Andrea Bargnani vola a rimbalzo nella sfida interna persa contro i Raptors (getty image)

Andrea Bargnani vola a rimbalzo nella sfida interna persa contro i Raptors (getty image)

Andrea Bargnani

Le feste natalizie e in generale il mese di dicembre non sono certo da ricordare in casa New York Knicks, infatti nelle partite che precedono il nuovo anno la squadra di Mike Woodson prosegue nel periodo nero perdendo 3 partite consecutive e precipitando in fondo alla Atlantic division. Le assenze di Carmelo Anthony, Raymond Felton e Pablo Prigioni sono più che rilevanti e per tutto la settimana Andrea Bargnani viene schierato in quintetto al fianco di Tyson Chandler. L’inizio offensivo di Andrea contro gli Oklahoma City Thunder è più che discreto, fatto di buone letture, partenze palla in mano e penetrazioni con 7 pregevoli punti. Poi però stenta a trovare ulteriore spazio per le ben note carenze nella propria metà campo subendo troppo l’energia di Kendrick Perkins e Serge Ibaka. Carenze che lo terranno per ampi momenti in panchina (soli 16′ giocati alla fine, di cui 10′ nel primo quarto), dando il via libera ai Thunder per la più larga vittoria esterna della storia NBA nel giorno di Natale. Se i Thunder sono una migliori squadre della lega, lo stesso non può dirsi dei Toronto Raptors, ma sia al Madison Square Garden che all’Air Canada Centre i Knicks non trovano un rimedio alla maggiore intensità e voglia della squadra canadese, che con queste vittorie rinsalda il comando della division, nonostante un record negativo. Nella dodicesima sconfitta al MSG il Mago mette a referto la terza doppia doppia stagionale (18 punti, 12 rimbalzi), giocando un grande primo quarto, trovando una buona intesa anche con Beno Udrih. Andrea prende in mano la squadra priva di Chandler, in panchina con due falli commessi e infila il canestro anche dal perimetro, lanciando la prima mini fuga dei Knicks che volano sul +12. Nel complesso il primo tempo di Bargnani è più che positivo visti i 14 punti, 9 rimbalzi e 2 stoppate, ma viene però vanificato da una ripresa incolore e da un ultimo quarto in cui si spegne la luce subendo di tutto da DeMar Derozan e Jonas Valanciunas nel pitturato. Nel back to back in Canada i Knicks durano appena il primo quarto in cui il fischiatissimo Bargnani affiancato da Chandler prova a tenere la scia dei padroni di casa. Purtroppo dopo la prima frazione perfetta al tiro, Andrea sbaglierà ben 4 conclusioni consecutive, mentre dall’altra parte con Terrence Ross caldissimo da 3, Toronto vola non voltandosi più indietro. I Knicks rientrano con Amar’e Stoudemire nell’ultimo quarto, ed è indicativo che il recupero avvenga con Andrea tenuto in panchina per tutta la frazione, anche se coach Woodson tende a non stigmatizzare l’accaduto: “Ci sono state volte in cui gli starter non hanno giocato bene negli ultimi anni mentre le riserve invece rendevano e le ho lasciate in campo, questa scelta non ha nulla a che fare con Bargnani”. La situazione però per Andrea è complicata e sembra che in queste ultime due settimane abbia riscontrato problemi di rigidità al collo e, vedendo in aggiunta lo scarso rendimento, chissà che Woodson non prenda in considerazione un cambio di lineup iniziale.

 

