DALLAS MAVERICKS
I Dallas Mavericks si presentano come una delle squadre più migliorate rispetto alla scorsa stagione, quando Nowitzki e compagni sono stati gli unici a dare del reale filo da torcere agli Spurs durante i playoffs. Partito il veterano Shawn Marion, i Mavs sono riusciti a strappare ai Rockets il talentuoso Chandler Parsons (16.6 punti e 5.5 rimbalzi), giovane esterno tecnicamente pulito, dai continui margini di miglioramento e che negli anni futuri potrà arrivare sempre più verso la vetta. A inizio mercato Dallas è stata protagonista della prima “trade” che potrebbe aver spostato gli equilibri, con Josè Calderon e Samuel Dalambert che sono andati in quel di New York in cambio di Raymond Felton e Tyson Chandler (8.7 punti e 9.6 rimbalzi), il dominante centro protagonista dell’anello 2011 che ha lasciato il suo cuore in Texas dopo tre stagioni non semplici ai Knicks. Il ruolo di playmaker è stato rinforzato ulteriormente grazie all’arrivo di Jameer Nelson, da 10 anni in Florida con i Magic e giocatore NBA affermato (per lui diverse stagioni sopra i 14 punti di media). Mentre potrebbe risultare azzeccata la scelta di scommettere sull’ala nigeriana Al-Farouq Aminu, atleta dal discreto senso del canestro e dalla notevole presenza fisica. Il quintetto per terminare i match sarà probabilmente composto da Devin Harris, Monta Ellis, Chandler Parsons, Dirk Nowitzki e Tyson Chandler, con la panchina comunque in grado di offrire qualità ed equilibrio. Perciò, occhio ai Mavs.
Roster: Al-Farouq Aminu, Tyson Chandler, Jae Crowder, Monta Ellis, Raymond Felton, Eric Griffin, Devin Harris, Bernard James, Richard Jefferson, Ricky Ledo, Gal Mekel, Jameer Nelson, Dirk Nowitzki, Chandler Parsons, Greg Smith, Brandon Wright.
Voto: 8,5

HOUSTON ROCKETS
Ha ragionato guardando al futuro, si è consolata con buoni giocatori, ma la grande delusa di questo mercato è comunque Houston. Il GM Morey è partito con grandi intenzioni, ma ora arriva all’avvio di stagione senza neanche uno dei grandi obiettivi fissati alla fine dei playoffs, ovvero il rinnovo di Chandler Parsons e l’innesto di una “superstar” tra Carmelo Anthony, LeBron James e Chris Bosh. I Rockets hanno comunque avuto un discreto rimpiazzo nel ruolo di ala piccola in Trevor Ariza (14.4 punti e 6.2 rimbalzi), ex Wizards, che nella seconda parte della scorsa annata ha cominciato a mettere assieme numeri che non faceva vedere proprio dal suo ultimo anno a Houston nel 2009-2010. E’ sbarcato in Texas il lungo Jeff Adrien reduce dalla sua migliore annata, seguito da “The Jet” Jason Terry voglioso di dimostrare di valere ancora e dal giovane prospetto greco ex Barcellona Kostas Papanikolau, ma per il resto i nuovi volti sono semplici giocatori di contorno (sarà interessante come potrebbe aiutare il team Joe Dorsey, anche lui con un passato nel Barcellona). Il risultato, senza un’ala piccola giovane e di alto livello, è un team ulteriormente accentrato sui “Big” James Harden e Dwight Howard con una panchina corta; il roster è competitivo, ma difficilmente la truppa di McHale farà meglio dello scorso anno.
Roster: Jeff Adrien, Trevor Ariza, Patrick Beverley, Isaiah Canaan, Clint Capela, Robert Covington, Troy Daniels, Joey Dorsey, Francisco Garcia, James Harden, Dwight Howard, Nick Johnson, Terrence Jones, Donatas Motiejunas, Josh Powell, Ish Smith, Jason Terry.
Voto: 5,5

