-Nella sfida della notte, gli Oklahoma City Thunder hanno svelato ed appeso al soffitto della Chesapeake Energy Arena il banner di campioni 2011/12 della Northwest Division. Purtroppo per loro la serata ha visto i Denver Nuggets vincitori, nonostante i 32 punti di Kevin Durant. Con questa prestazione il n°35 dei Thunder ha messo un buon margine tra lui e Kobe Bryant nella corsa al titolo di marcatore NBA. Ora la risposta spetta a Kobe Bryant che nella serata affronterà per l’ultima partita di regular season i Kings al Power Balance Pavilion di Sacramento. Il 24 gialloviola avrà bisogno di 38 punti per sorpassare Durant e vincere il titolo marcatori.
Questa la situazione al momento:
Kevin Durant 1,850 punti totali in 66 gare, media 28.03.
Kobe Bryant 1,616 punti totali in 58 gare, media 27.86.
Da segnalare che la difesa Kings è la terza peggiore dell’intera NBA e già il 2 marzo in una sfida ai Lakers concessero a Kobe Bryant ben 38 punti.

Nella partita persa contro i Nuggets era stato dato il via libera da parte dello staff medico a James Harden dopo la tremenda gomitata rimediata domenica allo Staples Center. Harden però è stato tenuto fuori precauzionalmente da coach Brooks. Il 2° posto ad ovest per i Thunder era garantito, non avrebbe avuto senso rischiarlo nell’ultima partita di regular season e Brooks ha dichiarato che James prenderà regolarmente parte ai prossimi allenamenti in preparazione al 1° turno playoff.

 
J.J. Redick con il career high di 31 punti ed annessa vittoria 102-95 contro i Bobcats, ha aiutato gli Orlando Magic a garantirsi ufficialmente il 6° posto nella Eastern Conference e quindi la delicata sfida agli Indiana Pacers. Sfida a cui non prenderà parte Dwight Howard, ai box per almeno 4 mesi dopo l’intervento alla spina dorsale della passata settimana.
I Magic sono 33W-21L nelle 54 partite disputate da Howard, mentre sono 3W-7L nelle ultime 10 senza di lui, in cui concedono oltre il 50% dal campo agli avversari.
Per i Charlotte Bobcats invece si tratta della 22esima sconfitta consecutiva, la quinta più lunga striscia perdente nella storia NBA. E non è finita qui. Infatti se questa sera dovesse arrivare la sconfitta contro i Knicks, i Bobcats chiuderebbero la stagione con un eloquente 7W-59L per una percentuale vittoria di 0.106. E sarebbe la peggiore di tutti i tempi: infatti i Philadelphia 76ers della stagione ’72-73 conclusero con 9W-73L per una percentuale di 0.109.

– I Cleveland Cavaliers hanno chiuso la stagione con sole 3 vinte nelle ultime 17 giocate alla Quicken Loans Arena e con il loro quinto peggior record casalingo (11W-22L) sin dal loro ingresso nella NBA nel 1970. In particolare da fine febbraio in poi i Cavs sono crollati ed il record parla di 8W-27L. Da una iniziale lotta per un posto playoff, fino a un posto di privilegio al prossimo Draft.
Alla fine della partita casalinga persa contro i Wizards, Antawn Jamison ha dichiarato che non rifirmerà con i Cavs quando a giugno diventerà unrestricted free agent. Dopo 2 stagioni e mezzo passate in Ohio, queste le sue parole di addio: “Posso solo ringraziare i proprietari dei Cavs per avermi dato l’opportunità di giocare qui. Voglio ringraziare anche ogni singolo fan per tutto il supporto che ci ha dato. Ci sono stati infortuni, le cose non sono andate per il verso giusto, ma loro sono sempre stati al nostro fianco”.
Unica nota positiva, Kyrie Irving. Una prima stagione conclusa con 18.5 punti e 5.4 assist di media in 51 apparizioni. Il prodotto di Duke ha guidato i Cavs per percentuale dal campo (46.9%), percentuale da 3 (39.9%) e percentuale ai liberi (87.2%).

Chicago dopo aver matematicamente raggiunto la vetta nella Eastern Conference, sta lottando per avere anche il miglior record della intera lega. Il record parla di 49W-16L, esattamente lo stesso dei San Antonio Spurs. Si deciderà tutto questa sera. In caso di parità, farà fede l’unico scontro diretto disputato tra le due franchigie, vinto dai Bulls. Nella notte con la vittoria a casa dei Pacers, i Bulls hanno disputato la 15esima partita a ranghi completi. In queste 15 partite il record è 13W-2L.