Marco Belinelli in penetrazione contro la difesa schierata dei Kings

Marco Belinelli in penetrazione contro la difesa schierata dei Kings

Marco Belinelli

Il Natale non inizia al meglio in casa San Antonio Spurs vista la sconfitta interna contro gli Houston Rockets, diretti rivali della Southwest division e già corsari all’AT&T Center a fine novembre. Una sconfitta preoccupante che aggiorna il record contro le squadre più forti della lega a 0W e 7L. Marco Belinelli continua ad essere schierato nello starting five al posto di Danny Green, purtroppo però il suo contributo dopo il super primo tempo contro i Thunder è in continuo e netto calo. Contro Houston infatti Marco non riesce sin da subito ad entrare nei giochi offensivi (un problema che coinvolge non solo l’italiano) oltre a non riuscire a contenere Chandler Parsons, venendo sostituito dopo soli 3′. Ben differente per impatto il suo contributo nel corso del 2° quarto, dove assieme a Patty Mills e Boris Diaw trova a anche la via del canestro (3/3 nel quarto) aiutando gli Spurs a tornare sotto. Marco inizia bene anche la ripresa con tripla e seguente assist per la schiacciata di Tiago Splitter, ma questo sarà l’ultimo lampo della partita, chiusa con 9 punti e il 50% al tiro. Il cammino della squadra di Gregg Popovich riprende 24h dopo all’American Airlines Center in un altro derby texano, questa volta contro i Dallas Mavericks, in cui Marco prosegue nel periodo di difficoltà generale chiudendo con soli 4 punti e 0/3 dall’arco in 19′, mentre Danny Green, ancora tenuto in panchina, esplode con 22 punti e 7/7 al tiro (5/5 da 3). L’esperimento di Popovich sembra aver stimolato Green, mentre Marco nelle ultime 4 non trova più la giusta costanza ed efficacia e l’1/14 da 3 che ha fatto crollare la percentuale al 47.5%, lo testimonia. Una situazione difficile, sui cui Popovich interviene a fine partita: “Non si mette in panchina un giocatore perché non riesce a segnare un tiro, ho cambiato le rotazioni in queste settimane e potrei cambiarle ancora nei prossimi giorni”. Contro i Sacramento Kings però lo starting lineup resta invariato e Marco dopo un discreto inizio non riesce a trovare più la via del canestro sbagliando 4 conclusioni filate e venendo sostituito da Manu Ginobili, ben più preciso e concreto. La situazione non migliora nella ripresa e tra errori al tiro e qualche persa di troppo, Marco viene dimenticato in panchina per tutta l’ultima frazione.

 

Luigi Datome in difesa su Afflalo (AP Photo/John Raoux)

Luigi Datome in difesa su Afflalo (AP Photo/John Raoux)

Luigi Datome

Il periodo di feste non giova nemmeno ai Detroit Pistons che dopo la convincente prestazione alla Quicken Loans Arena, incappano in due brutte prove in trasferta. Gigi Datome dopo il career high contro i Cavs, nonostante una prova non certo precisa al tiro, ma fatta di sostanza, energia e voglia, sembra aver in parte convinto coach Maurice Cheeks, soprattutto per le sue doti di allargare il campo e migliorare le spaziature e nella trasferta all’Amway Center viene messo in campo già sul finire del primo quarto al posto di un impreciso Josh Smith. Gigi lotta a rimbalzo e trova anche un buon assist per Rodney Stuckey, ma Detroit non riesce a contenere Victor Oladipo e Cheeks lo richiama in panchina puntando di nuovo sul quintetto alto, rimettendolo in campo solo a 3′ dalla fine del terzo quarto con i Pistons sotto di 20. Gigi prova a segnare buone conclusioni, ma finisce per non trovare ritmo al tiro, chiudendo i 21′ in campo con soli 2 punti (1/6 al tiro) e 4 rimbalzi. Uno spartito che si ripete anche al Verizon Center con i Washington Wizards che scappano già in avvio toccando il +21 al termine del primo tempo. Gigi entra in campo per gli ultimi 5” del tempo, giusto per tentare e fallire una tripla, mentre nella ripresa nonostante il risultato ampiamente in ghiaccio, Cheeks gli concede solo 7′ preferendogli Josh Harrellson, ma anche Jonas Jerebko e Charlie Villanueva. Una gestione piuttosto indecifrabile, anche se Cheeks a fine partita spende buone parole per l’italiano: “Gigi è più di un tiratore, tutti pensano sia utile solo per allargare il campo e segnare triple, ma io credo che sia un ragazzo tosto e migliorerà gradualmente”. Un commento positivo che lascia intendere l’intenzione di dare spazio a Datome per farlo maturare, anche se pochi giorni dopo contro i Wizards al Palace of Auburn Hills per Gigi c’è spazio negli ultimi 8” del primo quarto per la giocata offensiva e per 3′ di 2°quarto con coach Cheeks che spreme i suoi titolari, arrivando senza forze nell’ultimo e decisivo quarto, perdendo così la terza partita consecutiva.


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