Kevin Durant

Kevin Durant

Giunti a metà della regular season è tempo di primi bilanci e si può iniziare a parlare di MVP, anche quest’anno sono tanti i giocatori che avrebbero i titoli per aspirare all’ambito premio, ecco il nostro ranking:

10) KEVIN DURANT (Oklahoma City Thunder)
(24.9 p.ti, 6.5 reb, 3.9 ast)
L’MVP in carica ha saltato l’inizio di stagione per un problema fisico e i Thunder (che non avevano nemmeno Westbrook) sono andati letteralmente a picco. Il suo rientro ha rianimato la squadra che ora lotta disperatamente per un posto ai playoffs. Solo nell’anno da rookie ha segnato di meno, ma comunque resta il principale terminale offensivo di OKC e il suo 52.9% dal campo è spaziale, così come il 44.3% dall’arco dei 3 punti. Ha giocato solo 15 partite e se vuole trovare i playoff, oltre che una chance concreta di confermare il suo titolo, dovrà crescere ancora molto.

9) DEMARCUS COUSINS (Sacramento Kings)
(23.3 p.ti, 4.9 reb, 8 ast)
I Kings, ancora una volta, sono nei bassi fondi della Western Conference, ma quest’anno sono una squadra in grado di battere chiunque e soprattutto erano partiti 9-5…prima che Cousins si fermasse. Il buon DeMarcus è infatti sbocciato e ha trasformato Sacramento in una squadra credibile. Terzo per punti segnati e rimbalzi catturati Cousins è un’incredibile macchina da doppie-doppie. Un concentrato di energia, cattiveria agonistica e con un carattere difficile da domare. Coach Malone c’era riuscito e non è un caso che il più infastidito della sua cacciata sia lo stesso DeMarcus. Tra lui e Davis, la battaglia per il miglior lungo della Lega sarò molto interessante per nei prossimi anni, moltissimo.

Kyle Lowry, sempre più lontano da Toronto (Foto: mortalsoul.net)

Kyle Lowry, sempre più lontano da Toronto (Foto: mortalsoul.net)

8) KYLE LOWRY (Toronto Raptors)
(20.3 p.ti, 4.9 reb, 7.8 ast)
Teoricamente sarebbe dovuto essere un secondo violino, ma l’infortunio di DeMar DeRozan ha cambiato le carte in tavola e Kyle Lowry è salito alla ribalta come nessuno avrebbe immaginato. Ai massimi in carriera per punti, rimbalzi, assist e recuperi, Lowry si è imposto come un giocatore a tutto tondo. La sua convocazione all’All Star game sembra un atto dovuto e la sua candidatura ad MVP, per quanto ardita, è supportata anche dall’ottima classifica di Toronto, una delle poche, vere, potenze della Eastern Conference.

7) DAMIAN LILARD (Portland Trail Blazers)
(22 p.ti, 4.7 reb, 6.7 ast)
Altro giocatore giocatore per cui le statistiche contano fino ad un certo punto, Damian Lilard è il segreto di pulcinella dei Blazers. Il leader dei Blazers è al massimo in carriera per punti, percentuale dal campo, rimbalzi e recuperi. Ma questi sono “solo” numeri e non ci raccontano della freddezza di uno dei giocatori più affidabili della Lega, se non il più affidabile, negli ultimi minuti di una partita.

6) JOHN WALL (Washington Wizards)
(17.4 p.ti, 4.2 reb, 10.2 ast)
Negli anni è cresciuto tantissimo, assieme ai suoi Wizards, che adesso sono una delle migliori 3 squadre ad Est. Dotato di un primo passo micidiale è senza dubbio uno dei migliori penetratori della Lega, abilità che sfrutta sia per andare a segno sia per creare un tiro comodo ai compagni. Miglior assistman dell’intera NBA, deve migliorare nel tiro da 3 punti se vuole diventare un’arma totale.