 
– I New York Knicks potrebbero essere la testa di serie n°7 o n°8 nella Eastern Conference. Nonostante la vittoria contro i Clippers (privi di Chris Paul), il sesto posto non sarà più raggiungibile, vista la vittoria dei Magic. New York sarà settima se batterà Charlotte questa sera. In caso di sconfitta per mantenere il settimo posto dovrà sperare nella sconfitta dei 76ers in casa dei Pistons. Altrimenti Philadelphia effettuerà il sorpasso.
Dall’addio a D’Antoni i Knicks sono 16W-6L e la post season è stata raggiunta per il 2°anno consecutivo. Queste le parole del GM dei Knicks Glen Grunwald: “Woodson sta facendo un lavoro eccellente. Solitamente il cambio in corsa del coach non dà grandi variazioni, il nostro record attuale invece parla per lui. Ora dobbiamo rimanere concentrati. Non parliamo di rinnovi o cambi di staff al momento”.
In casa Clippers la sconfitta al Madison Square Garden, preceduta dal crollo in casa degli Hawks, significa sorpasso Memphis. Con una vittoria questa sera contro i Magic, i Grizzlies si garantirebbero il fattore campo al 1° turno.

– La sconfitta interna contro i San Antonio Spurs (privi dei big three tenuti a riposo), potrebbe essere l’ultima partita in maglia Suns per Steve Nash. Dopo 8 anni consecutivi passati in Arizona, Steve sarà free agent a luglio e il suo destino potrebbe separarsi per sempre da quello dei Suns.
A 5 minuti dalla fine tutto il pubblico dell’US Airways Center ha iniziato a cantare “We want Steve.” E con circa 4 minuti alla fine, Alvin Gentry lo ha rimesso in campo. Nash però ha subito perso palla concedendo il facile lay up. Dopo soli 30 secondi in campo Gentry lo ha tolto definitivamente. Un gesto non approvato dal pubblico che però ha riservato ugualmente una standing ovation a Nash. Questa la giustificazione di Gentry: “Volevo vedere se potevamo vincerla anche con Telfair e gli altri ragazzi. Volevamo vedere se alcuni ragazzi sono pronti a fare determinate cose. Dobbaimo prendere molte decisioni ora in avanti. E volevo concedere a Steve un’altra standing ovation”.
Steve Nash ha trattenuto le lacrime ma è apparso visibilmente emozionato: “E’ stato stupendo, speciale, avere questo tipo di reazione spontanea. Ma è stata autentica. Se questa sarà la mia ultima partita in maglia Suns, questa notte non la dimenticherò mai. Ora devo sedermi un attimo e considerare ogni ipotesi senza alcuna fretta. Ci sarà molta speculazione d’ora in poi, ma onestamente non ho ancora deciso. Mi piacerebbe giocare ancora un paio di stagioni. Ora Phoenix deve cercare qualche big, magari un realizzatore da 20 punti a partita o qualche guardia. Voglio che i Suns siano più competitivi possibile se dovessi rimanere”.
Assieme a Nash, questa potrebbe essere stata anche l’ultima stagione per Grant Hill. Il veterano, alla 17esima stagione NBA, potrebbe lasciare Phoenix dopo 4 intensi anni.

Stephen Curry ha affrontato pochi giorni fa un intervento in artroscopia alla caviglia destra, intervento che ha rivelato che la caviglia è stabile e non ha danni strutturali. L’operazione è stata un successo e ha portato alla pulizia di detriti e del tessuto cicatriziale.
Ora per Curry è prevista una lunga riabilitazione e il ritorno sui campi da basket sarà possibile tra non meno di 3-4 mesi, in modo da essere pronto per il prossimo training camp.
Ma Steph non sarà l’unico Warrior a finire sotto i ferri. Infatti questa sera David Lee sarà operato per sistemare uno strappo agli addominali e per finire venerdì è in programma l’intervento in artroscopia alla caviglia fratturata di Andrew Bogut che gli farà saltare le Olimpiadi. Interventi delicati ma entrambi saranno pronti per il prossimo training camp. Il futuro dei Warriors passa quindi per gli ospedali.

Metta World Peace intervistato al termine dell’allenamento dei Lakers, non ha voluto commentare le 7 giornate di squalifica inflitte dalla NBA in seguito alla terribile gomitata data a James Harden nella sfida di domenica, ma ha parlato dello scontro con il giocatore dei Thunder.
“Con ogni probabilità ci incontreremo nei playoff, quindi non l’ho chiamato direttamente. Ho solo chiesto ad un amico comune e mi ha detto che James sta bene. E’ stata una gomitata tremenda, quando ho visto il replay sono rimasto scosso. Non voglio parlarne, non voglio cercare scusanti. Non è il momento delle scuse, per me è difficile parlare della sospensione. E’ stata una giocata emotiva. Non è stato un gesto di rabbia, c’era solo molta passione coinvolta ma in maniera errata. Non volevo colpirlo in quel modo. Non ho perso la testa. Questo è il miglior modo in cui riesco a spiegare quanto successo. Come potete dire che dopo una schiacciata importante abbia premeditato un gesto simile?! E’ difficile progettare un gesto del genere.”
Insomma per Metta e James, posto sbagliato, momento sbagliato.


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