5. GOLDEN STATE OF MIND
Ehi ragazzi, di quanto vinciamo oggi? 10? 20?…. Perchè non facciamo 50? Ovviamente non è mai esistito un dialogo simile in uno spogliatoio NBA (almeno credo), ma gli unici che potrebbero concederselo sarebbero, forse, i Golden State Warriors di quest’inizio stagione.
Beh, ça va sans dire che mi riferissi alla stravittoria per 119-69 di Golden State sui malcapitati Grizzlies. Una prova di forza maiuscola in cui troneggiano Steph Curry e compagni, colpevoli di aver sportivamente seppellito Memphis, che, guarda caso, nei playoff della passata stagione era stata la squadra che più aveva messo in difficoltà i futuri campioni.
Tanto per ribadire che non si trattava di una partita tra fenomeni e brocchi. Anche se così è sembrata, con tutto il rispetto dei disorientati Grizzlies.
Insomma, poco da dire: performance mostruosa.
4. GIU’ LA CRESTA
Penso che Danilo Gallinari fosse già ben cosciente delle doti atletiche di Russell Westbrook. Sono convinto che non gli servisse un’ulteriore dimostrazione. Nemmeno a noi. Ma, ahimè, il nostro Gallo ha dovuto testare sulla sue pelle le straordinarie qualità del #0 dei Thunder.
Ovviamente, Nuggets contro Thunder. OKC tranquillamente avanti, tanto che Steven Adams si concede un arresto e tiro tutt’altro che poetico. Palla sul ferro, tre uomini di Denver a rimbalzo e certezza che, almeno uno di questi, possa far sua la palla. Macchè. Da non si sa dove si materializza Westbrook, che accende i razzi e spicca il volo, lasciandosi sotto i piedi il povero Danilo, costretto a incassare e passare oltre.
Pigliare e portare a casa. Con questo Westbrook, è la sola scelta possibile.
3. SPECIAL K
Quei musi lunghi stanno diventando timidi sorrisi. Pare che a New York si stiano ricredendo in molti. No, Kristaps Porzingis non è l’ennesimo bidone europeo!
Presto per dirlo, ma la sensazione è questa. Numeri a parte (12 punti e 8 rimbalzi di media), il lettone sta dimostrando di avere il carattere per stare nella Lega. Lui l’aveva sempre detto: “Non è vero che gli europei sono soft; non è vero” (o parole simili), ma stentavano a credergli, tanto da fischiarlo sonoramente nella notte del draft.
La risposta migliore, però, un campione (o potenzialmente tale), la dà sul campo. E allora ecco i fatti: mani e piedi da artista, movimenti eccellenti e tanta, tanta voglia di spaccare tutto. Anche se sei secco secco e non hai per niente la faccia del bad boy.
2. THE BIGGEST THREE
Come loro, nessuno mai. E ora sono anche i numeri a dirlo: Manu, Tony e Timmy sono il trio più vincente della storia della NBA.
Domenica scorsa, grazie alla vittoria per 95-87 sui Boston Celtics, i tre campioni hanno toccato quota 541 successi insieme. Un record.
In quattordici anni, i tre Spurs hanno raccolto più W di un altro indimenticabile trio targato Celtics: Parish, Bird e McHale. Dopo che avevano già distaccato i gialloviola Abdul-Jabbar, Cooper e Johnson (germi a 490 W). Giocatori che hanno scritto pagine indelebili di questo sport, ma che devono inchinarsi al caraibico, l’argentino e il francese.
E nel mezzo del cammino di questa lunghissima via, 4 anelli e 23 apparizioni combinate all’All Star Game.
Si dice che questo sarà l’ultimo capitolo di questa stupenda epopea. Beh, nel dubbio, godiamoceli e chapeau.
HISTORY HAS BEEN MADE! Tim, Tony & Manu just became the Winningest Trio in @NBA history with 541 wins together! pic.twitter.com/x4pRH4O0KS
— San Antonio Spurs (@spurs) 1 Novembre 2015
1. AI TUOI PIEDI
Non so davvero da dove cominciare. Ma so benissimo come finire: irreale! Steph Curry è irreale!
Penso non possa essere descritto ciò che sta facendo l’MVP in carica. Sfugge a ogni logica, a ogni spiegazione, a ogni schema. Sta dominando su tutta la linea. Tutto ciò che tocca diventa oro ed è imbarazzante il modo in cui si prende gioco di tutto e tutti. E non perché arrogante o che, ma perché semplicemente superiore. Ecco, in questo momento, Steph Curry è superiore a tutti.
Cose del genere, per assurdo, te le potresti aspettare da un LeBron: superuomo abituato a triturare numeri e avversari da quando è nato. Ma non da un ragazzo talentuoso che, va ricordato, ci ha messo qualche anno prima di essere quello che è.
Non è spiegabile. E anche per questo è tutto così stupendo. Pure per noi, umani qualsiasi che hanno la fortuna di vedere, di notte in notte, un clamoroso atleta che sta scrivendo pagine di storia del Gioco.
Steph Curry becomes the first player to make 25 threes in his team’s first 5 games in @NBA history. pic.twitter.com/0wBA7iw5av — NBA on ESPN (@ESPNNBA) 5 Novembre 2015