Marco Belinelli (foto AP)

Gli Hornets hanno concluso la settimana di ripresa dopo l’All-Star Weekend con la prestigiosa affermazione contro i Mavericks campioni in carica. L’avevano iniziata con due sconfitte, quella di misura e nel complesso accettabile contro Chicago, e quella più netta e grave – e per di più in casa – contro un’avversaria abbordabile come Toronto. Ma il risultato strappato contro Dallas può essere incoraggiante e motivante per provare a proseguire e concludere nel modo più dignitoso possibile una stagione che può essere solo di transizione, anche in attesa di definire la situazione del passaggio di proprietà, che sembrava ormai in dirittura d’arrivo ma che la NBA pare aver ritardato di alcuni giorni.

Per fermare i Mavs, infliggendo loro la quarta sconfitta consecutiva, è stato fondamentale anche il contributo di un Marco Belinelli, che vede le proprie quotazioni in crescita nelle ultime settimane. 14 punti e 4 rimbalzi in 37 minuti il suo fatturato, con alcuni preziosi canestri in sospensione e i tiri liberi che hanno sancito la vittoria degli Hornets nei secondi finali, dando un freno definitivo al tentativo di rimonta di Dallas che aveva preso forma soprattutto in un 10-0 a metà del 4° periodo. E’ un Belinelli molto più coinvolto, inserito nella rotazione a tre delle guardie con Jack e Vasquez, mentre il sorprendente Henry (19 in 24′, di cui 13 nel solo 2° quarto) ha beneficiato dell’assenza di Ariza e dell’impatto molto marginale di Aminu per mettere a segno il career-high. “Una grande vittoria – ha dichiarato Belinelli – Abbiamo sempre condotto la gara e difeso bene di squadra. Stiamo continuando a lavorare bene”.

Marco lo sta facendo sicuramente, perché, un paio di giorni prima della vittoria su Dallas, aveva eguagliato la sua seconda miglior prestazione offensiva stagionale (il record restano i 22 siglati nella vittoria a Milwaukee il 15 febbraio), segnando 20 punti (6/15 dal campo, 6/6 ai liberi) con 7 rimbalzi e 3 assist, seppur in una partita persa malamente contro Toronto. Ben diverso era stato l’impatto contro la solida difesa di Chicago, che gli ha concesso solo 6 punti con 3/7 al tiro, ma questo non cancella il buon momento del nativo di San Giovanni in Persiceto che, nelle ultime 8 partite, sta viaggiando a 15.4 punti di media, andando ad un soffio da un ottimo 50% dal campo (49.4%) e con un più che eccellente 44.4% da tre. Contro i campioni in carica, ha sbagliato insolitamente un libero (5/6), quando l’errore precedente risaliva all’8 febbraio, giorno di un mediocre 4/8 dalla linea della carità contro i Bulls. Anche se Belinelli rimane giocatore molto – anzi troppo – perimetrale, visto che continua ad attaccare poco l’area e ad andare complessivamente in lunetta meno di quanto potrebbe (solo 2.6 volte nelle ultime 10, in media 2.1 in stagione).

Nonostante il buon momento di Belinelli, gli Hornets però stentano ancora. Dopo 3 vittorie consecutive arrivate a metà febbraio ad interrompere una serie negativa di 8 partite, quella contro Dallas è stato solo la seconda W nelle ultime 6 giocate. E’ un successo comunque di prestigio che, nonostante sia solo il 9° in stagione (con un record di 9-27, NOLA è ultima ad ovest con tre partite di ritardo da Sacramento) e il 1° contro una rivale divisionale, può dare un minimo di spinta psicologica ad un gruppo che non ha mai smesso di lavorare con impegno ma aveva chiaramente perso fiducia col passare delle partite e soprattutto al crescere delle sconfitte. In attesa di recuperare gli infortunati di lunga data, ovvero Emeka Okafor, Jason Smith, Carl Landry e Eric Gordon (oltre ad Ariza fermo negli ultimi giorni per influenza) e di capire dove potrà essere ceduto Kaman – peraltro uno dei migliori di questa squadra – entro la scadenza del mercato prevista per il 15 marzo, gli Hornets tornano in campo già questa notte contro Indiana, prima di andare in trasferta a Portland e Sacramento.