Andrea Bargnani nella sfida vinta contro i campioni in carica

Andrea Bargnani nella sfida vinta contro i campioni in carica

Andrea Bargnani

I New York Knicks in questo inizio dell’anno sembrano aver cambiato definitivamente marcia e dopo le buone prove nel tour del Texas arriva anche la vittoria al Madison Square Garden contro i Miami Heat. Andrea Bargnani torna a brillare almeno nella metà campo offensiva con un gran inizio di match (10 punti e 5/8 al tiro nel primo quarto) giocando aggressivamente fronte a canestro e sfruttando il mismatch con Rashard Lewis. Discorso differente nella metà campo difensiva dove su alcuni cambi e sui pick and roll finisce spesso sulle tracce di LeBron James, subendo più del dovuto. Andrea torna a produrre e ad essere coinvolto dalla manovra nel corso della ripresa, infilando anche alcune conclusioni dopo ottime partenze e giocando tutti e 24′ del secondo tempo, inclusi buoni spezzoni al fianco di Amar’e Stoudemire, chiudendo con 19 punti (9/13 al tiro) e 5 rimbalzi. Il cammino prosegue al Wells Fargo Center di Philadelphia contro una diretta avversaria della Atlantic division, dove dopo un pessimo primo quarto in cui Andrea contribuisce con poca sostanza, i Knicks riescono a prendere in mano il match nella seconda frazione grazie ad un ottimo JR Smith e al contributo di Amar’e, oltre al solito Carmelo Anthony. Bargnani resta a guardare e torna sul parquet solo nella ripresa dove ritrova punti (saranno 10 alla fine con 4/7 da 2, 0/2 da 3, 4 rimbalzi e 3 assist) aiutando la manovra offensiva fino ad inizio ultima frazione, con Mike Woodson che poi si affida al quintetto più basso. La settimana si chiude con un back to back, prima al Madison Square Garden in cui i Knicks riescono ad avere la meglio dei Suns solo dopo un overtime, poi a Charlotte dove si interrompe la striscia di 5W consecutive nonostante il ritorno di Tyson Chandler in quintetto. Andrea contro i Suns tocca la doppia cifra con 10 punti e 7 rimbalzi, nonostante il suo contributo tenda sempre vertiginosamente a calare nei secondi tempi (4 punti, 1/3 al tiro), con Woodson che tende a prediligere un quintetto basso con Smith dentro al posto del Mago. A Charlotte invece il Mago viene riportato al ruolo di power forward, ma dopo un discreto inizio con due canestri di Andrea e i Knicks sul +6, Charlotte si affida ad un dominante Al Jefferson e per i Knicks è notte fonda. Andrea accusa i postumi di una forma influenzale e come nelle ultime uscite il suo contributo tende a scemare chiudendo con 8 punti e 3/4 al tiro in appena 22′.

 

Marco Belinelli in penetrazione contro la difesa dei Timberwolves (getty Images)

Marco Belinelli in penetrazione contro la difesa dei Timberwolves (getty Images)

Marco Belinelli

Dopo la sofferta vittoria all’overtime contro i Grizzlies e dopo i tanti errori commessi nell’ultimo quarto, Marco Belinelli viene riportato in panchina chiudendo per ora questo esperimento da titolare con risultati soddisfacenti (8 partite da titolare chiuse con 11 punti e il 49% al tiro). Gregg Popovich vista l’assenza di Manu Ginobili sfrutta l’abilità con e senza la palla di Marco come facilitatore della second unit e Danny Green torna nello starting five contro i Dallas Mavericks. Il Beli non si abbatte a questo panchinamento portando il solito mattoncino alla causa con 17 punti (di cui 7 nell’11-0 che stende i Mavs a fine 3°quarto), con soli 9 tiri tentati in 25′, a cui aggiunge anche 3 assist. Concreto contributo anche contro i Minnesota Timberwolves all’AT&T center soprattutto nel corso del primo tempo, chiuso con 10 punti e 4/6 al tiro con buonissimi movimenti e tagli senza la palla. L’infortunio all’indice della mano destra di Danny Green lancia Marco di nuovo tra i titolari nella ripresa e con la prima tripla della sua partita e 2 assist aiuta San Antonio ad allungare. Contro i New Orleans Pelicans nonostante l’assenza di Green per infortunio, Popovich recupera Ginobili e schiera proprio l’argentino in quintetto. Marco entra a metà quarto, non trovando però la via del canestro (0/4 al tiro), ma gradualmente il suo contributo aumenta, accendendosi definitivamente nell’ultima frazione, giocando tutti i 12′ e mettendo a referto 8 punti e 2/3 dall’arco, tra penetrazioni, layup di mancino e una tripla incredibile da almeno 11 metri. In questo mese di gennaio Marco si sta dimostrando fondamentale per gli Spurs (16.3 punti, 59.4% dal campo, 58.3% da 3 e 3.3 assist), tornando anche in vetta alla classifica NBA dei tiratori da 3 con il 50%, anche se Popovich  pretende di più: Marco vuole vincere e competere al massimo, vuole imparare il sistema ed è sempre molto disponibile. Però se riuscirò a farlo lavorare di più sull’aspetto difensivo, sarebbe ancora meglio”. 

Gigi Datome in azione

Gigi Datome in azione

Luigi Datome

L’inizio del 2014 in casa Detroit Pistons non è stato dei migliori e nonostante il ritorno in campo di Rodney Stuckey, la squadra del Michigan continua a rispettare il copione degli ultime settimane con un corposo calo di rendimento nel corso dei secondi tempi. All’Air Canada Centre di Toronto arriva la sesta sconfitta consecutiva e per Gigi Datome c’è solo un breve cameo di 2′ nel garbage time finale al posto di Kyle Singler, un garbage time a cui prendono parte anche Jonas Jerebko e Josh Harrellson, entrambi finiti in fondo alle rotazioni e scavalcati anche da Charlie Villanueva. Gigi riesce anche a trovare un buon canestro dopo una partenza sulla linea di fondo, ma mettere piede in campo in queste situazioni con le partite che hanno ben poco da dire e produrre cifre rilevanti, è sicuramente complicato. I Pistons però riescono a trovare di nuovo il successo prima a Philadelphia con un grande secondo tempo, anche se per l’occasione coach Maurice Cheeks accorcia ulteriormente le rotazioni della frontline con il solo Singler ad entrare con regolarità. Nel back to back contro i Phoenix Suns al Palace of Auburn Hills in una partita dominata sin dalla palla a due ma decisa solo negli ultimi minuti, Gigi incappa nel secondo DNP consecutivo con Cheeks che lo tiene per tutto il match in panchina assieme ad Harrellson e Jerebko, ridando però 7′ a Villanueva. Una gestione delle rotazioni che fa sicuramente sorgere tanti dubbi, ma è sempre più chiaro che Datome non sta convincendo appieno il proprio staff tecnico e se vorrà dare una svolta alla sua stagione dovrà essere pronto ad approfittare di ogni occasione a partire da un maggiore contributo in allenamento.


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