haywood

Brendan Haywood

Brendan Haywood ha quasi 35 anni ed ha saltato tutta la passata stagione per una frattura da stress al piede destro. Nel campionato precedente, con la maglia degli allora Bobcats, ha archiviato 3.5 punti di media con 4.8 rimbalzi in 19 minuti. Con questi presupposti, si potrebbe pensare ad un giocatore in fase declinante e destinato a terminare la carriera tra poche luci e molte ombre, magari facendo panchina in squadre che occupano i bassifondi della classifica. Ed invece no. Nella NBA le sorprese possono sempre arrivare e le occasioni possono essere inattese.

Infatti, chi l’avrebbe detto che uno come Haywood sarebbe stata una pedina molto ricercata dalla squadra più calda dell’estate? Quasi nessuno, probabilmente, eppure è così. I Cleveland Cavaliers – consapevoli di iniziare una offseason importantissima per la loro storia – lo hanno voluto ed hanno definito la trade per acquisirlo da Charlotte (insieme alla scelta numero 45 Dwight Powell, in cambio di Alonzo Gee) già il giorno del draft, il 26 giugno. Non potendo ufficializzare il tutto prima del 10 luglio, nel frattempo alcune condizioni sono cambiate, ma non la voglia dei Cavs di prenderlo, risultata tale da spingerli a definire per lui un nuovo scambio, che l’ha portato in Ohio sempre insieme a Powell, ma – con Gee finito a New Orleans per una seconda scelta 2016 (protetta fino alla numero 55) – in cambio di Scotty Hopson e soldi.

Ma perché tutto questo interesse? Perché un elemento di esperienza in una squadra di giovani può essere utile, perché i big man in generale non abbondano in giro per la lega – e questo può fare comodo soprattutto in ottica playoffs – e un giocatore ancora in grado di portare blocchi, prendere rimbalzi e stoppare può sempre essere prezioso, tanto che prima di rinunciarci bisogna sempre pensarci bene. Adesso poi avrebbe sulla carta anche un buon minutaggio, dato che al momento sarebbe il centro di riserva alle spalle di Varejao. E poco importa che i Cavs, offrendo prime scelte future, stiano cercando di allungare la rotazione in quel ruolo: un altro elemento, meglio se di buon valore, esperienza e affidabilità, serve, soprattutto dopo il ritorno di LeBron James, che impone alla dirigenza di non lasciare nulla di intentato per costruire una squadra in grado di avvicinarsi subito al titolo.

E l’utilità di Haywood, certamente non più elemento di prospettiva vista l’età, potrebbe rivelarsi maggiore del previsto la prossima estate. Per ragioni dovute alla sua particolare situazione contrattuale. Infatti il prodotto di North Carolina in questa stagione riceverà dai Cavs circa 2 milioni di dollari, ma nel 2015-16 – ultimo anno di contratto – peserà per 10.5 milioni. Questo accade perché il giocatore scelto proprio da Cleveland nel 2001 – ma che non ha mai giocato in Ohio – è stato amnistiato nel 2012 da Dallas, che ha voluto liberarsi della parte restante dell’accordo di sei anni per 52 milioni firmato due anni prima. I giocatori rilasciati con la clausola dell’amnistia, a differenza dei tagli “normali”, permettono alle squadre di puntare su di loro con richieste parziali: prima di diventare a tutti gli effetti free agent, i giocatori possono ricevere offerte – per regolamento, superiori al minimo salariale – pari ad una parte del loro ultimo contratto. La proposta dei Bobcats si è rivelata la più alta – o forse l’unica, questo non è mai stato comunicato dalla NBA – e la formazione reduce dall’annata col peggior record ogni epoca si è aggiudicata i suoi diritti per 6,15 milioni. Questa cifra, divisa nei tre anni garantiti rimasti sul suo contratto, doveva essere corrisposta da Charlotte al giocatore, la parte più corposa invece continuava a pesare sulle casse – ma non sul salary cap – dei Mavericks.

Ma in tutto questo non è stata coinvolta l’ultima stagione – il 2015/16 – del suo contratto, che non è garantita e lo diventa solo se rimane vincolato oltre l’1 agosto 2015. Dallas non ne è più responsabile, lo è la squadra che ne detiene i diritti, passati da Charlotte a Cleveland. Il contratto di Haywood per la stagione 2015/16 continua dunque a valere 10.5 milioni – come previsto dall’acordo siglato con i Mavs -, che gli spetteranno però solo se rimarrà a libri oltre la suddetta data. E’ improbabile dunque che resti ai Cavs oltre agosto del prossimo anno, ma la dirigenza prima di tagliarlo dovrà pensarci bene: sul mercato, infatti, peserà proprio per quei 10.5 milioni, oltretutto in scadenza, che potrebbero incidere molto su scambi anche per giocatori importanti o attrarre le squadre interessate a liberare spazio salariale. Un’arma in più che Cleveland potrà usare entro la prossima estate.