Pau Gasol, il suo futuro pare lontano dai Lakers (Foto: www.geeksandcleats.com)

Pau Gasol, il suo futuro pare lontano dai Lakers (Foto: www.geeksandcleats.com)

Può una singola decisione – quella di LeBron James di tornare a Cleveland – innescare un effetto domino che da qui ad una decina di giorni sarà potenzialmente in grado di modificare radicalmente i rapporti di forza della NBA? Può, eccome, e gli effetti si stanno vedendo fin da subito. Con ancora molto forte l’eco di quanto annunciato dal “Prescelto”, ecco che improvvisamente tutto o quasi sta cambiando. La notte italiana appena andata agli archivi, infatti, ha portato con sé novità sostanziali. La prima, quella più direttamente legata alla dipartita del #6 da Miami, riguarda Chris Bosh, che pareva destinato a Houston ed invece si è accordato per restare agli Heat con un quinquennale a 118 milioni di dollari complessivi. E Wade? La corte di Chicago sul natio di… Chicago è stata a tratti anche forte, ma l’uomo immagine degli Heat (non ce ne voglia LeBron…) non ha mai avuto troppo interesse a tornare a casa – no, lui no – ed è propenso a rifirmare con la franchigia della Florida, così come Udonis Haslem. Ma intanto a Cleveland – che ha ceduto Alonzo Gee a New Orleans (annullando l’accordo con Charlotte del giorno del draft, ma prenderà comunque Brendan Haywood) – si avvicina Mike Miller che, da ottimo amico di LeBron, ha bloccato il passaggio ai Nuggets e potrebbe firmare a prezzi convenienti e cresce pure l’interessamento per Chris Andersen. Ma il colpo davvero importante potrebbe essere Kevin Love.

Miller in ogni caso non resterà a Memphis e i Grizzlies si sono cautelati più che degnamente con il triennale da 12 milioni fatto firmare a Vince Carter. Ma, più che James, il giocatore che paradossalmente rischia di cambiare maggiormente i rapporti di forza della lega è Pau Gasol. L’ala-centro catalana, infatti, sul cui futuro si concentrano le attenzioni di Bulls, Spurs, Thunder, Knicks e Hawks, pare poter essere il perfetto secondo violino per le squadre di cui sopra, il giocatore che farebbe compiere loro un salto di qualità. Data ormai per scontata la volontà dello spagnolo di non proseguire la carriera ai Lakers (ha rifiutato un contratto da 10 milioni all’anno) e il tentativo forte non andato a buon fine degli Hawks, sembra prendere sempre più piede la possibilità che possa cedere alla corte di San Antonio, che, come riporta Ramona Shelmurne di ESPN, avrebbe l’opportunità di metterlo sotto contratto attraverso un sign and trade, cosa che Chicago, l’altra grande favorita nella corsa al #16 non potrebbe fare. E’ proprio un altro sign and trade a scuotere una delle free agency più significative dell’ultima decade: Isaiah Thomas, infatti, sarà un giocatore dei Suns, che non paiono comunque intenzionati a rinunciare né a Dragic né a Bledsoe. Per il play ex Kings è pronto un quadriennale da 27 milioni di dollari. Sacramento, invece, disporrà di una trade exception da 7 milioni e i diritti su Alex Oriakhi.

ALTRE NEWS – Operazioni in tono minore per i Lakers che confermano Nick Young e Jordan Hill (il primo con un quadriennale da 21.5 milioni con player option sull’ultimo anno, l’altro con un biennale da 18 milioni e team option sul secondo anno), stanno per firmare Jeremy Lin, in arrivo dai Rockets insieme alla prima scelta 2015 e ad una seconda scelta futura e guardano con interesse alle vicende legate al divorzio di Carlos Boozer da Chicago. Atlanta prende Kent Bazemore con un biennale da 4 milioni totali. I Knicks firmano Cole Aldrich e tagliano Lamar Odom. Deng, nel frattempo, sembra essere sempre più vicino agli Heat, in una free agency esplosa grazie alla “Decision 2.0” di LeBron James.