SAN ANTONIO, TX - MAY 08:  Klay Thompson #11 of the Golden State Warriors celebrates a three-point shot with Stephen Curry #30 and Jarrett Jack #2 against the San Antonio Spurs during Game Two of the Western Conference Semifinals of the 2013 NBA Playoffs at AT&T Center on May 8, 2013 in San Antonio, Texas.  NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement.  (Photo by Ronald Martinez/Getty Images)GOLDEN STATE WARRIORS @ SAN ANTONIO SPURS 100-91 (serie 1-1)

La Partita: L’avevano sfiorata in gara 1, l’hanno centrata in gara 2. Gli Warriors ci hanno preso gusto e dopo aver annusato l’odore dell’impresa tre giorni fa, facendosi togliere il piatto da sotto il naso all’ultima forchettata, l’hanno centrata ieri sera in maniera anche più netta di quanto non dica il punteggio finale. Golden State, che è tornata a vincere a San Antonio dopo ben 30 sconfitte consecutive, ha preso il largo sin dall’inizio, cavalcando l’incredibile serata balistica di Klay Thompson (8/9 da 3 punti, ad un solo centro dal record di triple a segno in una partita di playoff detenuto da Jason Terry, Ray Allen, Vince Carter e Rex Chapman) e una di “normale amministrazione” di Stephen Curry (22 punti ma 7/20 dal campo e 3 tiri liberi sbagliati, dopo che non ne sbagliava uno dal match contro Minnesota del 9 aprile scorso…).

Sembrava una gara molto simile alla prima, ma stavolta gli Spurs non sono stati in grado di compiere la rimonta miracolosa, fermandosi al -6 (95-89) firmato dalla tripla di Manu Ginobili a 4’ dalla sirena. Ci ha pensato poi di nuovo Curry, con due magie (un lay-up immaginifico in mezzo alla difesa texana ed un jump shot con step back a punire l’onesta difesa di Kawhi Leonard) a sigillare il successo della compagine di Mark Jackson. “Gara 1 ci ha fatto bene – ha detto il coach gialloblu in conferenza stampa – non siamo andato in panico, abbiamo fatto le giuste giocate”.

A fare la differenza, a livello tecnico, sono stati due fattori. In primis il tiro da fuori del duo Thompson-Curry (10/15 da 3 ma 9/11 nei primi 24’), con il quale Golden State ha spaccato la partita nella prima metà di gara. E poi le alchimie difensive di Popovich, che si è trovato con la coperta corta nel reparto esterno. La scelta di spedire Green e Leonard su Curry per avere un difensore più alto ad ostacolare il tiro mortifero del play degli Warriors ha tutto sommato funzionato, ma ha esposto gli Spurs ai mismatch favorevoli nei confronti di Tony Parker, che specie nel finale ha pagato dazio contro Jarrett Jack, bravo a sfruttarli in un paio di situazioni di isolamento che hanno definitivamente chiuso la porta a San Antonio.Golden State Warriors v San Antonio Spurs - Game Two

La Serie: si va ad Oakland su un 1-1 che senza il miracolo di gara 1 sarebbe stato 0-2 per gli Warriors. “Sarebbe corretto da parte loro (Thompson e Curry, ndr) se facessero almeno i turni senza essere più on fire la stessa sera. Magari nessuno di loro lo sarà in gara 3, o almeno lo spero”, ha detto coach Popovich a fine partita. Bloccare le due bocche da fuoco gialloblu è il mantra per questi Spurs, che finora hanno dato l’impressione di essere un po’ in debito di ossigeno. Gara 3 sarà cruciale soprattutto mentalmente, se gli speroni dovessero capitolare di nuovo provare a girare la serie sarebbe veramente dura.

Head to Head: Come già accennato sopra, le percentuali al tiro stanno facendo la differenza. La difesa tutt’altro che asfissiante dei Lakers aveva concesso un ampio 47,9% dal campo agli Spurs nel primo turno, mentre nelle prime due gare di questa serie, San Antonio non va oltre il 41,8% e stanotte non è andata oltre un mediocre 39,3%. Golden State è invece al 48,4% dal campo nella serie nonostante il 45,2% di gara 2. Raffreddare la mano di Thompson e Curry (16/33 da 3 nelle prime 2 gare della serie) e scaldare quella di Ginobili (10/32 nelle prime due partite) sono le variabili che possono riequilibrare le sorti di una semifinale che sta riservando più di una sorpresa.