5. DI TRIPLA IN TRIPLA

Non è di certo la miglior stagione della carriera di Kyle Korver. Il cecchino degli Hawks, infattti sta un po’ sparando a salve. Per le sue abitudini e abilità, un 40% risicato da tre. Che sarebbe oro per chiunque altro, ma non per lui.

Anche questa notte, nella sfida vinta coi Knicks, una sola tripla a segno su sei tentativi. Ma quell’unica bomba non passerà inosservata, visto che è quella che permette all’ex Utah Jazz di diventare il nono miglior realizzatore dall’arco nella storia della Lega: 1788 canestri dalla lunga distanza, uno in più di Rashard Lewis. Prossimo obiettivo Chancey Billups, fermo a 1830.

E comunque, non servivano le statistiche per dirci che è uno dei migliori specialisti di sempre.

 

4. DI QUI NON SI PASSA

Viaggia a 4 stoppate di media a stagione, terrorizzando chiunque provi a entrare nell’area degli Heat. Hassan Whiteside non solo sta confermando le doti mostrate, a sorpresa, nel 2014/2015, ma sta addirittura facendo meglio. Fa parte, senza dubbio, dei migliori cinque centri della Lega e, forse, è il rim protector più terrificante in circolazione.

Non siete convinti? Beh, a sostegno della mia tesi, ecco un frammento di Portland-Miami. Grazie a questi pochi secondi potrete capire di cosa stiamo parlando: un vero e proprio muro umano. Perchè è sì lunghissimo, ma ha anche tempismo, tecnica, voglia, consapevolezza. Ed è questo che fa la differenza.

Fossi un attaccante, ci penserei bene prima di avventurarmi nel pitturato dei rosso-neri. C’è un altissimo rischio di farsi male, molto male.

 

3. ¡AY CARAMBA!

Una scheggia impazzita se ce n’è una. Un giocatore di striscia come pochi nella Lega.

A Dallas, e a Miami, sanno bene cosa sia in grado di combinare J.J. Barea. Può sonnecchiare per mesi e poi, dal nulla, tirare fuori dal cilindro un paio di prestazioni da All-Star. Se in giornata, diventa assolutamente imprendibile.

Il piccolo Josè Juan ha scelto questa settimana per ricordare a tutti chi è e cosa è in grado di fare. Dopo aver viaggiato sommessamente al di sotto dei 10 punti a partita, ha deciso di mettere in fila due seratine da 32 e 26 punti, con 12 canestri totali da tre (su 15 tentativi), di cui 7, career high, solo stanotte.

Accelerate spaventose coincise con altrettante vittorie dei Mavericks, contro Nets e Bulls. Nulla di paragonabile alla cornice delle Finals, ma tant’è.

Carlisle e tutta Dallas possono stare tranquilli e sereni: il revolver portoricano è sempre carico.

 

2. SOGNO O SON DESTO?

Se in paradiso si giocasse a basket, si giocherebbe così. Se inventassero l’azione perfetta, sarebbe questa. Se dovessero convincere qualcuno sul perché questo sport è poesia, gli mostrerebbero queste immagini.

I San Antonio Spurs continuano a predicare basket con la solita ammaliante saggezza. Contro i Timberwolves, l’Azione (la maiuscola non è casuale) che ogni allenatore sogna: 8 passaggi in 24 secondi, tutti i giocatori toccano palla, ricezione-scarico-movimento, spaziature e ricerca del compagno libero. Il concetto del “good to great” all’ennesima potenza: “good to the greatest”. E senza i “titolari” in campo.

Pure il compassato Pop (sullo sfondo) non può che applaudire. Giustamente.

 

1. DANKE DIRK

Vent’anni fa, in pochi avrebbero pensato che un tedesco sarebbe entrato nella storia della NBA. Poi arrivò un ragazzone alto alto e secco secco da Wurzburg. Ora quel ragazzo è il sesto marcatore all-time, seduto allo stesso tavolo con Abdul-Jabbar, Malone, Bryant, Jordan e Chamberlain.

Dirk Nowitzki continua a scrivere la propria leggenda: nella partita contro i Nets, il #41 ha toccato quota 28597 punti segnati nella Lega, superando niente meno che Shaq. Con un jumper in faccia al nostro Andrea Bargnani che, per una volta, potrebbe anche essere stato contento di beccarsi un canestro 1-vs-1. Il Mago ha avuto il privilegio di co-partecipare a un momento speciale, di un atleta speciale e un uomo speciale.

Perché spesso si tende a dimenticare che WunderDirk è, al di fuori di ogni ragionevole dubbio, uno dei più grandi di sempre.