5. MATADORES

Gli spagnoli “tengono sangue latino”. Quello caliente, della garra, della foga, della grinta e dell’istintività. Solo questo?
Eh no, perché l’ultima settimana di NBA ci dimostra che lo specimen iberico sa anche essere freddissimo. Glaciale.

Due partite in due giorni decise da un canestro allo scadere di uno spagnolo. Cominciando dalla tripla di Ricky Rubio (e già questo avrebbe del miracoloso) che ha regalato la vittoria ai suoi Timberwolves nella sfida con i Thunder: senza battere ciglio, come fosse uno specialista.

E la notte dopo, nella magica gara, almeno (o solo) per blasone tra Knicks e Lakers, è Josè Calderon a prendersi il palcoscenico. Pure lui una tripla, però costruita da solo, dal palleggio, uccellando Huertas e zittendo lo Staples…

 

4. WELCOME BACK DOUGIE!

Chicago sonnecchia pericolosamente all’ottavo posto di Conference e le recenti prestazioni non mettono al sicuro alcuna partecipazione ai playoff. Distratti, inconsistenti, disordinati e pure jallati (infortuni sono solo parziale attenuante): questi non sono i Bulls che ci saremmo aspettati.

Nel marasma, però, c’è chi ci sta sguazzando alla grande: Dougie McBuckets è tornato signori. Oh sì. Eccome!

Doug McDermott sta emergendo come go-to-guy del momento, grazie a una sfilza di prestazioni che cancellano le difficoltà dell’anno da rookie e ci restituiscono quel talento che tanto aveva colpito a livello collegiale.

Dinamico, letale al tiro, tutt’altro che timido e consapevole dei propri mezzi: tradotto in cifre, 29 contro Toronto, 20 contro Washington, 25 contro Brooklyn.

Sempre uscendo dalla panchina, ma con l’occhio giusto. Quello che servirebbe a tutti i compagni.

 

3. TU QUOQUE!

In sostanza, tre prestazioni clamorose da chi, onestamente, non ti aspetteresti.

Cominciando dalla meno clamorosa, visto il livello del giocatore: Victor Oladipo. Ottimo elemento sì, ma i 45 rifilati a Cleveland, ovviamente career-high, sanno di perla più unica che rara. 16/22 dal campo, 6/7 da tre, con anche 5 rimbalzi, 3 assist, 3 palle rubate e 2 stoppate. Peccato sia stato “solo” un notevole losing effort.

Andando a ritroso nella settimana, ecco la spaziale doppia-doppia di Bismack Biyombo, che si prende il palcoscenico sfruttando l’assenza dell’acciaccato Valanciunas. Contro Indiana (vittoria Raptors) 16 punti e 25 rimbalzi! 25!! Di cui 9 offensivi. Con un 5/6 al tiro fatto di inchiodate e appoggi e due stoppate per condire il tutto.

Infine, ecco i 44 di Bojan Bogdanovic, talento che noi europei riconosciamo come cristallino, ma che dall’altra parte dell’Oceano ancora non hanno compreso del tutto. Nella vittoria dei suoi Nets sui Sixers per 131 a 114, career high con 17/27 dal campo, 4/9 da tre e 8 rimbalzi. Ok, di fronte aveva la peggiore squadra della Lega, ma bisogna pur sempre farli eh…

 

2. MATTONE DOPO MATTONE

Se i Wizards possono ancora sperare in un posto playoff, gran parte del merito è di John Wall.

Il play dei capitolini sta letteralmente trascinando i suoi a suon di prestazioni da All-Star, quale giustamente è.
Ha iniziato la stagione in sordina, per poi cambiare marcia e, ultimamente, attestarsi su livelli da top-5 della Lega. Per punti, assist, rimbalzi, palle rubate e tutte le voci statistiche che vi possono venire in mente.

Nell’ultima settimana, anche due triple doppie, tra l’altro consecutive. Sempre un po’ nell’ombra, perché non è sgargiante come altri e la franchigia zoppica abbastanza. Ma i numeri sono numeri, e le gare Chicago e Philadelphia (due W) non si cancellano. Con i Bulls, 29 punti, 12 assist, 10 rimbalzi, 10 rimbalzi, 3 palle rubate e 11/19 dal campo; nella gara con i 76ers, in back to back, 16 punti, 14 assist, 13 rimbalzi e 2 palle rubate (ok, pure 9 turnovers, ma vabbè).

Insomma, mica noccioline. Se dovessero centrare la post-season, i Wizards dovrebbero seriamente pensare di erigere una statua in suo onore.

 

1. KABOOOOMMM!!!

Si parlava di triple-doppie vero? Costui, negli ultimi sette giorni, ne ha snocciolate giusto un’altra manciata; come nulla fosse. E così fanno quattordici in stagione: massimo di sempre. Superato il primato di Jason Kidd nella stagione 2007-2008.

Va da sé che si stia parlando di Russell Westbrook. E chi sennò!?

Il #0 dei Thunder continua ad aggiornare le sue statistiche e a mangiarsi qualsiasi parquet. Nel dettaglio: vittoria sui Blazers, 17 punti, 10 rimbalzi e 16 assist; contro i Sixers, 20 punti, 15 rimbalzi e 10 assist; a casa dei Pacers, 14 punti, 11 rimbalzi e 14 assist. Non considerando che negli altri match la tripla-doppia è sempre sfiorata.

Il tutto, in pieno Russell style: a mille all’ora, full gas, volando sopra il ferro e mangiandosi ogni centimetro e secondo di gara. Devastante come sempre. Come dimostra la schiacciata in testa a Grant, “colpevole” solo di trovarsi sulla strada imboccata da RW per arrivare dritto e spedito al ferro. Perla che, già di per sè, meriterebbe la cima vetta della top-5.