KNICKS @ CELTICS 3 -1 

LA PARTITA: Gara 4 senza ritorno per i Celtics che hanno finalmente estratto dal cilindro il celebre pride. “Abbiamo giocato con la concentrazione giusta, dai nostri occhi usciva la rabbia necessaria per tornare in questa serie, da ora in avanti giocheremo come se ogni partita fosse una gara 7”. Queste le parole di Jason Terry, il Jet è decollato finalmente nell’overtime dopo che Boston ha gettato 20 punti e rischiato seriamente il cappotto dopo la rimonta dei Knicks guidati da un Felton strepitoso. I bluarancio però, senza lo squalificato J.R Smith, hanno annaspato nel finale con Anthony troppo impreciso, due liberi sbagliati in un momento chiave che hanno permesso a Boston la chance di chiudere nel supplementare.

ll jet vola, i Celtics sperano (fonte www.celticslife.com)

ll jet vola, i Celtics sperano (fonte www.celticslife.com)

LA SERIE: Nessuno ha mai rimontato da uno 0-3, ai Celtics l’impresa potrebbe riuscire solo continuando il progetto tattico riuscito in parte in gara 1 e nella sfida di ieri pomeriggio. Isolare Anthony, costringerlo a cercare soluzioni solitarie partendo da fermo, la gioia di ogni difesa che affronta NY. Servirà un’impresa al Madison, condizione possibile se J.R. Smith commetterà un’altra sciocchezza come in gara 3, l’abilità dei vari Pierce, Garnett e Terry nell’irretirlo potrebbe creare un’atmosfera difficile da gestire per la sempre irrequieta guardia ex Nuggets.

HEAD TO HEAD: Paul Pierce è salito in cattedra con una gara di grande efficacia, servirà a Boston il migliore Double P per cercare la rimonta. La sfida tra Anthony e Jeff Green dovrebbe essere la chiave di gara 5, costringere Melo a pensare anche in difesa sarà l’obbiettivo dell’ex OKC che dovrà cercare anche qualche forzatura, specie in transizione, per trovare punti importanti per riportare la serie in casa biancoverde.

HEAT @ BUCKS 4 – 0 

LA PARTITA E LA SERIE: Un uomo solo al comando ed ha la maglia numero 6 dei Miami Heat. LeBron James prima allunga, poi controlla e quindi spara il break decisivo nel quarto periodo azzerando la difesa dei pur coraggiosi Bucks. Difesa è la parola chiave di questi Heat che strangolano gli esterni di Milwaukee con i soli Ellis e Dunleavy a trovare buone conclusioni perimetrali. Dalla panchina Ray Allen mette i sigilli reali ad una gara e ad una serie che non è mai realmente iniziata. King James ha rispetto per l’avversario e rilancia ora la sfida pensando al prossimo turno:” Non è mai facile vincere in trasferta, specie contro squadre che lottano per sopravvivere in una serie di playoffs. L’anno scorso con i Knicks e due anni fa contro i Sixers non eravamo riusciti a chiudere la serie, questo è un altro passo in avanti, le battaglie sono appena cominciate”.

SPURS @ LAKERS 4 – 0 

LA PARTITA E LA SERIE: Difficile uscire di scena in modo più mesto, irritante e malinconico rispetto a quello scelto dai Lakers. Gialloviola mai in partita in nessuna delle 4 sfide con i nero argento, ivi compreso la cicloturistica di ieri allo Staples Center con Popovich che ha potuto ruotare con disinvoltura tutto il suo roster concedendo salutari minuti di riposo ai suoi senatori (75 complessivi al trio Ginobili, Parker e Duncan), mentre i padroni di casa oltre all’assenza di Bryant hanno dovuto fare i conti con i KO di Metta World Peace e Steve Blake. Il nervosismo palpabile degli uomini di coach Mike D’Antoni, confermato ma sempre sulla graticola, è esploso nella ripresa con Howard che, irritato dalla difesa fisica dei texani, ha pensato bene di farsi espellere per proteste. Difficile immaginare un futuro in maglia Lakers la prossima stagione per l’ex centro di Orlando, deludente ancora una volta prima di tutto dal punto di vista di una maturità mai raggiunto, oltre ai limiti tecnici evidenti ormai da qualche stagione. Spurs che invece, complice anche l’infortunio di Westbrook che ha sensibilmente indebolito OKC, possono guardare molto avanti non solo nella prossima sfida contro la vincente tra Nuggets e Warriors.

NUGGETS @ WARRIORS 1 – 3

LA PARTITA: Ancora una volta è Golden State a scegliere musica e spartito anche in gara 4. Celestiale quella suonata da Stephen Curry che, sino ad ora, sta giocando una serie da assoluto MVP. Accanto a lui Jarrett Jack, che ha già espresso il desiderio di restare in maglia Warriors, sta producendo il basket più produttivo della sua carriera di globetrotter della lega. Non sono mai realmente in partita i Nuggets se si esclude la solita strepitosa fiammata di Ty Lawson (26 punti) ancora una volta il migliore tra gli ospiti. Il resto è solo ritmo forsennato, tiri da 3, tanta energia che garantiscono ai padroni di casa ampi margine di vantaggio amministrati sino al termine. Alla sirena 31 per un maestoso Curry, 21 e 9 assist con 8/9 al tiro per Jack, la frustrazione di Kenneth Faried chiarisce lo stato d’animo dei Nuggets:” Siamo stati bravi a rientrare producendo un grande sforzo, poi loro ogni volta con tranquillità superano la metà campo e sparano una serie di triple, questo è uno schema che non puoi marcare, è incredibile”.

LA SERIE: Denver nonostante l’assenza per infortunio del Gallo era la squadra più in forma del torneo al termine della regular season. Tutta l’inerzia è cambiato immediatamente in questa serie dove i Nuggets sono riusciti a strappare gara 1 solo ad un immenso Andre Miller. Da quel momento i Warriors hanno iniziato il loro spaventosamente efficace run & gun, condito dalla solidità di un ritrovato Bogut che ha lentamente spento sia Koufos ed anche un sempre nervoso McGee. Golden State sta vincendo la serie sul ritmo, sulla velocità, su un gioco semplice ed al contempo imprevedibile. Paradossalmente Denver dovrà cercare forse di rallentare i ritmi per portare i rivali ad un basket meno frenetico, un flipper che per ora sta esaltando solo i ragazzi di coach Mark Jackson.

Mark Jackson e consorte continuano a cantare in questi playoffs

Mark predica, Desiree canta, parole e musica vincenti in questi playoffs per i Warriors

HEAD TO HEAD: Un santone come George Karl, giustamente osannato da critica e tifosi per il gioco brillante dei Nuggets, contro un semi esordiente come Mark Jackson. Non doveva esserci sfida almeno partendo dall’esperienza e la sagacia sul pino. Invece nonostante la tegola Lee, che abbondantemente pareggia il KO di Gallinari, Jackson ha trasmesso serenità ad un gruppo con pochissime gare di playoffs alle spalle. Ha sorpreso spesso con la mossa di Landry lasciato sesto uomo nonostante l’assenza di David Lee, l’ex Rockets partendo dalla panchina ha garantito una serie sino a questo momento tutta sostanza. Ora la mossa spetta a Karl che, da consumato scacchista, sicuramente adotterà qualche provvedimento, in caso contrario il coach rivale Mark Jackson“rischierà” di ascoltare spesso la moglie Desiree cantare l’inno nazionale in questi playoffs.