LeBron James, reduce da una delle sue migliori prove in carriera

LA PARTITA: di questa serie così bella ed incerta gara 6 probabilmente è stata la partita meno equilibrata. Lo è stata perché LeBron James ha tirato fuori una prestazione paragonabile a quella del 2007, dove in gara 5 di Finale di Conference contro Detroit mise a segno 48 punti, e quella del 2009, in cui realizzo 49 punti alla difesa di Orlando. I 45 punti (con uno fantascientifico 19/26 dal campo), 15 rimbalzi e 5 assist hanno annichilito le speranze dei Celtics di festeggiare il ritorno alle Finals. Poco altro hanno mostrato offensivamente gli Heat (qualche tripla di Chalmers e Battier, un secondo tempo dignitoso di Wade), che si sono fatti semplicemente condurre per mano dall’Mvp della Regular Season che in barba alle critiche che troppo spesso ha dovuto affrontare sull’efficacia che ha negli ultimi minuti delle partite, ha fatto sì che questi famigerati ultimi minuti si trasformassero nel più classico dei garbage time. Boston ha retto finché il suo play è riuscito a fare la differenza in mezzo all’ottima difesa impostata da Spoelstra, ma, quando Rondo nel secondo tempo ha inevitabilmente tirato il fiato, per i Celtics è calata la notte. Garnett è forse incappato nella prima serata storta di questi playoffs da urlo che sta disputando, i panchinari non sono praticamente riusciti a dare nulla alla causa, ma soprattutto Paul Pierce ha mostrato a tutti il periodo di difficoltà fisica che sta vivendo (e che nelle altre partite aveva nascosto abilmente con giocate decisive come ad esempio la tripla nel finale di gara 5) chiudendo con un impietoso 4/18 dal campo.

LA SERIE: ormai tutto è stato detto e tutto è stato visto, dai finali all’overtime alle polemiche arbitrali, dai 44 punti di Rondo ai 45 di James, rimane solamente una gara da dentro o fuori in cui le due compagini si giocano l’intera stagione in 48 minuti. Boston dopo la fine di gara 5 avrebbe preferito evitare una settima partita da giocare in trasferta, anche perché il rischio è quello di aver ridato fiducia ad una squadra (gli Heat) che sembravano molto vicini al ko (e alla conseguente rivoluzione di squadra). Di certo i ragazzi di Doc Rivers non sono nuovi a sfide simili, l’esperienza, da questo punto di vista, non manca. L’altra faccia della medaglia è però una condizione fisica che di certo non può migliorare giocandosi due serie consecutive sino alla settima partita, ed Allen e Pierce ne sono gli esempi più lampanti. Miami ha il vantaggio di aver recuperato Bosh, che dopo la buona prova in pochi minuti di gara 5 e l’aumento di minutaggio in gara 6 può forse tornare nella forma migliore proprio questa notte.