose che fa in attacco. In gara 2 James contro di lui ha tirato 3/5 dal campo per 10 punti totali, facendogli spendere 6 falli, alcuni dei quali ingenui. Dall’altra parte del campo, costretto a mettere palla a terra, è stato pressochè invisibile. Gli Spurs hanno bisogno del Leonard versione “piovra” per sbancare l’American Airlines Arena.

La veridicità del plus/minus. Leggere il plus/minus di una partita è una cosa che non sempre rispecchia le realtà dei fatti. Secondo il plus/minus, Chris Bosh, uno dei migliori in campo di gara 2 ha avuto un -11 di parziale e i 10 minuti giocati da Mario Chalmers nel 4° periodo hanno fruttato un +10 nonostante il play ex Kansas non abbia messo a referto nessun punto e tentato nessun tiro. Marco Belinelli, sempre nell’ultimo periodo ha avuto la sfortuna di trovarsi in campo al momento sbagliato, perché in quasi 4 minuti giocati nell’ultima frazione ha prodotto il peggior plus/minus dei suoi.

NEXT

Erik Spoelstra ha proposto i suoi aggiustamenti, specialmente difensivi, ed hanno funzionato ristabilendo la parità nella serie. Ora la palla passa a Gregg Popovich e al suo staff.

In primis, il coach degli Spurs deve trovare un modo per valorizzare maggiormente Tim Duncan, autore di una grande partenza in Gara 2, ma poi completamente dimenticato in attacco dai suoi. Il suo primo tempo parlava di 11 punti e 9 rimbalzi, con la difesa Heat incapace di trovare una soluzione al suo gioco interno. Nell’ultimo periodo in 9 minuti ha totalizzato 0 punti, 0/2 ai liberi e 3 rimbalzi. I suoi canestri, nel corso della partita, sono arrivati esclusivamente su assistenze dei compagni eccetto uno, in tap-in schiacciato. Chris Bosh è riuscito a contenerlo bene nel secondo tempo, ma l’attacco degli Spurs sporadicamente è passato per le sue mani, e viste le difficoltà a bucare la prima linea difensiva degli Heat, occorre metterlo in condizione di giocare di più in post basso.

Sponda Heat, la mossa Rashard Lewis continua a pagare dividendi. L’ex Magic sembra aver trovato continuità al tiro e in difesa si batte come un leone tanto da diventare un tassello inamovibile dello scacchiere di Spoelstra. Ma è l’unico gregario, assieme a Ray Allen a segnare da fuori con continuità. Shane Battier è disperso in panchina, James Jones sta provando a raccogliere minuti e la coppia Chalmers/Cole non è ancora riuscita a entrare nella serie offensivamente. Nelle due gare a Miami almeno 2 di loro devono riuscire a offrire una prestazione di alto livello balistico per variare il gioco degli Heat, che rischia di diventare prevedibile.