Appena terminata gara 1 con la vittoria di Miami molti media americani hanno iniziato il loro personale bombardamento sui problemi anagrafici dei Big Three di Boston.

Attenzione all'orgoglio di Pierce e dei Celtics in gara 2

Età, acciacchi e la possibile stanchezza le motivazioni evocate, senza però ricordare che proprio i Celtics hanno sistemato, dopo sette durissime gare,  i “giovanotti” dei Sixers la cui età media è sensibilmente più bassa rispetto ai biancoverdi. L’opener è stato piuttosto bizzarro con break anche consistenti per tutta la prima parte della gara che non ha avuto un vero dominatore. A fare la voce grossa ci ha pensato LeBron che ha confezionato un super terzo quarto facendo vedere quanto fisicamente può essere decisivo in questa serie. Manca Bosh e nessuno, almeno dal punto di vista tecnico, sembra accorgersene, almeno momentaneamente. Come sostenuto anche da coach Frank Vogel dei Pacers senza l’ex Raptors la palla arriva più rapidamente nelle mani dei due dioscuri Wade e James che chiudono con maggiore efficacia i possessi offensivi della squadra di Spoelstra. I Celtics hanno trovate risposte ad intermittenza sfruttando le, ovvie, pause a vuote che le giocate di puro e cristallino talento dei due fenomeni degli Heat. Garnett ha offerto il solito lavoro di grande qualità e carisma in mezzo all’area, Rondo ha profuso energia e creatività, è mancato il contributo perimetrale di Pierce ed Allen che hanno sparacchiato a salve per tutta la gara. Senza Bradley coach Rivers deve dare più spazio a Pietrus e Dooling ma anche in questo caso le percentuali non hanno confortato l’ex allenatore dei Magic.

LA SERIE: Miami dovrà continuare con la stessa intensità, soprattutto difensiva, per togliere risorse ai Celtics abituati ad essere letali quando la partita cala di ritmo e si gioca con insistenza a metà campo. Spoelstra ammonisce con saggezza sui facili vaticini di una serie che sembrerebbe mettersi in discesa per i suoi uomini:” I Celtics hanno tutte le possibilità aperte per realizzare il loro obbiettivo, ovvero vincere una gara in trasferta e prendere il fattore campo, ed è quello che cercheranno di fare”. Parole all’apparenza retoriche ma che lucidamente raccontano la realtà, lo staff tecnico di Miami teme molto la rinascita di Pierce che potrebbe ripetere la performance contro gli Hawks nel primo turno. L’assenza di Bosh non è stato un fattore decisivo in gara 1 ma è difficile pensare ad una superiorità dei padroni di casa così schiacciante a rimbalzo (48-33) anche domani notte. La serie sarà molto lunga ed i Big Four, visto che Rondo da tempo è a tutti gli effetti à uno straordinario All Star, potrebbero già firmare la prima impresa in gara 2.