I New Orleans Pelicans 2013/2014 (Ron Hoskins/Getty Images)

I New Orleans Pelicans 2013/2014 (Ron Hoskins/Getty Images)

La Stagione. Nell’affollato Ovest, i Pelicans, è il caso di dirlo, non sono mai riusciti davvero a spiccare il volo nonostante le ambizioni della scorsa preseason. Un pacchetto esterno con talento in quantità e la prima stagione vera di Anthony Davis potevano sembrare ottime premesse per provare quantomeno a lottare per strappare un posto nelle prime otto della Western. Ma le difficoltà sono emerse presto, accompagnate da una miriade di infortuni. Il primo fosco presagio è stato il problema al piede proprio alla vigilia della gara inaugurale contro i Pacers di Ryan Anderson, che poi bisserà nel mese di gennaio con lo spaventoso infortunio alla schiena al Garden di Boston. Risultato, solo 22 partite in stagione per l’ala dal tiro mortifero, capace di volare a 19,8 punti e 6,5 rimbalzi nelle poche partite disputate. Il colpo di grazia l’ha dato il ko di Jrue Holiday, il grande acquisto della scorsa estate, che dopo una stagione che lo aveva portato all’All Star Game si è dovuto fermare anche lui a gennaio per una frattura da stress alla tibia, benché non è che stesse impressionando (14,3 punti e 7,9 assist in 34 partite giocate). Gli infortuni in rapida successione di Anderson e Holiday, sono stati le principali cause del tracollo di inizio gennaio, quando 8 sconfitte consecutive hanno spedito New Orleans lontano dalle zone che contavano. Se si aggiunge la stagione altalenante di Eric Gordon e Tyreke Evans (che ha faticato a reinventarsi comprimario dopo gli anni di Sacramento, pur finendo in crescendo), ecco che si capisce perché i Pelicans, pur con tanto talenti a disposizione, si siano fermati a sole 34 vittorie, che sono sì un passetto in avanti rispetto alle 27 della stagione precedente, ma comunque ancora troppo poco.

Anthony Davis è sicuramente stato il migliore della stagione dei Pelicans

Anthony Davis è sicuramente stato il migliore della stagione dei Pelicans

MVP – Anthony Davis. La nota lieta della stagione in Louisiana è stata sicuramente la definitiva consacrazione di Anthony Davis. Dopo una stagione da rookie frenata dagli infortuni e con qualche dubbio sul suo ruolo nella Lega (più ala forte o pivot?), “The Unibrow” ha risposto in maniera roboante con un’annata da sophomore in doppia-doppia di media (20,8 punti e 10,0 rimbalzi), condita dal titolo di miglior stoppatore dell’intera Nba (2,8 stoppate a sera) e dalla prima convocazione all’All Star Game. C’è chi già lo definisce il nuovo Tim Duncan. Meglio andarci piano, ma di sicuro il futuro è suo.

La Sorpresa – Brian Roberts. L’infortunio di Holiday, le prestazioni altalenanti di Gordon ed Evans e le difficoltà di Austin Rivers hanno dato spazio al play ex Bamberg, che sembrava dover sgomitare a inizio stagione per trovare minuti dopo la buona annata scorsa. Ed invece è riuscito anche a migliorarsi, chiudendo a 9,4 punti e 3,3 assist di media con 42 presenze in quintetto e un minutaggio salito dai 17,0 minuti dello scorso anno ai 23,2 di questo.

La Delusione – Eric Gordon. Quello che si chiedono tutti è: quando riuscirà a chiudere una stagione giocando tutte le 82 partite? Anche quest’anno la guardia ex Clippers non ci è riuscita, saltando 18 gare, ma soprattutto, complice l’esplosione di Davis e l’arrivo di Evans, ha disputato forse la peggior stagione in carriera, al minimo per media punti (15,4 ad allacciata di scarpe). Giunto all’età di 26 anni, la prossima stagione sarà decisiva per capire qual è davvero il suo status in questa Nba.

Prospettive future. L’impressione generale è che i Pelicans abbiano tutto per poter far bene. Senza infortuni, con la possibilità di lavorare con continuità, c’è una squadra di giovani di talento pronta a fare il salto di qualità. Peccato che la trade degli scorsi anni abbiano privato New Orleans di scelte in questo draft, dove magari si poteva puntare un’ala piccola di spessore, unico vero buco nel roster, tra le tante in uscita dal college. Per la franchigia è in attesa della scelta del nuovo GM, ruolo per il quale sono in lizza Jeff Bower e Scott Layden, poi si penserà al mercato, con qualche trade per sistemare un roster che avrà ovviamente in Anthony Davis il suo punto fermo.