Oklahoma City Thunder

L’inizio di stagione dei Thunder ha un sapore diverso rispetto agli altri anni. Il record recita 38-11, numeri che garantiscono alla squadra di coach Brooks il temporaneo primo posto ad ovest e il secondo dell’intera lega, di poco alle spalle dei soli Pacers. Tuttavia, c’è qualcosa in più che questi numeri non dicono. La squadra non è mai stata così solida. Neanche con un Harden in più, nell’anno delle Finals, i Thunder sembravano così consistenti, concreti e solidi. Merito soprattutto di un Kevin Durant che sta giocando su livelli stratosferici ed ha recentemente centrato una striscia di 12 partite con almeno 30 punti a referto. Un rendimento che potrebbe anche “costringere” Adam Silver a consegnargli il primo premio di MVP della sua gestione. Se ci aggiungiamo che il supporting cast sembra essere quello maturato, anche per compensare all’infortunio di Westbrook, allora nella terra dei tornado, si può davvero sognare.

Portland Trail Blazers

Una partenza fulminante quella dei Portland Trail Blazers in questo inizio di stagione. Il record, 34-13, li mette al terzo posto provvisorio ad Ovest, dietro a Thunder e Spurs, questi ultimi con lo stesso identico record di Aldridge e compagni. La chiave di questo ottimo inizio di stagione, che ha ufficialmente ricollocato Portland al centro dell’attenzione del panorama NBA come non succedeva da più di 10 anni, risiede nei suoi giocatori chiave. Damian Lillard concorre per il MIP award, Aldridge ha giocato i primi due mesi di stagione da MVP e Nicolas Batum è tornato dall’oro europeo con una fiducia mai vista prima nelle sue capacità. Il supporting cast, pur migliorato, non è quello delle grandi occasioni ma se Matthews e Lopez continueranno a fare bene e se qualche altro giocatore concorrerà al buon momento della squadra fino in fondo, allora si potrebbe davvero fare tanta strada.

Minnesota Timberwolves

Il bilancio attuale (23-24) non garantisce al momento ai Minnesota Timberwolves un posto tre le prime otto di una Western Conference quantomai competitiva. Kevin Love, senza dubbio il migliore dei T’Wolves, ha giocato un inizio di stagione da miglior giocatore della lega, il terzo giocatore candidabile della Northwest dopo Durant e Aldridge. Le sue cifre sono leggermente scese, più per un calo generale della squadra che per colpe attribuibili al californiano. Rubio sta crescendo in questa parte di stagione, come lui anche Martin sta migliorando le sue cifre. Bene Pekovic e Corey Brewer. Manca l’apporto di Alexey Shved in regia. Il russo sta facendo davvero fatica a trovare il ritmo quest’anno. Prospettive da sogno non ce ne sono, ma si può sicuramente lottare per un posto ai playoffs facendo una partenza sprint dopo l’All Star Game.

Denver Nuggets

Danilo Gallinari salterà l’intera stagione. Il nostro portacolori tra le montagne del Colorado si è sottoposto a un’altra operazione chirurgica a quel ginocchio che l’aprile scorso contro Dallas ha fatto crack. La notizia più che per l’Italia, che ha abbandonato i sogni mondiali, pesa come un macigno sulla schiena di Brian Shaw e dei Denver Nuggets che non stanno giocando la loro miglior stagione. Dopo anni ai vertici, pur senza riuscire a fare tantissima strada all’appuntamento con i playoffs, i Nuggets farebbero probabilmente bene ad accontentarsi di una stagione di passaggio per ricostruire e sperare nelle prossime annate. Attenzione, il record non è disastroso (23-24) e non chiude totalmente le porte verso la post-season, ma i problemi fisici di Lawson, l’uscita di scena di Nate Robinson per la rottura dei legamenti e il rapporto difficile tra Shaw e Miller, messo fuori squadra, rendono assai complicato il percorso.

Utah Jazz

Salt Lake City è lontana dai fasti degli anni ’90. Peggio di loro stanno facendo solo i derelitti Los Angeles Lakers e i Sacramento Kings, questi ultimi quantomeno chiaramente in ricostruzione – prima di tutto a livello societario e di staff tecnico, ora anche di squadra – e alla ricerca di nuovi equilibri. Utah è partita male, anzi, malissimo. A inizio dicembre il record recitava 2 vinte e 15 perse in una delle peggiori partenze della storia della lega, tanto che già qualcuno faceva previsioni sul record finale che avrebbe potuto “battere” il record negativo ogni epoca ritoccato dai Bobcats giusto un paio di anni fa. Poi qualcosa è cambiato. Gordon Hayward ha finalmente iniziato a giocare la pallacanestro che conosce. Inoltre, le lezioni di gioco sotto canestro che Karl Malone ha dato a Enes Kanter devono essere servite a qualcosa perché il turco ha iniziato a ingranare. Insomma, è arrivata qualche vittoria, beneficiando soprattutto dell’entrata in scena di Trey Burke, inizialmente infortunato e senza il quale sono arrivate 11 sconfitte nelle prime 12. Con il rookie di Columbus, Ohio, invece il bilancio dice 15 vittorie e 20 sconfitte, per un 16-31 complessivo. Niente di fantascientifico, però per lo meno si andrà verso la Lottery con qualche senso di colpa in meno.