5. MAI VOLTARGLI LA SCHIENA!

Citando il Maestro Tranquillo: “Benvenuti nel fantastico mondo di Russell Westbrook”. Una dimensione parallela in cui ogni pallone va sbranato, si va sempre alla velocità della luce, difendere è una poco piacevole rarità e la fantasia è al potere.

Vedere per credere la magica “autorimessa” con buzzer beater annesso nel match tra Thunder e Jazz. RW non trova compagni liberi e, allora, decide di disegnare uno schema molto particolare: colpo di sponda sulla schiena dell’ignaro Hood e jumper fulmineo. Il risultato è un successo, lo show assicurato.

Un mistero cosa passi in quella testa…

 

4. INSCALFIBILI

Gira voce che gli stessi giocatori dei Warriors attendessero con ansia il primo passaggio a vuoto. Quasi fosse una liberazione: meno pressione, basta con l’assillo forzato dei record ecc… Ora si può ricominciare a giocare con la mente davvero sgombra.

E, in effetti, la prima uscita dopo la sconfitta coi Bucks ha urlato al mondo che i gialloblu non si sono scoraggiati. Anzi, sono più sgargianti che mai, Klay Thompson in primis.

Spazzati via i Suns 128-103, tra circolazione vorticosa di palla, grandinate di triple e tanto proficuo spettacolo. Con 43 punti (season high) dello “Splash Brother” meno patinato, capace di mettere a referto un terzo quarto da 27 punti. Alla fine, 15/22 dal campo e 9/13 da tre.

Considerando che si sta parlando di uno che è riuscito a metterne addirittura 37 in una sola frazione, nulla di sconvolgente (ed è paradossale pensarlo).

Passano solo due giorni, ed ecco servita l’occasione per la “vendetta”: Bucks ospiti alla Oracle Arena. Golden State fatica, rimane sotto a lungo ma accelera nel finale e lascia sul posto i ragazzi di Kidd.

Avevano ragione loro: quella sconfitta non ha fatto poi così male…

 

3. DUNK IS IN THE AIR

Ci dev’essere qualcosa nell’aria. Anzi, nell’area, quella pitturata. Nel giro di sette giorni, tre inchiodate paurose, molto simili tra loro, anche per qualità, fragore e spettacolarità.

E allora è necessaria una piccola classifica nella classifica, una piccola top-3 che metta in fila queste tre super azioni.

Partiamo dal gradino più basso del podio: Rudy Gay sopra il malcapitato Beverley:

Argento per la linea di fondo ”sbranata” da Will Barton:

Oro per uno dei Sixers (proprio così): Richaun Holmes!!

 

2. NEVERENDING STORY

4 overtime, 68 minuti effettivi di gioco, 6 giocatori oltre quota 20, 16 cambi di leadership, 293 punti totali: questi alcuni numeri dell’epica sfida di venerdì notte tra Detroit e Chicago, conclusasi con la vittoria di Motown per 147-144.

Un match incredibile che rimarrà nella storia di questa stagione. Una vera e propria maratona tra due squadre che si sono date battaglia sin dalla palla a due, senza mai trovare la zampata decisiva, se non prima di un’ora e passa di gioco.

Sugli scudi “i soliti noti”, da una parte e dall’altra: per Detroit, un indiavolato Reggie Jackson (31 punti, 13 assist e 6 rimbalzi) e il devastante Andre Drummond (33 punti e 21 rimbalzi, di cui 10 offensivi); tra i ragazzi di Hoiberg, da sottolineare le prove di Derrick Rose (34 e 8 assist), Gasol (30+15) e, soprattutto Jimmy Butler, autore del career high da 43 punti.

Cifre pazzesche e, ovviamente, “pompate” dall’infinito minutaggio, che, tuttavia, danno l’idea di che razza di spettacolo sia stato.

 

1. IL MAMBA MORDE ANCORA

Baci, abbracci, saluti, applausi, standing ovations e tanti sdolcinerie. Il “farewell tour” di Kobe è nostalgico ed emozionante, ma il Mamba non è affatto un giocatore finito. Non spacca in due le partite come una volta, ma la classe non passa. Mai.

Succede che il #24 ci regali sprazzi (ben centellinati eh) di vecchio Kobe: geniale, esplosivo, inarrestabile. Il momento amarcord più clamoroso, sinora, è quello visto in Rockets-Lakers. Kobe attacca Ariza, lo brucia sena troppi problemi (difesa inesistente), carica le molle e vola a inchiodare sopra Capela. Roba da incendiare lo Staples, far saltare sul divano quelli davanti alla tv, sbigottire la panchina e sorprendere lo stesso Bryant.

Da vedere e rivedere, con la lacrimuccia.