La gioia di Anosike a Brindisi(foto V.Massagli)

La gioia di Anosike a Brindisi(foto V.Massagli)

La stagione trascorsa da questa Vuelle versione low-cost, per quanto sofferta e piena d’inciampi e problemi, resta e resterà per sempre un’impresa da incorniciare. Costruita con il budget più basso della serie A, (400.000 dollari netti per la squadra), la nuova Victoria Libertas al primo anno senza Scavolini è riuscita a sopravvivere e a salvarsi all’ultima giornata, grazie ad una serie di tre vittorie consecutive contro Bologna, Brindisi e Venezia smentendo tutti i pronostici degli addetti ai lavori ad inizio stagione.

 

COSA HA FUNZIONATO

 

Spogliatoio. Un gruppo granitico e unito. Sempre. Non è facile, dopo quattordici insuccessi consecutivi, ritrovarsi il martedì ad allenarsi con lo stesso fuoco negli occhi e la stessa voglia. Ma il mix tra un allenatore che tra i difetti non ha sicuramente quello di non trasmettere grinta, un gruppo d’italiani che non ha mai mollato e un gruppo di rookies, giovani, dediti al lavoro e mentalmente freschi, ha fatto la differenza.

Rookie. Appunto, i rookie. Se la Vuelle si è salvata è stato grazie al contributo di tutti ma una buona parte è opera dello zampino dei giocatori americani: Elston Turner, O.D Anosike e Marc Trasolini hanno portato il loro mattoncino ad ogni vittoria. Uno, diventando cifre alla mano il miglior centro del campionato, che ha chiuso in doppia doppia di media, l’altro dimostrandosi un giocatore punto di riferimento offensivo e un vero clutcher: alla mente la tripla allo scadere con Bologna, che ha caricato l’ambiente e che ha dato la svolta ad una stagione che sembrava aver già designato Pesaro come vittima sacrificale. Anche Marc Trasolini, pur meno appariscente dei primi due, si è dimostrato solido, concreto e pronto a giocare tanti minuti nella massima serie.

Pubblico. Con una squadra ultima in classifica e un pubblico da oltre 4000 di media, sarebbe stato un peccato retrocedere. la salvezza all’ultima giornata è stata festeggiata come una finale scudetto, forse di più. Pesaro vive di basket e all’appello di quest’anno pubblico e tifosi hanno risposto presente, capendo la situazione di difficoltà e dimostrando che anche sugli spalti, la Vuelle si merita la massima serie.

 

COSA NON HA FUNZIONATO

 

Sandro Dell'Agnello (foto A. Bignami 2013)

Sandro Dell’Agnello (foto A. Bignami 2013)

Scelte estive. Alcuni giocatori, sui quali si era puntato fermamente un estate, non sono riusciti per un motivo o per un altro a dare il contributo che ci si aspettava da loro. Alvin Young non è riuscito ad essere il punto di riferimento offensivo che si sperava e la chioccia per i nuovi americani, Amici che sotto la guida di Zare Markovski aveva fatto vedere buone cose, non è riuscito a trovare il suo ruolo sul parquet e Hamilton, in sostituzione di Prowell, si è dimostrato non essere, almeno ad oggi, un giocatore da massima serie. Scelta sbagliata della società o responsabilità del giocatore, Stefano Cioppi e Ario Costa, con i pochi soldi a disposizione sono riusciti a giostrarsi sempre bel modo migliore è a correre ai ripari in modo efficace e assennato anche agli errori.

Girone d’andata. Disastroso. Una vittoria, in trasferta, alla prima giornata, ha fatto subito ben sperare i tifosi pesaresi. Da lì in poi quattordici sconfitte consecutive. Alcune al fotofinish, con la sindrome da ultimo periodo che faceva perdere la bussola dopo ampi tratti di partita in controllo ai pesaresi, altre perse con larghi margini ai quali, in corso d’opera, la squadra non riusciva a porre rimedio. La mancanza di un playmaker per troppo tempo, l’insperienza dei rookie, troppo alibi dell’allenatore nei confronti dei giocatori? Poco importa, perché alla fine ha avuto ragione Dell’Agnello, ma forse si sarebbe potuto soffrire di meno.

 

IL FUTURO

 

Difficile pensare al futuro se non si sa nulla sul presente. La scommessa sul fronte sponsor è tutt’altro che chiusa e il rischio di un’altra stagione di sofferenza è ancora dietro l’angolo, forse in maniera ancora più drammatica. Difficile sarà trattenere i giocatori americani, e solo Trasolini ha un opzione per rimanere il prossimo anno, a patto che gli si presenti un progetto in grado di intrigarlo. Sarebbe bello poter costruire su un gruppo giovane, pieno di potenziale e che è entrato con prepotenza nel cuore del pubblico ma la realtà oggi è ben diversa: fino a che non si troverà uno sponsor principale o non si avrà almeno una sicurezza sul budget a disposizione, la prospettiva è quella di un mercato che punterà a pescare dal sommerso, per una salvezza per l’ennesima volta da conquistare.