cousins_kentucky“È il miglior centro nell’intera NBA”, coach Malone ha sentenziato.

Se vi capita di vedere un ragazzone di 2.11 per 120 chili abbondanti, che corre, gioca spalle a canestro, attacca frontalmente il suo uomo con un’infinità di soluzioni, prende rimbalzi in gran quantità e, deo gratias in numero minore, falli tecnici, allora dovreste scorgere il numero 15 e il nome Cousins sul retro della canotta. DeMarcus Amir Cousins, from Sweet Home Alabama, sta dimostrando di essere il prototipo di quello che può essere definito come un lungo moderno, un 5 che ha tanti pregi e pochi punti deboli. Grande coordinazione, incredibile solidità, buona visione e mani delicate. La faccia è da duro, l’atteggiamento qualche volta tende a passare il limite tra quella che è considerata aggressività agonistica ed esagerazione che sfocia in trash talking inopportuno: 5 tecnici in 16 partite quest’anno, 43 nelle ultime 3 stagioni. Un po’ tantini, francamente. Doppia-doppia all’ordine del giorno, tanta voglia di portare i suoi Kings ad un livello superiore e altrettanta concretezza nell’essere determinante in situazioni complesse.

Player of the week nella settimana dal 17 al 24 novembre: 24 punti e 17 rimbalzi contro New Orleans, 22 punti e 14 rimbalzi contro Chicago, 31 punti e 18 rimbalzi contro Minnesota. Ha viaggiato a 25.6 punti a partita e 16.3 rimbalzi, con un eccellente 57.7% dal campo, facendo registrare il 22 novembre la sesta doppia-doppia consecutiva.

Nello scorso numero abbiamo analizzato l’impatto di Anthony Davis, frutto anche dello slancio ottenuto grazie al Mondiale in Spagna, stesso concetto estendibile anche al centrone dei Kings, autore di una competizione caratterizzata dall’estrema concretezza nei momenti in cui è stato chiamato in causa. Uno può pensare che sia facile fare bene quando i due titolari sono Davis e Faried, e dalla panchina si alzano Cousins e Drummond, ma non è così scontata come ipotesi. I rumors durante la cavalcata degli States, che vedevano la Spagna come favorita secondo buona parte della stampa, grazie soprattutto al trio di lunghi formato dai fratelli Gasol e da Serge Ibaka, sono sicuramente serviti come incentivo in più per gli uomini di coach K per dimostrare che sotto canestro non avevano paura di niente e nessuno.

Cousins e Duncan, due generazioni a confronto, con diversi punti in comune (Getty Images)

Cousins e Duncan, due generazioni a confronto, con diversi punti in comune (Getty Images)

La quinta stagione del prodotto di Kentucky (15.1 punti, 9.8 rimbalzi e 1.8 stoppate a partita, con Wall in regia) è partita nel migliore dei modi, ma soprattutto con la consapevolezza di migliorare gli aspetti del gioco che rappresentano alcune debolezze per lui. Il risultato è un’evidente completezza nel bagaglio di Cousins, a partire dalla posizione difensiva e offensiva, dalla gestione dei palloni che arrivano in post basso, dalle scelte per attaccare l’uomo vicino e lontano dal canestro, fino al tempismo a rimbalzo e allo sfruttamento dei tagli sotto canestro per servire gli esterni.

Cousins versione USA Basketball, al Mondiale vinto in Spagna (Getty Images)

Cousins versione USA Basketball, al Mondiale vinto in Spagna (Getty Images)

La sensazione è che se non viene considerato ancora all’unanimità come il miglior centro della Lega, poco ci manca, sia per ragioni di statistiche che per ragioni di impatto sull’andamento della gara. In passato ha ammesso di avere una sorta di devozione per Tim Duncan, sempre disponibile a dargli consigli a voce o per telefono, definendolo come una leggenda NBA che non cerca a tutti i costi di crearsi un personaggio ma che, piuttosto, investe nei giocatori con meno esperienza nella Lega per insegnare loro come migliorare. Di sicuro, dovranno esserci dei miglioramenti per ciò che riguarda l’atteggiamento in campo, ma il fatto di avere come esempio il caraibico degli Spurs può solo aiutarlo, a 360 gradi. Potrebbe essere una bella rivincita nei confronti di coloro i quali sono convinti dell’assenza dei “centri di una volta” nella NBA odierna. DeMarcus ha tutte le carte in regola per farli ricredere. Alla grande.