Marc Gasol (foto nbaadvances.com)

Marc Gasol (foto nbaadvances.com)

5) MARC GASOL (Memphis Grizzlies)
(19.4 p.ti, 8.1 reb, 3.4 ast, 1.7 blk)
Nonostante i suoi numeri siano eccezionali, mai come in questo caso non sono le cifre a determinare il reale impatto di un giocatore su una squadra. Marc Gasol è sempre stato un punto di rifermento, su due lati del campo, per i Memphis Grizzlies, ma questa stagione è diventato il volto di una delle più serie candidate alla vittoria finale. Difensore eccelso, grandissimo passatore e rimbalzista solido, quest’anno il più piccolo dei fratelli Gasol ha mostrato un talento offensivo sconosciuto fin qui, diventando di fatto la prima opzione offensiva dei Grizzlies.

4) LEBRON JAMES (Cleveland Cavaliers)
(25.8 p.ti, 5.3 reb, 7.5 ast)
I suoi numeri, come sempre, sono mostruosi e il disastro fatto da Cleveland in sua assenza rende ancora più chiaro quanto sia fondamentale il suo apporto. Eppure questo Lebron non convince fino in fondo. I problemi di chimica dei Cavs, gli acciacchi e una certa insofferenza stanno minando la sua stagione. Da notare i “soli” 5.3 rimbalzi catturati, minimo in carriera. A metà della stagione comunque è presto per eliminarlo dalla lista dei più seri candidati, Lebron potrebbe svoltare da un momento all’altro e chi ha scommesso contro di lui ha (quasi) sempre perso.

3) ANTHONY DAVIS (New Orleans Pelicans)
(24.2 p.ti, 10.4 reb, 2.9 blk)
Quando è entrato nella NBA nel 2012 i paragoni con Tim Duncan e Kevin Garnett si erano sprecati, ma lui, complice qualche infortunio di troppo non aveva mantenuto certe promesse. Tutto cancellato quest’anno, alla terza stagione in NBA Anthony Davis è esploso in maniera fragorosa. Intimidatore eccezionale, non solo per le quasi 3 stoppate a sera, Davis ha mostrato un istinto eccezionale per il rimbalzo e una mano decisamente morbida, come dimostra anche l’incredibile 82.2% dalla lunetta. Paga il record negativo dei Pelicans, ma il futuro della NBA è suo.

James Harden

James Harden

2) JAMES HARDEN (Houston Rockets)
(27 p.ti, 5.5 reb, 6.8 ast)
Se non ci fosse Curry sarebbe la nostra prima scelta. E’ sempre stato un grandissimo realizzatore, ma a 25 anni ha trovato quella maturità che gli era sempre mancata e non è un caso che pur giocando di meno, 36 minuti contro i 38 dei primi 2 anni a Houston, stia segnando di più (merito di un ottimo 37.8% da 3 punti). E’ ai massimi in carriera per rimbalzi e soprattutto assist, sintomo che il ragazzo è cresciuto moltissimo anche da un punto di vista della leadership.

Stephen Curry (Photo by Noah Graham/NBAE via Getty Images)

Stephen Curry (Photo by Noah Graham/NBAE via Getty Images)

1) STEPHEN CURRY (Golden state Warriors)
(23.3 p.ti, 4.9 reb, 8 ast)
Dopo Steve Nash ecco il terzo giocatore in grado di dominare in lungo e in largo con un fisico da impiegato. Curry non ha molto in comune con l’illustre predecessore e certamente non è una novità ad alto livello, ma mai come quest’anno il suo gioco è incontenibile. Cecchino da 3 punti (viaggia al 40.4%) è letale anche da più vicino (49.9% da 2) e dalla lunetta (91.5%). In difesa non è un fenomeno, ma ruba oltre 2 palloni a partita, secondo della Lega. Al momento è l’MVP della Lega per distacco, anche perché oltre a segnare distribuisce assist a iosa e non è un caso che i Warriors mostrino spesso e volentieri il miglior basket della Lega.


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