Marco Belinelli

Non è un momento felice al tiro per Marco Belinelli. Infatti dopo la soddisfazione per la convocazione alla gara del tiro da tre punti del prossimo All Star Game in programma il weekend di San Valentino, Marco è entrato in una fase di “slump” al tiro: nelle ultime 5 partite è 4/23 al tiro dalla lunga per quello che fino a 10 giorni era il miglior tiratore da oltre l’arco, per percentuale, della lega. Il 49% da tre è drammaticamente sceso al 44% che vale comunque il secondo post in graduatoria dietro a Kyle Korver.

Non è nemmeno un periodo facile questo per gli Spurs che hanno l’infermeria piena ed un reparto guardie decimato dagli infortuni. Nella scorsa settimana oltre ai già infortunati Danny Green (rientrato in lineup nella partita contro i Pelicans) e Kawhi Leonard si è fermato anche Manu Ginobili e il ruolino di marcia recita 3 vittorie e altrettante sconfitte.

Greg Popovich per fare fronte alla pesante assenza dell’argentino, oltre ad avere rimescolato le rotazioni – con le aggiunte in corsa con contratto decadale prima di Othyus Jeffers ed ora di Shannon Brown – ha spostato Marco dal quintetto al ruolo di sesto uomo, per sfruttare il suo ball handling, il suo QI e le peculiarità del suo gioco, in uscita dalla panchina con la second unit. Fino ad ora Belinelli stava giocando da ala piccola, per emergenza, nel quintetto degli speroni.

Il 29 gennaio per Marco non è stata una gara come le altre: gli Spurs hanno ospitato a San Antonio la sua ex squadra, i Chicago Bulls, e Belinelli alla sua prima gara riprendendo ad uscire dalla panchina, ha segnato 11 punti con 4/11 al tiro senza però riuscire a condurre i suoi compagni alla vittoria. E’ andata meglio contro i Pelicans, nella vittoria in rimonta per 102-95 dei suoi Spurs, in cui ha segnato 13 punti (suo high dal 22 gennaio scorso) con 4/7 al tiro e percorso netto dalla lunetta con un preciso 5/5 a cui ha aggiunto 3 rimbalzi.

Il mese di gennaio di Belinelli si è concluso con medie di 13,5 punti in 29,6 minuti di media tirando il 51% dal campo ed il 42% da tre punti, sfruttando appieno lo spazio che coach Popovich gli ha concesso.

Gigi Datome

E’ ancora ai margini delle rotazioni di coach Cheeks il nostro Gigi Datome che non riesce a convincere il suo allenatore a dargli una chance.

Nelle ultime 5 partite ha messo piede in campo solo due volte, contro Orlando e Philadelphia, due vittorie, nel garbage time, segnando complessivamente 2 punti (da palleggio-arresto-tiro) in 11 minuti di utilizzo. Nei pochi scampoli di gara che ha giocato, continua a essere impiegato da ala forte, non il suo ruolo naturale, ma in un momento in cui lo scoraggiamento potrebbe fargli pentire della scelta di varcare l’oceano, l’ex Roma è comunque tranquillo e fiducioso di trovare l’opportunità per dimostrare il suo valore.

I Pistons, prima delle ultime 2 incoraggianti vittorie che hanno rilanciato le loro ambizioni di playoffs – attualmente sono noni ad est, ad una gara di distacco dai Bobcats – erano reduci da 4 sconfitte consecutive.

Andrea Bargnani

C’è la concreta possibilità che possa dirsi conclusa la prima stagione in maglia Knicks di Andrea Bargnani dopo la gara vinta contro i Sixers del 22 gennaio, in cui ha rimediato l’infortunio al gomito che lo terrà fuori a tempo indeterminato, come ha riportato il network ESPN. La risonanza a cui si è sottoposto il giorno dopo ha evidenziato la lesione del legamento del gomito sinistro. Il “Mago” si era procurato l’infortunio nel terzo quarto della gara contro i Sixers nel tentativo andato a vuoto di schiacciare con la rovinosa caduta successiva che ha fatto il giro del mondo.

La buona notizia è che Andrea non avrà bisogno di sottoporsi ad un intervento chirurgico. La brutta notizia è che sono sconosciuti i tempi di recupero per un giocatore che giù in passato è stato tartassato per un infortunio del genere. Lo scorso anno saltò 27 gare con i suoi Raptors a causa dello stesso problema ma al gomito destro e pure nella stagione 2011-2012 ebbe problemi identici.

La speranza dello staff tecnico è di averlo in campo per la fine della regular season, con i Knicks impegnati nella rincorsa ad un posto nei playoffs che è ancora alla portata nonostante il record di 19-29 che vale il decimo posto ad est. Dopo il suo infortunio, i Knicks hanno vinto 4 partite in fila iniziando dalla gara dei 62 punti di Carmelo Anthony contro i Bobcats, mostrando sprazzi di bel gioco e maggiore attenzione nella fase difensiva, costringendo gli avversari, in questo poker di vittorie, a 93.25 punti segnati. Ma i nodi stanno tornando al pettine per i ragazzi di Mike Woodson, che hanno chiuso la striscia di 8 partite in fila giocate al Madison Square Garden sconfitti dagli Heat e due giorni dopo, a Milwaukee, dai Bucks.