Chicago Bulls vs Philadelphia 76’ers

LA PARTITA: Difficile parlare di questa partita senza partire dagli ultimi 2 minuti, quando Derrick Rose, ancora in campo nonostante la partita fosse ormai chiusa, è stato accompagnato fuori dopo essere caduto malamente per un grave infortunio al ginocchio sinistro. Ovviamente si tratta di un episodio che condiziona tutta la stagione di Chicago. Fino a quel momento i Bulls, nonostante il Rose a mezzo servizio di questi tempi, aveva dominato grazie alla sua solita difesa che ha concesso agli avversari solo il 39.8% al tiro e al controllo dei tabelloni, in particolare con un Joakim Noah da 13 rimbalzi e 12 punti. Dall’altra parte i Sixers hanno tirato malissimo da 3 punti (1/9) e hanno avuto ben poco da Andre Iguodala e Louis Williams, in particolare dal secondo che non solo ha tirato malissimo, ma ha anche preso molti meno tiri rispetto al solito, appena 6, per una squadra lunga ma senza stelle come Phiadelphia il suo contributo è fondamentale . Chiudiamo con la nota più che positiva Rip Hamilton che ieri è sembrato il giocatore della Detroit di Larry Brown per lui 19 punti e 4 assist, con tanti canestri arrivati dopo essere uscito magnificamente dai blocchi per un scintillante 6/7 finale. In assenza di Rose ritrovare un Hamilton così non potrà che aiutare i Bulls.

LA SERIE: L’infortunio a Derrick Rose, che lo terrà fermo fino alla prossima stagione, cambia completamente il panorama della serie. I Bulls senza Rose in stagione hanno dimostrato di essere comunque una grande squadra, ora però bisognerà valutare anche il contraccolpo psicologico e anche la reazione di Philadelphia che potrebbe trovare nuove motivazioni da questa situazione. Chicago resta comunque favorita per passare il turno, ma il rischio che la serie si allunghi non poco è concreto.

Miami Heat vs New York Knicks

LA PARTITA: Il massacro di gara 1 evidenzia quanto a nostro parere fosse già assai evidente prima dell’opener di questa serie. Miami, per caratteristiche tecniche e fisiche, è perfetta per amplificare i difetti, emotivi e tattici, che New York possiede. La difesa degli Heat ha scelto, riuscendoci, di cancellare Anthony grazie ad un LeBron superlativo ben coadiuvato da tutto il resto del coro che ha tolto energia vitale, e tanti punti soprattutto, ai bluarancio. Nessuno tra i Knicks ha compreso la gara intestardendosi in penetrazioni ed accelerazioni immediate in ogni possesso che consentivano ai padroni di casa facili adattamenti. Se poi James gioca per una volta davvero da MVP il risultato della gara, e dell’intera serie appare segnato. Ai Knicks sono oltretutto saltati i nervi, ed al povero Shumpert il legamento del ginocchio sinistro, dimostrando quella fragilità ed inconsistenza che rende le star ( Stoudemire in particolare) di Woodson un gruppo di attori di buon livello che purtroppo pensano di essere sempre degli interpreti da Oscar. Con Chandler a mezzo servizio, ed autore tra l’altro di un blocco omicida su James, e con il Barone con quattro falli prematuri sul groppone i Knicks perdono da subito i punti di riferimento cardinali e perdono la testa. Controllo e sapiente gestione della gara che invece appartiene ad un maestro della difesa con Battier che, nonostante le condizioni non ottimali, apre un clinic a cui si dovrebbero iscrivere molti presuntuosi bluarancio.

LA SERIE: A nostro parere la serie, nonostante misteriose opinioni contrarie, non esiste ed i Knicks solo con un mezzo miracolo potrebbero strappare una vittoria (successo che manca da oltre 10 anni nei playoffs ai Knicks). Troppa la differenza di intensità e mentalità con gli Heat che sembrano posseduti come negli anni migliori di Riley in fase difensiva. L’uscita di scena di Shumpert, peraltro impalpabile prima del grave infortunio, rende ancora più corta la coperta di Woodson che ha dovuto “ammirare” le orribili palle perse dei suoi uomini divorati dai raddoppi e dall’aggressività di Wade e compagni. New York che può solo maledire se stessa per la sconfitta patetica maturata contro i derelitti Cavs che ha impedito ad Anthony e soci di affrontare una serie infinitamente più abbordabile come quella contro i Pacers.