MEMPHIS GRIZZLIES
I Grizzlies, dopo il mercato, rimangono una delle realtà più solide della Lega e senza dubbio giocheranno un’altra discreta stagione, anche se il livello a Ovest è salito e quello della compagine di coach Joerger è rimasto, più o meno, lo stesso. Con Mike Miller che ha fatto i bagagli per raggiungere LeBron James a Cleveland, è giunto a Memphis Vince Carter (11.9 punti e 3.5 rimbalzi), sicuramente lontano dai livelli eccelsi di cinque/sei anni fa, ma che ha dimostrato di essere molto efficace partendo dalla panchina nell’ultima fase della sua brillante carriera; la classe di ‘Air Canada’ è la stessa, ma il fisico purtroppo no e il suo approdo sembra non essere sufficiente per correggere del tutto le due grandi lacune di Marc Gasol e compagni, ovvero lo scarso apporto offensivo degli esterni e la discontinuità di rendimento delle riserve. Michael Beasley, uno degli ultimi arrivati in squadra, è la solita incognita dal talento sconfinato ma dal carattere immaturo e non di un atleta professionista. Riuscirà finalmente a trovare la sua dimensione e a conquistarsi credibilità? Ma il vero colpo di mercato della dirigenza, alla fine, è stato il rinnovo dell’ala grande Zach Randolph, troppo importante in campo, in spogliatoio ed essenziale per proseguire sulla strada delle passate stagioni.
Roster: Jordan Adams, Tony Allen, Michael Beasley, Nick Calathes, Vince Carter, Patrick Christopher, Earl Clark, Mike Conley, Marc Gasol, Luke Hancock, Kosta Koufos, Courney Lee, Jon Leuer, Kalin Lucas, Quincy Pondexter, Tayshaun Prince, Zach Randolph, Jarnell Stokes, Beno Udrih, Hassan Whiteside.
Voto: 6,5

NEW ORLEANS PELICANS
Con Jrue Holiday ed Eric Gordon sani, un Tyreke Evans continuo, il solito Ryan Anderson e l’Anthony Davis visto negli ultimi 10 mesi, New Orleans può sorprendere e la dirigenza dei Pelicans ha voluto fortemente mantenere il nucleo formatosi l’anno scorso, migliorando la profondità e la solidità del team con qualche aggiunta. Anche se si poteva fare di più. La personalità del playmaker rookie Russ Smith, l’esperienza di John Salmons e il talento (non ancora, purtroppo, sbocciato) di Jimmer Fredette hanno rinvigorito il reparto esterni di coach Williams viste le partenze di Aminu (ha giocato anche da quattro) e Morrow; l’addio di Stiemsma, oltretutto, è stato sicuramente ben rimpiazzato dal turco Omer Asik (5.8 punti e 7.9 rimbalzi), che potrebbe formare un tridente estremamente intrigante con Davis e Anderson grazie alle sue capacità a rimbalzo condite da doti tecniche di scuola europea e presenza fisica. Obiettivo playoff.
Roster: Alexis Ajinca, Ryan Anderson, Omer Asik, Luke Babbitt, Dionte Christmas, Anthony Davis, Tyreke Evans, Jimmer Fredette, Eric Gordon, Jrue Holiday, Kevin Jones, Vernon Macklin, Darius Miller, Austin Rivers, John Salmons, Russ Smith, DJ Stephens, Jeff Withey, Patric Young.
Voto: 6

SAN ANTONIO SPURS
Squadra che vince non si cambia. Il GM Buford ha lavorato in estate sicuramente con questo famoso detto costantemente in testa, individuando saggiamente gli unici obiettivi della franchigia prima dell’inizio del Training Camp: rinnovare Tony Parker, Boris Diaw e Tim Duncan, con quest’ultimo che, dopo il quinto e strepitoso anello della sua carriera, ha pensato seriamente di appendere le scarpe al chiodo. Missione compiuta (l’unico a lasciare la dirigenza con il fiato sospeso è stato Duncan), il roster è lo stesso dell’anno precedente e gli Spurs restano i grandi favoriti per la vittoria della Western Conference. Aggiunta di livello tra il “coaching staff”, che rende San Antonio ancora più europea, è il grande maestro Ettore Messina, nuovo braccio destro di ‘Pop’ che ritroverà Marco Belinelli e Manu Ginobili, suoi discepoli ai tempi della Virtus Bologna. Nei giorni scorsi, inoltre, è stato anche esteso (con un annuale) il contratto dell’ala forte australiana Aron Baynes. Tra i rookie intriga l’ala made in USA Kyle Anderson, che ha giocato una stagione molto buona con la maglia di UCLA. Gli Spurs pensano già al bis di titoli, situazione mai accaduta nella storia della franchigia; ma con un team di questo livello, che ama collaborare, confrontarsi e giocare assieme, è lecito sognare in grande.
Roster: Kyle Anderson, Jeff Ayres, Aron Baynes, Marco Belinelli, Matt Bonner, Bryce Cotton, Joshua Davis, Austin Daye, Boris Diaw, Tim Duncan, Manu Ginobili, Danny Green, JaMychal Green, Cory Joseph, Kawhi Leonard, Patty Mills, Tony Parker, Tiago Splitter.
Voto: 7


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