Indiana Pacers vs Orlando magic

LA PARTITA: Proprio i Magic ringraziano i Knicks che li hanno lasciati alla postazione 6 e realizzano il colpo della notte passando ad Indianapolis. Anche in questo caso i Pacers possono solo battersi il petto per il più classico dei mea culpa a causa del suicidio con cui hanno chiuso gara 1. Avanti di 7 punti a 4 minuti dalla fine, dopo aver gelato l’attacco dei Magic per 5 infiniti minuti, i Pacers decidono di spegnere la luce. Padroni di casa con assai più talento potenziale e sicuramente maggiore esplosività di Orlando priva del totem tanto discusso Dwight Howard e che si è affidato all’esperienza dei suoi veterani. Stan Van Gundy realizza la partita desiderata a basso punteggio ed il finale punto a punto lo premia a causa dei tremori da troppa giovinezza dei padroni di casa. Non è casuale che il migliore tra i Pacers sia il navigato David West che riesce ad interpretare al meglio la gara, Hibbert patisce infinitamente la forza fisica di un Glen Davis in versione mini Dwight. L’ultimo possesso è emblematico delle difficoltà di affrontare la tensione emotiva della postseason da parte degli uomini di coach Vogel, una banale infrazione di passi di Granger che toglie le residue speranza ad Indiana.

LA SERIE: Difficile pensare ad un’edizione peggiore casalinga di quella vista ieri notte da parte dei Pacers che hanno tutte le risorse, il talento e l’esplosività per reagire. I Magic senza la grande, ed incombente, presenza di Howard giocano con maggiore rilassatezza e cercheranno di approfittare delle amnesie e delle paure dei padroni di casa. Traslocare in Florida con un inatteso, e quasi miracoloso, 2-0 cambierebbe totalmente lo scenario di una serie che sembrava forse la più scontata non solo nella Eastern Conference.

Oklahoma City Thunder vs Dallas Mavericks

LA PARTITA: Thunder e Mavs si sono ritrovate dopo la splendida serie dello scorso anno, finita con la vittoria di Dallas e anche se nel frattempo molte cose sono cambiate, in particolare per la squadra di Rick Carlisle a rimane immutato è lo spettacolo. Gara 1 infatti, come molte delle partite dello scorso anno, è stata una gara tirata, giocata punto a punto e che si è decisa solo nel finale. A fare la differenza questa volta ci ha pensato Kevin Durant, dopo una buona partita, ma con troppi errori al tiro, KD non sbagliato nell’ultima azione quando ha segnato il canestro della vittoria, nonostante la gran difesa di Marion. L’altro protagonista della serata per i Thunder si chiama senza dubbio Serge Ibaka che con 22 pesantissimi punti ha contribuito non poco, soprattutto in una serata di squadra difficile al tiro, Big 3 e Ibaka a parte, per tutta OKC. Oltre a questi 4 giocatori si è iscritto al referto, con 5 punti, solo Thabo Sefolosha. Dall’altra parte i Mavs, che hanno tirato benissimo da 3 punti, pagano la stanchezza del finale, negli ultimi 2:31 infatti hanno subito un parziale 4-12 che li ha condannati. Da segnalare infine la sontuosa partita di  Jason Kidd, che chiude con 8 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e 7 recuperi.

LA SERIE: Il cuore e l’esperienza dei Mavs ci suggeriscono che la serie sarà molto combattuta, la prossima partita rischia già di essere decisiva se Dallas dovesse riuscire a fare quello che ieri notte a solo sfiorato potrebbe accadere di tutto, d’altro canto un 2-0 potrebbe essere un  colpo da cui anche gli esperti Mavs faticherebbero a riprendersi.

 Marco Taminelli ed Edoardo Lavezzari